giovedì 30 dicembre 2010

I nuovi poveri



Carissimi lettori di Tra Verità e Menzogna, apro questo mio nuovo post parlandovi dell'impoverimento delle persone.

Alcune domande sorgono d'obbligo: quanti sono i poveri in Italia? Chi sono i nuovi poveri?

Innanzi tutto precisiamo che l'Istat non considera che siano povere le persone in possesso di una casa di proprietà. Di conseguenza una fetta molto ampia di persone vengono già di per sé escluse, senza cercare di capire meglio cosa invece possa accumunare il termine casa a povertà.
Molte sono le persone che incontro e che in qualche modo mi fanno capire che per loro in fondo nulla è cambiato, se non in meglio, e che tutto quello che si dice in giro nella realtà è una farsa, tant'è che continuano ad essere affollati i luoghi di villeggiatura, i ristoranti ed i negozi. Queste persone che criticano il mio pensiero sono perlopiù coloro che continuano a vivere chiusi in una ampolla di cristallo, con un lavoro a tempo indeterminato in un ente pubblico, oggi più che in passato aspirazione di milioni di famiglie. Non so, tuttavia, ancora per quanto.

Criticate pure il mio pensiero ,ma prima di farlo cercate un possibile riscontro attraverso i sistemi d'informazione alternativa, fatelo sempre, diffidate di me come di qualunque altro.

A proposito di tutte le verità dette e mai mantenute prendete spunto da questo breve corollario, estratto da un articolo di Felice Capretta, contenente le dichiarazioni fatte dai vari Governi nell'ultimo periodo, e riflettete.

9 Febbraio - Almunia, la Grecia non ha bisogno di aiuti

Il 9 Febbraio 2010 ci informava il Times of India (e molti altri) della bella notizia e tutti ci rallegravamo.

5 Marzo - Angela Merkel, la Grecia non ha bisogno di aiuti

Il 5 Marzo 2010 ci informava BBC della bella notizia e tutti ci rallegravamo.

22 Marzo - Papandreu, la Grecia non ha bisogno di aiuto

Il 22 Marzo 2010 ci informava AGI della bella notizia e tutti ci rallegravamo.

2 Maggio 2010, senza parole

Poi....

30 Settembre - Juncker, l'Irlanda non ha bisogno di aiuto

Il 30 settembre 2010 ci informava ASCA della bella notizia e tutti ci rallegravamo.

16 Novembre
- Bruederle, l'Irlanda non ha bisogno di aiuto

Il 30 settembre 2010 ci informava Milano Finanza della bella notizia e tutti ci rallegravamo.

28 Novembre 2010, senza parole


e infine....

27 Novembre - Barroso, Teixera dos Santos, Zapatero, Spagna e Portogallo non hanno bisogno di aiuti

Il 27 Novembre 2010, ci informava Il Sole 24 Ore della bella notizia e tutti ce ne rallegravamo.

2 Dicembre - Zapatero, la Spagna non dovrà ricorrere ad aiuti

Oggi, 2 dicembre 2010, ci informa Reuters della bella notizia e tutti ce ne rallegriamo.

MADRID (Reuters) - La Spagna non dovrà ricorrere ai fondi di sostegno dell'Unione europea. A dirlo è il primo ministro Jose Luis Rodriguez Zapatero, a quanto emerge dal testo di un'intervista televisiva con l'emittente Cnbc che verrà trasmessa oggi.

Zapatero ribadisce inoltre la necessità di "una politica fiscale molto più integrata" per la zona euro.

Il processo di risanamento del settore bancario spagnolo non ha subito rallentamenti, ha spiegato il premier, aggiungendo che la Spagna ha dovuto immettere nel proprio sistema bancario meno capitali di ogni altro paese della zona euro.

"Si è trattato a malapena dell'1% del pil, 11 miliardi di euro per raggiungere i livelli richiesti di capitalizzazione, meno di Francia, Germania e naturalmente della Gran Bretagna" ha detto Zapatero.

dal 2 dicembre ad oggi, inoltre sono successi altri avvenimenti di cui non si è fatto alcun cenno:

Scontri e scioperi in Grecia.
In corso uno sciopero dei trasporti che sta paralizzando Atene con blocco del traffico sulle principali arterie di collegamento. Bloccati anche i collegamenti per via aerea per lo sciopero dei controllori di volo e navi nei porti.

Parigi, scioperi e manifestazioni.
L'austerità è già nelle cose; operai e lavoratori fanno fatica ad arrivare alla fine del mese e a pagare l'affitto. Il salario minimo è fisso a 1020 euro ma per trovare casa a Parigi non si pagano meno di 500 euro al mese...

Bruxelles, manifestazione davanti alla Commissione Europea.
La confederazione europea ha organizzato una manifestazione davanti alla sede della Commissione. I sindacati chiedono di non smantellare l’Europa sociale.

Scioperi e manifestazioni anche in Spagna, Belgio, Lussemburgo, Danimarca e Repubblica Ceca.

Nel frattempo, continua l'accanimento delle agenzie di rating sull'Unione Europea

Fitch ha tagliato il rating sovrano irlandese di lungo termine a BBB+, a pochi passi dal "Junk".

S&P ha dato outlook negativo al debito sovrano belga, anticipando che potrebbe tagliare il rating a breve.

Moody's mantiene negativo l'outlook sulle banche spagnole.
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Nello specifico per quanto attiene all'Italia, non ho da aggiungere niente, tanto siete già DIS-informati di tutto.

A voi trarre le dovute conclusioni.

Pinocchio, a riguardo dei nuovi poveri, mi piacerebbe conoscere anche il tuo pensiero.

PINOCCHIO/

Mamma mia..., almeno col finire dell'anno pensavo mi lasciassi in pace.

Non sei un amico, per nulla.

Ma visto che mi vuoi far passare un fine anno ed un inizio con aspettative del tutto non rosee, adesso ascolta un po' quello che ho da dirti.

Ciò che ho da dirti prende spunto da un estratto del libro di Gad Lerner, sulla vicenda degli operai in FIAT, che così riporta:
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Bastano le poche cifre dedicate all'Italia da Luci Ellis e Kathryn Smith nell'ambito di una ricerca della Banca dei regolamenti internazionali intitolata 'L’incremento globale dei profitti" (The global upward trend in the profit, 2007).
Fra il 1983 e il 2005 la percentuale del Prodotto Interno lordo italiano attribuibile in quota ai profitti d'impresa ha goduto di un balzo poderoso: otto punti di Pil all'insù, corrispondenti in moneta corrente a circa centoventi miliardi di euro. Se la ricchezza travasata negli utili aziendali fosse rimasta invece, come prima, nelle buste paga dei lavoratori, si sarebbe evitata loro una decurtazione corrispondente a settemila euro di salario all'anno. Tale danno può essere ricalcolato per cautela in cinquemiladuecento euro annui di perdita, sommando alla platea dei lavoratori dipendenti (diciassette milioni ) anche la variegata galassia degli autonomi (sei milioni). Ma la sua incidenza sul tenore di vita delle famiglie operaie resta in ogni caso decisiva: basti pensare che nel 2009 migliaia di dipendenti Fiat, a causa di prolungati periodi di cassa integrazione, hanno subito un abbassamento di reddito fino alla soglia di undici mila euro annui.
Mese dopo mese, anno dopo anno, un' enorme massa di denaro è stata dirottata dalle buste paga ai dividendi degli azionisti e ai bonus dei manager. La conferma viene dagli studiosi delle disuguaglianze di reddito che adottano per le loro misurazioni un indicatore sintetico, detto "coefficiente di Gini".
L'Italia viene indicata fra le nazioni a più alto tasso di disuguaglianza interna, nell' apposita classifica stilata fra i trenta paesi dell'Ocse. Per l'esattezza figura sesta, superata solo da Messico, Turchia, Portogallo, Stati Uniti, Polonia. Le nazioni virtuose, contraddistinte da minori distanze sociali, sono la Danimarca e la Svezia. Ma anche la Germania e la Francia ci surclassano per giustizia redistributiva, mentre Regno Unito e Irlanda si avvicinano al nostro tasso d'ineguaglianza pur senza raaggiungerlo.
Come spiega Maurizio Franzini (Ricchi e poveri. L’Italia e le disuguaglianze (in)accettabili,Università Bocconi Editore 2010), il forte divario fra benestanti e non abbienti è da sempre un tratto distintivo del nostro paese, benché negli anni Settanta e nei primi anni Ottanta si fosse registrata un'attenuazione delle distanze grazie al miglioramento delle condizioni di vita delle classi subalterne.
Da allora questo tasso d'iniquità, già imbarazzante se confrontato con quello delle altre nazioni industrializzate, ha ripreso ad allargarsi, fino a registrare un balzo repentino fra il 1991 e il 1993(attribuibile, suppongo, alla recessione economica, vissuta oltretutto per la prima volta senza gli effetti protettivi del punto unico di contingenza che per una dozzina d'anni in precedenza aveva frenato gli effetti dell'inflazione sulle buste paga). Il dato è inequivocabile: secondo il Luxembourg Income Study, il coefficiente di Gini s'impenna dal 29 per cento del 1991 al 34 per cento del 1993. Salirà di un punto ulteriore nel decennio successivo. Per capirsi, secondo gli studiosi un peggioramento di 2 punti del coefficiente di Gini significa in pratica che la metà più povera della popolazione cede il 7 per cento del suo reddito alla metà più ricca. In Italia è andata molto peggio, almeno un quinto del reddito già modesto dei lavoratori è andato perso. Le persone adibite a svolgere lavori manuali non sono certo diminuite di numero ma in compenso hanno subito un esproprio di ricchezza la cui entità ha oltrepassato le conquiste
sindacali dei decenni precedenti. Così le famiglie degli operai sono regredite fino a star peggio - in proporzione - di mezzo secolo prima. Solo parzialmente compensate dall'ingresso nel mercato del lavoro di una più cospicua componente femminile.
Del tutto assente, peraltro, è risultata in Italia la correzione redistributiva che altrove lo Stato opera almeno parzialmente, tramite il prelievo fiscale e le politiche di Welfare.
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Ti voglio inoltre portare anche il contributo di Edmondo Berselli, prendendo spunto dal suo libro "l'economia giusta", un breve estratto che ritengo significativo all'argomento:
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Secondo lo storico Giuseppe Berta, sullo sfondo della crescita economica sembra sempre esserci un elemento che dà sul piratesco.
Per un lettore di Stevenson, dietro l’edificio capitalistico, i dark satanic mills di Blake, si può intravedere la figura fantasmatica di Long John Silver: un corsaro tarlato, vittima della propria vecchiezza e della propria assenza di morale, tra ciurme di bucanieri loschi, zoppi, mutilati, uncinati, guerci e potenzialmente omicidi.
Pur senza riandare a Bertolt Brecht e al suo scontato aforisma relativo alla fondazione di una banca, a suo dire peggiore di una rapina nel caveau, sull’aspetto criminale di buona parte dell’economia moderna dovrebbero esserci pochi dubbi. Al fondo della «distruzione creatrice» di Schumpeter c’è un elemento dirompente che appartiene all’oscura volontà rapinatrice della natura, se esiste una natura, o almeno di un’indole, capitalistica.
Per la dimostrazione di questo postulato, basta un modesto e incompleto elenco: ENRON, TYCO,WorldCom, Lehman Brothers, Fannie Mae e Freddie Mac, i mutui subprime, gli hedge fund, lo schema alla Ponzi di Bernie Madoff, la holding insolvente di Dubai... I bond argentini, gl oligarchi russi, i quindicimila euro pagati da Abramovich per una bottiglia di Romanée-Conti da Nello ‘s a New York, e, per restare in famiglia, il ricordo di Sindona e Calvi, lo IOR, quindi i bond Cirio, il crac Parmalat, nonché il tesoro domestico di Calisto Tanzi, con la collezioncina
artistica da cento milioni di euro dei Van Gogh, i Cézanne, i Degas, i Pizarro, i Modigliani e i Picasso, nascosta nelle soffitte e nelle cantine degli amici, in attesa di venderla ai soliti russi, per fare cassa... sempre ammesso che non si tratti di croste, e quindi di un’altra truffa...
In Islanda, con la crisi deflagrata nel 2008, tre sole banche hanno fatto un buco finanziario pari a dodici volte - dodici volte - il debito pubblico nazionale.
La vera forza morale del capitalismo sta nella sua capacità di promuovere la creatività umana (M.Novak, L’etica cattolica e lo spirito del capitalismo, Comunità, Milano 1994).
Racconta Jonathan Hopkin, politologo alla London School of Economics:
Uno dei primi segnali che qualcosa di pericoloso stava fermentando nel sistema finanziario mondiale si è manifestato nel Regno Unito, verso la fine dell’estate 2007. Una piccola banca regionale, la Northern Rock, ha richiesto un sostegno di liquidità alla Banca d’Inghilterra,palesando in tal modo le sue difficoltà finanziarie. La prima reazione è stata il panico: le azioni della banca sono crollate e i depositanti sono corsi a ritirare i loro risparmi [...] Si è trattato della prima corsa agli sportelli di una banca del Regno Unito dall’Ottocento: un enorme imbarazzo per un Paese la cui economia negli ultimi decenni si è imperniata sul settore finanziario. Alla fine del secondo trimestre 2008 la Gran Bretagna era entrata in quella che si sta rivelando la più lunga recessione dagli anni Trenta.
Ehi, c’è qualcuno là fuori che si ricorda della New Economy, e dei suoi successi?

Ancora Raffaele Simone ha definito «Arcicapitalismo» la manifestazione politica ed economica di questa «Neodestra». L'Arcicapitalismo è dotato di una specificità che nella storia appare nuova: accumula profitti non più solo (come nella tradizione) sfruttando i propri lavoratori, bensì catturando e opprimendo la propria clientela mondiale. Questa si è lasciata avvolgere (senza che a sinistra nessuno se ne accorgesse) in una spirale in cui si intrecciano una varietà di fattori che non sono più solo economici, ma coinvolgono più dimensioni della vita individuale e associata: pubblicità, prodotto, marketing, credito facile per il piccolo consumo, desiderio di fuga e di evasione, speranza di restare giovani a lungo e di trarre prolungati piaceri dalla vita sessuale, una vaga aspirazione a una vita abbondante e disinvolta, una velatura di spiritualità e di pathos...1. Non una parola, naturalmente, a proposito del lavoro e dell'occupazione: su questo punto, è opportuno non credere mai a nulla, non a un numero, non a una statistica. Quando Margaret Thatcher decise che il tasso di individui senza lavoro nel Regno Unito risultava troppo elevato per un Paese destinato alla endless growth deregolatrice, chiese agli istituti governativi di rilevazione di modificare i parametri d'indagine. Vennero in effetti cambiati. A ripetizione.
Una, due, tre volte? No, la bellezza di trentadue volte. Alla fine, come ci si poteva attendere, i risultati diedero ragione alle aspettative. La disoccupazione scese sotto il 6 per cento, con evidente soddisfazione del governo radicalpopulista inglese. Se ci spostiamo adesso sull'altra sponda dell'Atlantico, durante la
crisi attuale i dati parlano di un tasso di disoccupazione superiore al 10 per cento; ma secondo alcune stime più pessimiste, se si computano i non occupati che per rassegnazione hanno rinunciato a cercare un lavoro, il tasso salirebbe addirittura al 17 per cento. E allora a quali e quante leggende abbiamo creduto, nel frattempo? Alla crescita, allo sviluppo, ai risultati del mercato unico europeo, che avrebbe dovuto
avvicinare i prezzi nei diversi Paesi favorendo i consumatori. All'euro, che avrebbe stabilizzato l'inflazione. Al miracolo irlandese, per cui l'isola in trent'anni aveva raddoppiato il PIL pro capite. Al sorpasso greco. Allo spettacolo spagnolo. Gli irlandesi si è visto che fine hanno fatto, dopo la sbornia liberista che aveva ubriacato un Paese povero. In Grecia rischiano il default dei conti pubblici, dopo
avere truccato i dati per anni (davano il deficit sul PIL al 3,7 per cento, era in effetti al 12,9; parlavano con orgoglio sofista del superamento ai danni dell'Italia in termini di capacità di potere d'acquisto pro capite, adesso si tratta di vedere se riescono a non fallire). E il contagio del debito sembra diffondersi alla svelta verso l'Europa sudorientale, con nuovi rischi e nuove minacce agli equilibri finanziari di tutta l'Unione Europea. Quanto alla Spagna, si è capito alla svelta che il Paese era ricco, ma la gente era povera (altro che movida, fiesta esclusiva e permanente della giovane borghesia urbana), con la classe medio-bassa esclusa dal cuore della vita metropolitana, confinata nei sobborghi cementificati intorno alle
grandi città; e che, a dispetto dei cantori come Victor Pérez-Diaz che avevano glorificato la «lezione spagnola», il presunto miracolo derivava in buona misura da una forte immigrazione, che assicurava manodopera a costo concorrenziale, dai trasferimenti di fondi dell'Unione Europea e da una speculazione edilizia, nelle new towns periferiche, senza eccessive inibizioni urbanistiche (con mutui che sostenevano
fino al l20 per cento il prezzo d'acquisto delle abitazioni e che ora hanno determinato un surplus di offerta di case pari al doppio della richiesta, un milione di abitazioni rispetto a una domanda di meno della metà). Nel contempo i diritti civili e illaicismo zapaterista, ossia lo zenit del modernismo ispanico, non compensano affatto i dati «duri» sulla disoccupazione, tra i più alti d'Europa: il tasso dei senza lavoro era calato dal 24 all'8 per cento tra il 1994 e il 2007, ma ora, in un mercato del lavoro «dualistico», che divide nettamente i garantiti dai precari, le previsioni per il 20lO lo approssimano al 20 per cento.
Sono dati tali da prospettare addirittura un principio sociale di esclusione, in una società che fino a pochissime stagioni fa sembrava euforicamente proiettata sulle ramblas e le plazas di uno sviluppo senza fine.
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Come vedi è vero il detto " c'è sempre qualcuno che si è arricchito e continua ad arricchirsi sulla testa della gente" , senza merito alcuno.

Ciò premesso vorrei lasciarti con questa favola de "La Piccola Fiammiferaia" , alla quale l'amico Andrea Mazzalai ha voluto dare una veste più attinente alla realtà d'oggi.
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Era l'ultimo giorno dell'anno: faceva molto freddo e cominciava a nevicare. Una povera bambina camminava per la strada con la testa e i piedi nudi. Quando era uscita di casa, aveva ai piedi le pantofole che, però, non aveva potuto tenere per molto tempo, essendo troppo grandi per lei e già troppo usate dalla madre negli anni precedenti. Le pantofole erano così sformate che la bambina le aveva perse attraversando di corsa una strada: una era caduta in un canaletto di scolo dell'acqua, l'altra era stata portata via da un monello. La bambina camminava con i piedi lividi dal freddo. Teneva nel suo vecchio grembiule un gran numero di fiammiferi che non era riuscita a vendere a nessuno perché le strade erano deserte. Per la piccola venditrice era stata una brutta giornata e le sue tasche erano vuote...

Si una piccola e povera bimba, nata dall'immaginazione e dalla fantasia di Hans Christian Andersen, un fanciullo dall'infanzia triste, il papà morto giovane e la mamma alcolizzata, un grande scrittore universale, con i suoi racconti spesso tristi ma ricchi di umanità, di amore, testimonianza di attenzione verso gli ultimi, gli umili, i diseredati con quel carico di speranza che ogni sua favola porta con se.

Si la Finanza e questa immensa crisi Antropologica, hanno sequestrato le nostre vite, il futuro dei nostri figli, in questo lungo inverno, che preannuncia il freddo che verrà, che già ci accompagna. Camminano oggi con la testa e i piedi nudi, senza più pantofole, troppo usate, abusate negli ultimi decenni, sformate, così sformate da una serie di eccessi, al punto tale da ritrovarsi all'improvviso seduta all'angolo della strada, tra le banche centrali, coperta dalla neve che cade candida e lieve, l'infanzia negata, il culto del breve termine, la fretta di ottenere tutto e subito, quello che la Vita regala nell'arco di un'esistenza.

Teneva nel suo vecchio grembiule, un gran numero di illusioni che era riuscita a vendere, perché le strade erano piene di sogni e di speranze, speranze spesso negate, derise, speranze e sogni di pochi, la disperazione e il pianto di molti.

Per la piccola Finanza era stata una brutta giornata, un periodo da dimenticare e le sue tasche ora erano vuote, aveva molta fame, sete di liquidità e il freddo della mancanza di fiducia la assaliva. Dalle finestre delle case in festa, risplendeva la luce della leva infinita, si udivano le risate dell’azzardo morale , insieme al profumo inebriante dei profitti stellari...lei non pensava ad altro.

Non osava ritornarsene a casa senza un centesimo, senza una trimestrale degna dei bei tempi, passati a creare ricchezza dal nulla, una ricchezza di carta, favorita dalle asimmetrie informative, dalle frodi e dalle manipolazioni, perché il padre le avrebbe tolto il bonus, le stock option, ogni premio degno del paese delle meraviglie! Per riscaldare l’intrinseca insolvenza, il credito congelato, la mancanza di fiducia, per allontanare lo spettro del fallimento, prese un fiammifero dalla scatola che le banche centrali le avevano lasciato. All'improvviso una fiamma calda e brillante si sprigionò, un istante, un lungo ed interminabile istante, una nuova piccola illusione.

Una luce bizzarra, l’ennesima illusione, alla bambina sembrò di vedere la politica monetaria, la favola del quantitative easing, le banche centrali con le loro politiche espansive, che assecondano i mercati, che creano quella calda sensazione di un’improbabile ricchezza, che li sostengono ogni qualvolta la favola riposa, ogni qualvolta la favola volge al termine, come una stufa di rame luccicante nella quale bruciare tutte le naturali recessioni, allontanandone la realtà rifugiandosi in un mondo virtuale, dove assistere inerti e impotenti al più colossale trasferimento di ricchezza della storia.

Avvicinò i suoi piedini al fuoco... ma la fiamma si spense e la stufa scomparve.

La bambina accese un secondo fiammifero: questa volta la luce fu così intensa che poté immaginare nella casa vicina una tavola ricoperta da una bianca tovaglia piena di dollari, freschi di stampa, sulla quale erano ricamati salvataggi meravigliosi, graziosamente decorati.Un "Bernspan" ( Bernanke & Greenspan ) arrosto, le strizzò l'occhio e subito si diresse verso di lei.

La bambina le tese le mani... ma la visione scomparve quando si spense il fiammifero.

Giunse così la notte. "Ancora uno!" disse la bambina. Crac! Appena acceso, s'immaginò di essere vicina all'albero di Natale della ripresa, della crescita infinita, la visione di mille luci in fondo al tunnel! Mille candeline brillavano sui suoi rami, illuminando giocattoli meravigliosi. Volle afferrarli... il fiammifero si spense... le fiammelle sembrarono salire in cielo... ma in realtà erano stelle.

Una di loro cadde, tracciando una lunga scia nella notte...la fine di un'illusione, la nascita della Speranza.

La bambina pensò allora alla nonna, che amava tanto, ma che era morta. La vecchia nonna le aveva detto spesso: Quando cade una stella, c' è un'anima che sale in cielo". La bambina prese un'altro fiammifero e lo strofinò sul muro: nella luce le sembrò di vedere la nonna con un lungo grembiule sulla gonna e uno scialle frangiato sulle spalle. Le sorrise con dolcezza.
- Nonna! - gridò la bambina tendendole le braccia, - portami con te! So che quando il fiammifero si spegnerà anche tu sparirai come la stufa di rame, l'oca arrostita e il bell'albero di Natale.
La bambina allora accese rapidamente i fiammiferi di un'altra scatoletta, uno dopo l'altro, perché voleva continuare a vedere la nonna. I fiammiferi diffusero una luce più intensa di quella del giorno:
"Vieni!" disse la nonna, prendendo la bambina fra le braccia e volarono via insieme nel gran bagliore. Erano così leggere che arrivarono velocemente in Paradiso; là dove non fa freddo e non si soffre la fame! Al mattino del primo giorno dell'anno nuovo, i primi passanti scoprirono il corpicino senza vita della bambina. Pensarono che la piccola avesse voluto riscaldarsi con la debole fiamma dei fiammiferi le cui scatole erano per terra. Non potevano sapere che la nonna era venuta a cercarla per portarla in cielo con lei. Nessuno di loro era degno di conoscere un simile segreto! ... ma nessuno poteva sapere le belle cose che lei aveva visto, né in quale chiarore era entrata con la sua vecchia nonna, nella gioia dell'Anno Nuovo!

Non ho idea di quante scatole di fiammiferi dispongono i menestrelli di questo sistema. Quello che è certo è che li stanno accendendo rapidamente, uno dopo l’altro, cercando di diffondere una luce sempre più intensa, una finta sensazione di benessere.

La fame, il freddo, la sete , la mancanza di amore, l'indifferenza che caratterizza la storia della nostra piccola fiammiferaia è spesso la fotografia della nostra vita, della nostra società. Possiamo cercare di fuggire nell'immaginazione di ogni piccolo fiammifero che accendiamo, che qualcuno ci accende, ma non possiamo fuggire dalla realtà, pena la morte della nostra Essenza.

Abbiamo bisogno della luce dei nostri valori, delle nostre tradizioni, una luce capace di illuminare i nostri sogni, le nostre emozioni.

Commuove questa favola, una commozione, pulita, profonda che non deve far paura, da condividere, con figli e nipoti, senza alcuna vergogna, come le lacrime della nostra vita. Non dimentichiamo mai quella piccola bimba, la piccola fiammiferaia, li fuori da sola nel freddo glaciale dell’indifferenza, ad un passo dalle nostre case, calde e riscaldate, testimonianza della disperazione, degli ultimi, dei diseredati, degli affamati. In fondo siamo fortunati! Non dovremmo mai dimenticare il bimbo che è in Noi, la sua genuinità, la sua spontaneità, perché ogni anno ritorna ad annunciare la Luce, la Speranza, l’Alba di una nuova avventura.

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A tutti voi giunga il mio più caloroso augurio per un anno migliore.

Tra Verità e Menzogna... restate sempre " Ad occhi aperti".

Il vostro amico
Pinocchio & Giò

domenica 28 novembre 2010

Il Gatto e la Volpe ci stanno prendendo per il naso...



Dopo un mese dall'ultimo mio scritto, sono di nuovo a fare un rewind dei miei precedenti post.

Partiamo da " Il campo dei miracoli...", postato il 24 luglio 2010. Ve lo ricordate quando vi dicevo di diffidare del Gatto( banche) e della Volpe ( governi), a riguardo dello stress test?

"Se è stata fatta la prova dello Stress test bancario ( tenuta delle banche di fronte ad situazione di recessione e di perdite consistenti sui crediti), ma non siamo ancora riusciti a creare regole certe per una finanza etica, forse qualche motivo ci sarà. Si vuole veramente dimostrare al sistema che tutto è sotto controllo? Lo vedremo nei prossimi mesi. Del resto anche di questo Stress test, poco sappiamo. Come è stato fatto, se la misurazione teneva conto di tutti gli elementi/parametri del caso, ecc. Ci dovremo fidare ancora una volta del Gatto e della Volpe!?"

Se avete buona memoria ricorderete che a luglio l’informazione, tutti indistintamente , banche e governi si facevano vanto della solidità del sistema finanziario europeo.

Loro buffoni e noi tutti presi per il naso, ancora una volta, e così sarà fino a quando la gente non smetterà di vivere nella propria credulità.

Creduloni, sì, siamo un paese di creduloni. Si salvano ancora una volta solo i giovani, i "vecchi di coraggio" sarebbero da buttare.

I giovani tornano a riempire le piazze, e fanno bene, peccato che noi genitori anzichè essere con loro a braccetto restiamo fermi ed immobili, bradipo di questo sistema, della società.

Saranno anche parole dure, queste mie, ma c'è un limite a tutto, alla pazienza come all'ignoranza.

Adesso questi "signori" affermano che tra febbraio e giugno del prossimo anno faranno degli stress test più mirati, più severi, così da preventivare ancor meglio eventuali choc legati alla crisi del sistema finanziario- bancario ( fino ad oggi sono andati per questo da maghi e fatucchiere). Continuano in questa demenziale presa in giro perchè non si può dire la verità. Le banche sono tutte decotte e giorno dopo giorno stanno scaricando sul sistema , ovvero sulla popolazione e sulle imprese, tutta la loro monnezza, la cui puzza ci toglierà prima o poi il respiro.

Vi ricordate il mio post del 18 agosto " Iddio protegga l'Italia", di quando vi mettevo in guardia del fatto che nell'autunno altri paesi dell'Unione Europea si sarebbero venuti a trovare come la Grecia: I PIIGS ( Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia, Spagna). Ecco ci siamo, l'Irlanda ha già alzato le braccia, il Portogallo ha un braccio su e l'altro giù nascosto dietro la schiena con le dita incrociate; la Spagna ancora con entrambe le mani dietro la schiena e le dita incrociate,e noi...? Noi no! A noi non potrà mai succedere... noi siamo diversi, siamo belli, bravi e buoni( coglioni!).

L'unico che ha fatto un qualche cenno di allarme è stato il nostro Presidente della Repubblica, quando ha rammostrato del rischio molto elevato dell'"instabilità" dell'Euro e dell'Europa. L'ha fatto in modo garbato, ma almeno ha avuto il coraggio di dirlo, che in fondo qualche rischio c'é.

Nel frattempo tutti sembrano essersi dimenticati dei Paesi dell’Est Europa, tutto tace in un dolce riposo. Ma la cura del sonno, presto dovrà finire ed il malato si risveglierà, più malato di prima, ed in molti ne sentiranno i brividi di questa pandemia, a partire dalle banche tedesche, austriache e le principali italiane la cui esposizione è nota, anche se da tutti volutamente reclusa in un armadio assieme a i tanti altri scheletri.

Oggi caro Pinocchio, come vedi non ti ho dato la parola, me la sono tenuta, ma se proprio vuoi aggiungere qualcosa ben venga.

PINOCCHIO/

Oggi ti ho sentito alquanto adirato. Ma ne hai giusta ragione.

Avrei molto da aggiungere a quanto tu hai detto, ma non voglio accingermi ad un lungo monologo, voglio solo fare ancora un piccolo accenno al nostro Paese.

Forse ti sarai accorto che stanno sempre più crescendo le tensioni intorno al debito pubblico italiano.

Negli ultimi mesi le banche italiane hanno ripreso ad acquistare la maggioranza dei titoli di Stato emessi. In uno scenario volatile e incerto come questo, il rischio è evidente. I primi a essere colpiti potrebbero essere gli istituti di credito ITALIANI. L’abbondante presenza in portafoglio di titoli di Stato li rende più vulnerabili di altri settori.

Se andiamo ad analizzare i dati di Banca d’Italia e Tesoro scopriamo che nei primi tre trimestri 2010 le emissioni di Btp sono finite per piu' della metà in mano alle banche italiane.
E' un fatto anomalo. Gli investitori internazionali dove sono finiti? Spariti!

La crisi economica , ormai cronica, sta facendo aumentare gli incagli e il costo del debito.

Siamo alle solite ... Le banche hanno scaricato il problema sugli Stati, e gli Stati ora lo ritornano alle banche. Il gioco delle tre carte non era vietato?

Un dato per tutti, sembra che Intesa San Paolo, abbia più di 40 Miliardi investiti in titoli del debito pubblico italiano. Forse a voi questo non dice niente?

Prendete in esame solo questi semplici dati:

L'Irlanda da sola, è riuscita ad avere 500 miliardi di esposizione verso le banche.
Grecia e Portogallo sono sui 140 e 205 miliardi di esposizione alle banche europee, Spagna 656 mld e Italia 831 miliardi. Totale 2.300 miliardi.

Mettiamo che questi cinque paesi riducano tramite svalutazione e riduzione del debito del 30% il carico di debiti verso le banche europee. Queste perderebbero circa 800 miliardi di euro. Dato che il loro capitale è di circa 1.200 miliardi la maggioranza sarebbero insolventi, parlo delle banche francesi, olandesi, belghe, tedesche ed inglesi.....

Le banche europee in totale hanno crediti vari per 18.000 miliardi in totale in tutti i paesi del mondo. Perdite sui crediti anche solo del 5% complessivamente costano loro 900 miliardi. Ma il loro capitale è sui 1.200 miliardi. Insomma le banche sono esposte per una cifra enorme, maggiore del PIL della UE e hanno capitale pari al 6% circa dell'esposizione.

Inoltre la rischiosità delle banche è diventata così elevata che le banche stesse non hanno fiducia delle loro controparti simili. E se non si fidano tra di loro ditemi come dovremo farlo noi.

Davanti a tutto questo ecco venire fuori la classica frase del patriota.

Ma no, noi italiani siamo diversi, noi ce la faremo. Noi siamo un popolo di risparmiatori...( è vero), lo dicono anche i nostri governanti " abbiamo un debito pubblico tra i più elevati, ma abbiamo tante famiglie con tanti risparmi, quindi non siamo in pericolo".

A questa " pacca sulle spalle e volemoci bene " io vi dico che a noi "popolino", delocalizzati gli ultimi impianti produttivi, non ci rimarrà altro che la disoccupazione, debiti enormi del nostro stato ed i risparmi delle famiglie.

Ma a lungo andare, statene certi, i debiti si mangeranno i risparmi.

Solo allora capirete la morale del Campo dei Miracoli... del Gatto e della Volpe.

Le cose devono cambiare ed in fretta, allora che si proceda verso questo cambiamento, che come sempre può avvenire solo se promosso dalla base. Sosteniamo i nostri ragazzi e tutte quelle brave persone che ogni giorno continuano a battersi per un mondo migliore, e per la verità.
E un dovere, oltre che un immenso piacere!

Tra Verità e Menzogna...restate Ad occhi aperti.

Il vostro amico
Pinocchio&Giò

domenica 24 ottobre 2010

Fine di un sogno?!





Cari lettori di Tra Verità e Menzogna, siamo così giunti nell'ultima parte dell'anno e da qui a pochi mesi ne dovremo ancora vedere delle belle....

Vi avevo già accennato, nel post di luglio , ciò che si sarebbe prospettato a partire da dopo il periodo estivo.

Cerchiamo di capire assieme quale sia l'attuale stato delle cose.

Come sempre non posso fare altro che chiedere aiuto al mio amico Pinocchio, che ormai non si tiene più dalla voglia di illustrarci il suo pensiero.

PINOCCHIO/

Molto bene, era ora che riprendessimo il discorso della crisi da dove l'avevamo lasciato solo alcune settimane fa.

Tu vorresti da me informazioni su cosa sta accadendo nel mondo e più precisamente su cosa potrebbe accadere da qui a pochi mesi.

Come sempre devo partire dagli USA, visto che l'Europa in gran parte risente dello stato di salute di questo Paese.

Nei prossimi mesi avremo la conferma di quanto avevo già fatto presente nei precedenti post, ovvero, la recessione è presente, che lo si voglia nascondere o meno, e da questa non ne siamo ancora usciti.

Nell'ultimo anno sono stati immessi sul mercato disponibilità liquide da riempire un oceano, per sostenere le banche e le grandi compagnie assicurative ed ora la stessa quantità di danaro si sta ribaltando come uno tsunami verso l'intera economia, essendo questo stato un palliativo e non una vera soluzione al problema che è molto più profondo e sistemico.

Nei primi mesi del 2011 l'economia Usa sarà costretta ad aprirsi con verità al pianeta, imponendo a sé misure di rigore che mai si erano viste prima e questo porterà maggior panico all'intero sistema finanziario ed economico globale, col rischio di un nuovo ed incontrollato caos.

Già dal prossimo mese di Novembre i segnali di questa situazione verranno portati alla luce.

I trimestri a venire saranno quindi di particolare pericolo per l'intero sistema finanziario ed economico.

Aumenteranno i disoccupati che, nella realtà dei fatti, contrariamente a tutte le stime più o meno uffiali, si andranno ad attestare negli USA al 20% . La stessa Wall Street continua a pianificare licenziamenti collettivi nei prossimi mesi.

Questi aspetti convoglieranno l'intero Paese verso " l'oscurità ", persone che non avranno più lavoro, più una casa e più danaro da parte.

I più colpiti, come sempre, e questo lo dico con rabbia, sono e saranno ancor più i giovani, i pensionati, gli afro-americani i lavoratori, indifferentemente operai ed impiegati, i quali di certo faranno sentire fortemente la loro voce.

Già dal prossimo mese, per l'appunto , questi segnali emergeranno, e segneranno le elezioni di Novembre di metà periodo del mandato di Mr. Obama.

Molti voti, prima acquisiti dall'attuale corrente del Presidente, andranno dispersi o si rivolgeranno ai repubblicani, i quali forti di questo nuovo risultato andranno a paralizzare, attraverso il Congresso , ancor più l'opera di ricostruzione di Mr. Obama.

Un altro segnale da non trascurare, di facile riscontro per chi opera sui mercati finanziari, è che i piccoli investitori, stanno abbandonando questi mercati, al punto che oggi gli scambi sono determinati per più del 70% dalle principali Istituzioni e dagli " high frequency trader".

Se oggi, inoltre, il Paese non ha visto ancora grossi scontri sulle strade lo si deve agli interventi massicci da parte del Governo, attraverso i sussidi. Anche questi sembrano non essere più sostenibili dall'Amministrazione delle casse dello Stato, visto l'allargarsi del numero delle persone che si trovano in questo forte disagio e povertà ed anche perchè, come dicevo, queste risorse sono alla fine state trovate attraverso un maggior indebitamento del sistema, e non attraverso il gettito o dal risparmio.


La FED ormai sa benissimo di essere impotente davanti a tutto questo, nonostante gli sforzi straordinari fatti in questi ultimi anni.

Il consumatore americano, quello che prima trascinava l'intera economia occidentale, è diventato insolvente. L'insolvenza delle famiglie Usa ha vanificato qualsiasi sforzo volto al recupero del sistema.

Lo vediamo anche nei segnali delle banche centrali che ora si esprimono come un esattore. Quando questo succede c'è qualcosa di molto grosso che bolle in pentola.

Se poi guardiamo la Cina, questa a poco a poco sta vendendo i suoi asset USA per andarli a posizionare in quelli Giapponesi, da qui potete comprendere il problema attuale del rapporto di cambio dollaro - yen.

Nel 2011, quindi, gli USA entreranno in una era di austerità mai vista e da qui il problema si ribalterà in modo più o meno violento sugli altri paesi occidentali,in Europa.

Di questi aspetti legati alle vicessitudini dell'Europa e dell'Italia, ve ne parlerò nel prossimo post, a giorni, preferendo ora lasciarvi un pò più di tempo per riflettere su quello che vi ho detto. Non sono da trascurare i segnali di disordine in Francia , in Grecia e in molti altri Paesi ( Tu Italia dove sei coi tuoi TG della (dis)informazione? Tutto bene: anche quest'anno è iniziato il Grande Fratello!)

Come ultima cosa voglio ricordare a chi non ha confidenza con la materia economica,che la stabilità finanziaria e la stabilità sociale devono andare di pari passo. In caso contrario non sarà solo l'economia mondiale ad essere in pericolo ma anche la coesione sociale.

Questo è emerso anche dalle parole di Mr. Obama , che ha affermato davanti agli stessi banchieri:
<< la mia amministrazione è la sola cosa che si para tra voi e i forconi >>


Visto che l'ha detto Mr.Obama ci possiamo credere.

Per concludere, vi voglio lasciare con questo pensiero di Truman, uno dei presidenti americani, affinché ognuno di voi abbia il coraggio di guardare più in là del proprio orticello: " recessione è quando tutti intorno a te perdono il posto di lavoro, depressione è quando un giorno ti accorgi di avere perso il tuo".

Se poi tutto questo non accadrà , da buon Pinocchio, il mio naso ancor più lungo diventerà!

Come sempre Tra Verità e Menzogna...restate Ad occhi aperti.

Il vostro amico Pinocchio & Giò

domenica 19 settembre 2010

Giro girotondo...casca il mondo!


girotondo.gif


Cari lettori di Tra Verità e Menzogna, in queste ultime due settimane mi sono soffermato a lungo a pensare.

Troppa confusione intorno, tutto gira alla velocità della luce, tutto cambia e quando ce ne accorgiamo, già cambia nuovamente.

Scuola, lavoro, progetti, cambiano e cambieranno, volenti o nolenti, le nostre abitudini. Ma non ce ne accorgiamo quasi mai in tempo.

Non abbiamo ancora capito questo cambiamento del mondo. Le imprese ne hanno percepito solo la parte economica, meno la necessità di collaborare , lavorando assieme. Questa incomprensione e lentezza nel percepire le cose non aiuterà di certo a programmare con attenzione il nostro futuro e continueremo a rimanere in balia degli eventi senza poterne accompagnare gli spostamenti.

Dobbiamo cambiare dal punto di vista culturale iniziando a lavorare su progetti di lungo periodo, e non pensare solo di vivere la giornata, così facendo non avremo futuro e perderemo anche il presente, rimanendo schiavi del passato .

So già il vostro pensiero : facile dirlo, difficile realizzarlo.

Dobbiamo ridisegnare gran parte delle nostre giornate, cercando di vedere oltre l'impellente bisogno di tutti i giorni di portare a casa " il pane quotidiano" e dedicarci di più ad osservare e capire dove stanno di casa le cose di cui effettivamente più abbiamo bisogno.

Si continua a parlare della crisi che ormai ci sta lasciando, poi tutto ad un tratto ecco che ricompare più di prima, proprio quando meno te l'aspetti, nascosta dietro la porta di casa, pronta a bussare.

Capita spesso di intrattenermi con persone che mi raccontano dei propri problemi lavorativi, delle difficoltà che stanno attraversando in questo particolare momento dove tutto sembra non avere più regole, e anche quelle poche che valevano fino a poco tempo fa,sembrano ormai superate da anni.

Se conosci qualche persona "importante", forse riuscirai ad ottenere qualcosa, se sei " figlio di qualche politico ", hai già l'avvenire assicurato, anche se non hai studiato, se non hai mai lavorato, se non ti sei mai applicato.

Oggi non importa più il sapere, ma avere le giuste amicizie. E così le persone meritevoli, che non possono accedere a tutto questo, si trovano già sconfitte in partenza. I nostri giovani ormai senza lavoro e senza più aspettive, si domandano, con giusta ragione, che mondo abbiamo lasciato.

Tutto ciò è di una tristezza infinita.

Non sò cosa ne pensi tu, caro Pinocchio, di tutto questo.

PINOCCHIO/

Lo sapevo che prima o poi saresti arrivato a questa riflessione, ti conosco troppo bene.

E adesso tu mi chiederai che cosa devi fare. Quale strada dover prendere. Quale sia la scelta giusta.

Se ti poni questa domanda, di certo hai già fatto una tua scelta, ma non ne sei convinto e prima di renderla viva, hai bisogno di un supporto sul quale eventualmente sostenerti nel caso questa si venga a rivelare uno sbaglio. Non è mai troppo tardi per riscrivere le pagine della propria vita, non è mai troppo tardi per cambiare idea.

E credo proprio che sia arrivato il momento di cambiare, cambiare mentalità.
E' ovvio che chi non ha lavoro ed aspirara ad ottenerlo il più delle volte è costretto ad accettare quello che viene pur di poter continuare a portare il pane sulla tavola; altre volte si pretende di trovare il lavoro nell'ambito dei propri studi, delle proprie passioni, ma difficilmente questo si realizza dall'oggi al domani.

Ciò premesso bisogna iniziare a cambiare le proprie aspettative, soprattutto noi italiani che siamo stati abituati alla ricerca del posto fisso, del posto presso un ente pubblico,comunale, provinciale o qualcosa di simile.

I giochi in questi ultimi due anni sono cambiati, ma non sono cambiati i giocatori, le società , gli arbitri, ma soprattutto non sono cambiati quelli che dovrebbero fare le nuove regole.

Diversi sono gli interessi di fondo, diversi sono i bisogni.

Tutto ciò porta alla conseguenza di una sempre più disuguaglianza sociale.

Probabilmente riusciremo anche stavolta ad uscire dalla crisi, anche se molti cadaveri verranno lasciati a terra, tropppi, e tutto ciò si potrebbe evitare, quantomeno contenere, ma per farlo bisogna avere un interesse in comune, quello del bene, che pochi ancora hanno.

Per giungere al dunque l'unica cosa che questa crisi ci ha dato di veramente utile è la possibilità di fare nuove riforme, nei mercati finanziari, nella ridistribuzione del reddito, per ridurre la disoccupazione.

Tutto è possibile, basta volerlo, e lo devono volere tutti, non più un solo Stato, ma tutti gli Stati, solo così forse ritorneremo a sognare e a credere in un futuro migliore, ad un mondo più giusto, ad un mondo più a misura d'uomo.

Solo così ritroveremo quel coraggio che abbiamo perso da tempo, e quella fiducia in noi, come facevamo da bambini quando ci sentivamo al centro del mondo, al centro della terra... e ci " rialzavamo tutti da per terrà ".

Tra Verità e Menzogna...restate Ad occhi aperti!

Il vostro amico Pinocchio & Giò

mercoledì 25 agosto 2010

Che debitore sei ?




Minsky Hyman, un professore di Economia dell'Università di Washington in St.Luis, dedicò la sua vita a sviluppare una costruzione teorica sulle fondamenta dettate dall'economista britannico Keynes.
Keynes, sosteneva Minsky, aveva spiegato che il capitalismo era per sua natura instabile e portato al crollo. "L'instabilità" scrisse, " è un'inevitabile e intrinseca debolezza del capitalismo".

Volendomi collegare al precedente Post che trattava la Deflazione da Debito, sono a richiamare il concetto espresso da Minsky riguardo al cosiddetto Minsky Moment .
Il Minsky Moment è il primo punto della Deflazione da Debito di Fischer, un punto del ciclo del credito o ciclo economico. Questo avviene quando all'improvviso si registra l'assenza di liquidità a causa dell'eccesso di debito contratto per finanziare gli investimenti speculativi, in seguito alla mancanza di fiducia. Questa dinamica porta al collasso del mercato con un crollo dei prezzi degli assets.
Ciò accade, e la storia insegna, dopo un lungo periodo di prosperità e di speculazione, il tutto favorito dalla facilità ed eccessiva disponibilità di credito.
Tutta questa disponibilità di credito favorisce, in contrapposizione, il proliferare dei debitori.

A questo punto mi sorge una domanda.

Ma tutti i debitori sono uguali? O per restare un po' più legati al concetto economico, i debitori come vengono suddivisi dal Mercato ?

Come sempre, lascio rispondere a questa domanda a Pinocchio che coi debiti e con le promesse, in qualche modo, ha sempre avuto a che fare.

Pinocchio/

Caro Giò, la domanda che mi poni , in prima istanza, sembrerebbe alquanto banale, ma pensandoci poi bene , non è così. Del resto le famiglie, le aziende, tutti i giorni si trovano a rabattare per ottenere credito dalle banche , ovvero per diventare a loro volta debitori, ma non tutti i potenziali debitori vengono trattati nello stesso modo anche quando sono dello " stesso grado" . Ma questa è tutta un'altra storia... su cui eventualmente mi soffermerò a parlare appena me ne darai l'occasione.

Torniamo a noi. Minsky divise i debitori in tre principali categorie, a seconda dei finanziamenti usati:
1) I mutuatari che fanno ricorso alla finanza coperta
2) I mutuatari speculativi
3) I mutuatari della finanza Ponzi

Vediamo di capirne le differenze.

I primi ( finanza coperta)sono quelli che riescono a ripagare gli interessi e il capitale dei debiti contratti con i flussi di cassa correnti.

I secondi( speculativi) sono quelli il cui reddito copre il pagamento degli interessi ma non il rimborso del capitale; questi soggetti sono obbligati a " rinnovare " i propri debiti, emettendone dei nuovi per pagare i vecchi.

I terzi ( i Ponzi) sono quelli più instabili; il loro reddito non è sufficiente a coprire né il pagamento degli inetressi né il rimborso del capitale. La loro unica opzione è ipotecare le proprie finanze future indebitandosi ancora di più, sperando in un aumento del valore delle attività acquistate con il denaro preso a prestito.

Su quest'ultima categoria di debitori, mi vorrei soffermare qualche minuto in più.
E' capitato in alcuni casi che questi " signori " della finanza Ponzi ottenessero risultati apparentemente eclatanti. Alcune di queste persone, forse più di quante possiamo immaginare, sono ancora tra noi in circolazione, anche qui in Italia, "travestiti" sotto finte spoglie di imprenditori, banchieri o altro....

Prendiamo il " Ponzi" più recente. Il clamoroso arresto di Madoff ,ex presidente del Nasdaq, del quale argometo i nostri Tg a suo tempo hanno fatto solo un breve cenno, non più di tanto, e senza dare adeguate spiegazioni a riguardo ( meglio parlare del gatto che cade dal 5 piano, o delle 100 candeline spente da nonna Ilde... così tutti sono felici e contenti).

Ormai anche questo modo di fare " informazione " attraverso i nostri TG è diventato del tutto disinformativo ( se vuoi sapere la verità te la devi andare a cercare altrove).

Ritornando a Madoff, questa persona è stata arrestata per aver creato una truffa da 50 miliardi di dollari.

La truffa messa in atto sarebbe improntata sul classico schema Ponzi, o se preferite schema piramidale.

Come funziona uno schema Ponzi? Come ha fatto Madoff a riuscire?

Molto semplice.

In uno schema Ponzi, il truffatore raccoglie risparmi per - diciamo - 100 euro per quota. E promette di restituire quei 100 euro a fine periodo, più una certa somma annuale di interessi, diciamo 5 euro. Funziona più o meno come ogni altro strumento finanziario.

In teoria il truffatore dovrebbe investire quei soldi in attività economiche ed ottenere un guadagno tale da poter pagare gli interessi e restituire il capitale a fine periodo. Questo in un mondo di persone semplicemente normale.

Nel metodo Ponzi il truffatore non investe quei soldi, anzi li spende e si diverte alla grande, alla faccia di tutti, ed il suo potere e rispetto nell' "alta borghesia" ogni giorno accresce.

Fin qui, roba da truffatori di strada e di poco conto.

Quello che distingue uno schema Ponzi dalla truffa da strada è che in uno schema piramidale il truffatore usa i soldi dei nuovi risparmatori per pagare gli interessi dei primi.

In questo modo il gioco puo' durare relativamente a lungo. Il gioco prosegue finchè la raccolta dei risparmi continua a crescere. Ed in effetti cresce, perchè tutti sono soddisfatti degli investimenti.

C'e' fiducia da parte di tutti ed il sistema continua ad alimentarsi.

Finchè c'e' fiducia, la raccolta tiene, poi un bel giorno...
qualcuno chissa perchè, chissà per come, chiede indietro il capitale. A questo punto si scoperchia il vaso di Pandora ed il risparmiatore scopre che non ci sono più soldi, perchè i soldi che ha dato al truffatore sono serviti al truffatore solo per pagare gli interessi dei risparmiatori precedenti.

La società truffatrice, ormai insolvente, risulta essere una scatola vuota, i risparmiatori perdono tutto ( di esempi ne avete avuti tanti in questi anni, anche qui in Italia).

Durante il boom speculativo i debitori che fanno ricorso alla finanza coperta diminuiscono ed aumentano quelli speculativi ed i Ponzi, per il semplice fatto che i primi iniziano ad essere, in qualche modo, i finanziatori degli altri. Poi come spiegato il giochino si rompe e questi castelli fondati solo sul debito iniziano a crollare , il credito si prosciuga.

Cos'è successo nell'attuale crisi? In prima battuta i governi hanno sostenuto nel breve che il debito non venisse a concretizzarsi nella caduta dell'intero sistema economico, seguendo in parte le teorie portate avanti da Keynes e da Friedman, attraverso l'intervento dello Stato e con l'immissione di denaro a basso costo.

Tutto ciò però può andare bene solo nel breve, nel medio e lungo termine se non intervengono efficaci correttivi questo modo di agire può aggravare ancor più lo stato delle cose.

Sono di questo parere in particolare gli economisti di scuola Austriaca, la cui scuola annovera a sé illustri economisti del passato compreso lo stesso Joseph Schumpeter. Molti degli economisti contemporanei cavalcano tuttora queste idee.

Gli economisti della scuola Austriaca sostengono che le reazioni che ci sono state per fronteggiare l'attuale crisi ci condurranno, prima o poi, al peggiore dei mondi possibili. Il loro pensiero era favorevole affinché le banche , le imprese e le famiglie piene di debiti fallissero. In questo modo, affermano, sarebbero sopravissuti solo i più forti che prosperando avrebbero cambiato la tendenza , rigenerando il cammino dell'economia, anzichè continuare a far sopravvivere , banche zombie che rimangono in vita soltanto grazie alle inesauribili linee di credito delle banche centrali, così a valere per aziende quali la General Motors, ecc.

Così come è stato fatto tutte le perdite vengono ribaltate ora sulla società nel suo insieme e, si traducono in un aumento insostenibile del debito pubblico.
In tutto questo la cosa più grave è che le finanze pubbliche vengono messe sotto pressione , pregiudicando la crescita economica di lungo periodo. Senza escludere che col tempo un onere così grande porti gli stessi governi a dichiarare la propria inadempienza come Paese.

Tenuto conto di questo ora ci appare più chiaro quanto affermato poche settimane fa dallo stesso Presidente Mr. Obama, ovvero che non ci sarebbero più stati aiuti così importanti a banche e ad assicurazioni come in passato, piuttosto si sarebbero lasciate andare al loro destino...

Come vedi caro Giò, ci sono debiti e debiti, così accade anche nel nostro quotidiano, quando amministriamo le nostre imprese, e nel piccolo le nostre famiglie.

Tutto deve essere il più possibile ponderato e programmato con una visione di ritorno non solo nel breve, il più delle volte solo speculativa, ma nel medio e lungo periodo, quindi attenzione alla redditività e ai flussi finanziari.
Bisogna creare i pilastri delle fondamenta quanto più solidi, e trasmettere i giusti valori ai nostri figli, sin dalla scuola; ma anche su questo argomento ci sarebbe molto da dire e mi riservo col tempo di parlarne più approfonditamente.

Ad oggi sempre più a valere quel detto dei nostri vecchi... " Non si possono comprare le case senza soldi! Se poi uno non ci va neanche a vivere, cosa se la compra a fare?"

Staremo a vedere nei prossimi mesi quale sarà la tendenza, visti questi ultimi giorni di forte calo delle borse, ed il ritorno dei risparmi verso i "beni rifugio" quali i bond - titoli di stato, non credo ci siano buone prospettive a riguardo per tutti noi.

In questo particolare momento di grande disoccupazione, calo della produzione, ed incertezza sul da farsi, vi lascio con questo pensiero di Keynes affinchè possiate meditare e trovare il coraggio di affrontare il futuro con occhi diversi:

" La difficoltà non sta nelle idee nuove, ma nell'evadere dalle idee vecchie, le quali, per coloro che sono stati educati come lo è stata la maggioranza di noi, si ramificano in tutti gli angoli della mente "

Come sempre Tra Verità e Menzogna restate... Ad occhi aperti.

Il vostro amico Pinocchio & Giò.

mercoledì 18 agosto 2010

" Iddio protegga l'Italia ! "


( radiomusicsmile.splinder.com )


Cari lettori di "Tra Verità e Menzogna",

prendo spunto dalla chiusa della lettera memoriale che ha lasciato l'ex Presidente Cossiga nelle mani del Presidente del Senato Schifani.

Questa sua memoria chiude con la frase di cui ha titolo questo Post.

Sarà una coincidenza ma leggendo il Sole 24 Ore di oggi, trovo, in prima pagina, che l'agenzia Moody's potrebbe, a breve, trovarsi costretta a declassare gli USA e la Gran Bretagna dalla pur sembra ambita tripla A ( indice di massima solvibilità ).
A riguardo delle aspettative future di questi due Paesi suggerisco una attenta lettura dei precedenti nostri Post.

Dell'Italia nel richiamato articolo si parla poco e niente, del resto poco e niente ormai sembra che abbiamo da dire, noi italiani, sia al Mondo intero che al Mercato.

Coincidenza per coincidenza, sfogliando alcuni vecchi articoli di economia e finanza mi torna sott'occhio quello pubblicato il 18 febbraio di quest'anno, che riprende il pensiero del premio Nobel per l'economia , Robert Mundell, che riporto integralmente.(http://www.giornalettismo.com/).
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“L’Italia è la maggior minaccia all’Euro-zona. Un suo salvataggio sarebbe molto difficile”. Il premio Nobel per l’economia, Robert Mundell mette in guardia i mercati internazionali sullo stato del nostro Debito pubblico. Preoccupazione anche da Bankitalia e Commissione Ue.

“L’Italia è la minaccia più grande per l’economia dei 16 paesi della Zona dell’Euro“. Parola del premio Nobel per l’economia, Robert Mundell. L’economista d’origine canadese, intervistato lancia l'allarme: L'Italia è a rischio default dal network televisivo americano Bloomberg tv ha sostenuto inoltre che “ci sono seri motivi di preoccupazione” per il nostro paese e che un suo eventuale “salvataggio“, visto lo stato attuale dei conti pubblici, sarebbe “molto complicato“.

L’ITALIA È AD ALTO RISCHIO - Mundell, che ha ricevuto il premio Nobel nel 1999 con una ricerca che ha contribuito a gettare le basi per la stessa moneta unica europea, è noto soprattutto per i suoi studi accademici sulla politica monetaria e fiscale in regime di diversi tassi di cambio. Conosce pertanto la situazione italiana molto bene. Ne ha valutato, nel corso degli anni, sia i pregi, sia i difetti. La sua preoccupazione, quindi, non appare estemporanea. “Sarebbe molto difficile riuscire a salvare l’Italia – ha chiosato l’economista – qualsiasi cosa si stia facendo per la Grecia e magari per il Portogallo e anche per l’Irlanda, deve anche essere fatto, entro breve tempo, per salvare l’Italia. L’Italia stessa deve essere preoccupata“. Gli analisti economici della Tv che fa capo al magnate dell’editoria e sindaco di New York, Michael Bloomberg, hanno poi ricordato come “il governo italiano ha cercato di impedire che l’Italia fosse accomunato con le altre economie deboli della zona dell’euro“, i cosiddetti PIIGS – Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna – che recentemente stanno causando non poche preoccupazioni agli investitori internazionali per la loro scarsa capacità di controllo del deficit e del debito. “Lo stesso Primo ministro italiano, Silvio Berlusconi – ha ricordato il network americano – ha detto lo scorso 10 febbraio che molte altre nazioni stavano facendo ‘molto peggio’ dell’l'Italia e che i mercati gli hanno dato fede“. Affermazioni però infondate, sostengono gli analisti economici di Bloomberg, poiché l’Italia, che in Europa rappresenta la quarta economia più grande, “non è ancora fuori dalla recessione“, specie dopo “la contrazione dello 0,2% segnata nel quarto trimestre del 2009“. Il Pil, su base annua, è calato del 5% rispetto a quello registrato nel 2008. Il Debito pubblico, quest’anno, salirà al 117%. Cifre, secondo pure Robert Mundell, che fanno del nostro paese “dopo la Grecia, il paese a più alto rischio“.

SOTTO IL TIRO DELLA SPECULAZIONE - Il prestigioso economista d’origine canadese, per di più, sostiene che il nostro elevato Debito pubblico finirà per creare “problemi a tutta la regione dell’euro, specie se dovesse esserci un aumento dei tassi d’interessi” che renderebbero, di fatto, “molto difficile all’Italia far fronte ai suoi prestiti“. “L’Italia – rimarca Mundell – ha circa 1,8 trilioni di euro (1 milione e 800 mila miliardi n.d.a) di Debito pubblico, più di cinque volte superiore a quello della disastrata Grecia“. Robert Mundell, che tra l’altro è anche professore all’autorevole Columbia University, sostiene che: “Se l’Italia avrà delle difficoltà, diventerà inevitabilmente un bersaglio della speculazione e allora ci saranno problemi enormi anche per l’euro“. Riguardo all’Euro-zona, Mundell valuta invece del tutto “ingiustificati gli allarmi di chi preconizza una spaccatura dell’unione monetaria“. Anzi, a suo parere “l’Euro-zona dovrebbe continuare a crescere arrivando a includere anche l’Inghilterra“. Nell’immediato, comunque, le autorità monetarie europee “non devono permettere per almeno dieci anni all’euro di superare quota 1,40 sul dollaro” perché, sostiene l’economista, questo rischierebbe di penalizzare fortemente le esportazioni e di conseguenza l’economia continentale. Quanto alla Grecia, Mundell reputa che sia “un problema locale“, così come lo può esserlo “la California per gli Stati Uniti“. “La California può anche andare in default – ha detto il premio Nobel – ma questo non avrà alcuna conseguenza sul resto del paese“.

LE PREOCCUPAZIONI DI BRUXELLES E DI DRAGHI - “Il Debito pubblico italiano, Il Nobel Mundell lancia lallarme: L'Italia è a rischio default preoccupante”. Con queste parole lo scorso dicembre, il commissario Europeo agli Affari Economici, Joaquin Almunia, nel corso della presentazione delle nuove stime della Commissione Ue, confermò che anche il nostro paese è ancora sotto stretta osservazione. Uno dei problemi fondamentali, secondo Almunia, è quello del peso degli oneri del debito che “sono pari al 5% del prodotto, un livello superiore a qualsiasi altro Paese“. Nella stessa conferenza, Il commissario spagnolo ricordò come: “Il giudizio della Commissione sulla ripresa post-crisi non è dei migliori, una ripresa che sarà moderata e anche quando prenderà piede le debolezze strutturali incluso il debito pubblico molto elevato continueranno a pesare sull’economia. Complessivamente dal primo trimestre 2008 al secondo trimestre 2009 la perdita cumulativa del Pil in Italia è stata del 6,5%, simile a quella registrata in Germania ma più alta della maggior parte dei paesi dell’Euro-zona“. Non dissimili sono state le preoccupazioni espresse dal governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi che, intervenendo alla conferenza “The future of finance” organizzata dal Wall Street Journal lo scorso dicembre, affermò: “La maggior preoccupazione per il futuro è l’enorme volume di debito corporate e pubblico in scadenza nei prossimi cinque anni. Se per varie ragioni i tassi di interesse dovessero salire con i bilanci delle banche non ancora risanati, e possono farlo – ha spiegato Draghi - per ragioni di politica monetaria e perché lo spazio per il risanamento durerà ancora diversi anni, allora sarebbe una cosa preoccupante se si considera che i debiti bancari sono dell’ordine dei trilioni, ai quali bisogna aggiungere il Debito pubblico, allora potrebbe materializzarsi un rischio per i debiti degli Stati“. Analisi – quelle di Almunia e dello stesso Draghi – come si vede, del tutto analoghe a quella fatta dal Nobel canadese.
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A questo punto vista la situazione che si andrebbe a prospettare mi chiedo se tutto questo possa mai avere un effettivo riscontro con la realtà, tenuto conto che girando per le strade, più di tanto non sembra, nel frattempo, essere cambiato.

Sì, la crisi c'è, e la si sente con il forte calo dell'occupazione, delle commesse di produzione, negli acquisti, nelle nostre sempre meno disponibilità finanziarie, ma la possibilità di addivenire ad una situazione di default del nostro Paese come di altri in Europa , sembra alquanto improbabile, per non dire impossibile.

Voglio comunque capire meglio questo aspetto legato anche alla percezione che ognuno di noi ha del problema, e nuovamente mi farò aiutare dal mio amico Pinocchio, al quale sottopongo queste domande.

1)L'attuale situazione del debito pubblico di gran parte dei Paesi più industrializzati, incluso l'Italia, può portare alla rottura del sistema economico?

2) Presupponendo che questo possa accadere, perchè le persone non percepiscono questo pericolo?

Pinocchio/

Caro Giò, neanche rientrato dalle ferie e già sei a sottopormi i tuoi quesiti, ai quali in parte mi sembrava di aver già dato risposta nelle mie precedenti comunicazioni.

Ciò premesso, vediamo di fare un punto sulla situazione, partendo dall'ultimo quesito.

Chi ha studiato Marx ne "Il Capitale", ricorderà questa sua affermazione: " Le persone esistono solo come maschere economiche. E, solo come personificazioni di rapporti economici, esse trovano l'una di fronte l'altra".

La maschera che ognuno di noi indossa sta ad indicare la nostra mancanza di rapporto con gli altri. Le maschere non hanno volto. Il nostro rapporto oggi è sempre più, se non esclusivamente, basato sul solo denaro. Tutto sembra essere regolato dall'economia - malata e dai mercati finanziari meno buoni.L'uomo così non è più in rapporto con le persone, che per l'appunto altro non sono diventate che maschere economiche indifferenti.
Tutto è diventato "sistema", quindi, essendo parte di questo sistema stenta anche a sentirsi oppresso, rinuncinado così a rivendicare, come si è fatto per tanti secoli in passato, il proprio diritto ad essere uomo e riconosciuto come tale dal mondo. Oggi, come dice Umberto Galimberti, non ci sono più servi o signori, essendo l'uomo con più o meno soldi in tasca, diventato ormai solo "cosa". Ed ecco davanti a questo appiattimento prendere forza la sola legge del mercato , la "razionalità" di questo. Non ci sono più servi e padroni, di conseguenza lotte di uomini contro uomini, ma solo essere umani che si trovano a fronteggiare il mercato, che tuttavia non è una persona, non ha volto, quindi difficile da identificare e da combattere. Ecco perchè a malincuore devo prendere atto che i giovani accettano ora, con rassegnazione qualsiasi lavoro, che sia a dempo determinato, in nero o altro, perchè non riescono ad identificarsi più col lavoro stesso a sentirsene parte integrante nella costruzione di un Paese, che ormai sta perdendo anche quegli ultimi valori cui sembravano un tempo indissolubili, uno per tutti il rispetto della propria famiglia. Quando una persona perde il lavoro cade in una crisi di identità che va ben oltre la necessità di denaro, di dover far fronte regolarmente ai propri impegni. Non potendo chiedere aiuto ad alcuno, venuta meno la solidarietà, e calpestata la speranza nel futuro, vive questa sua sofferenza da solo, e di questa solitudine si ammala, a volte senza ritorno.

Le persone, chi più chi meno, percepiscono l'attuale situazione di crisi, ma non sanno contro chi scagliare la propria rabbia, contro chi far valere i propri diritti. La politica quella con la "P" maiuscola non c'è più!
Le persone finchè non vengono toccate personalmente sono indifferenti al problema.
Un disoccupato in più o in meno che importa, purchè ad esserlo non sia io o qualcuno dei miei cari. Così facendo prima o poi ci ruberemo a vicenda lo " spazzone lavavetri " agli angoli delle strade, sempre che ci siano ancora macchine in circolazione.

Cercando di rispondere alla prima domanda, altro non posso che confermare che questo rischio sussiste. Non so come potremo uscirne, di certo bisogna cambiare le regole del gioco ridistribuendo le risorse in modo più equo( tutti lo dicono, ma nessuno lo fa, e chi ci prova viene schiacciato-tritato ). In certi momenti bisogna avere il coraggio di "togliere ai veri ricchi" per "dare ai veri poveri" , ma soprattutto bisogna tornare ad investire nel medio e lungo termine, sui giovani, sulle loro idee, su chi più merita e non su chi ruba... e continua a farlo.

Abbiamo perso vent'anni senza aver investito alcunché sul futuro, sui progetti meritevoli, sui giovani talenti , che continuano a bussare a quelle porte che nessuno più apre, perchè è più facile guadagnare con un click in borsa, che su un progetto che richiede dispendio di energie e risorse di vario tipo. Noi, che un tempo eravamo la patria di Leonardo da Vinci, di Michelangelo, di Dante, di Galileo Galilei , di Guglielmo Marconi e di tantissimi altri che ora si staranno rivoltando nella tomba nel vedere tutto questo. Alla fine i conti tornano sempre ed oggi ne stiamo già pagando le conseguenze. Abbiamo rubato il futuro ai nostri figli e di questo tutti, indistintamente, ce ne dobbiamo vergognare.

Non so se riusciremo a cambiare il senso di marcia a questo tortuoso vortice che si è venuto a creare, ma ci possiamo provare, tirando fuori, una volta per tutte , la testa dalla sabbia, sempre che non sia troppo tardi, e se mai dovessimo cadere... che Iddio protegga l'Italia!

Tra Verità e Menzogna... restate Ad occhi aperti!

Il vostro amico Pinocchio & Giò

venerdì 30 luglio 2010

Debt Deflation ( deflazione da debito) . Cos'è? Come se ne uscirà?


ideashaveconsequences.org



Cari amici di "Tra verità e menzogna" , prima di parlarvi della Deflazione da Debito, permettetemi di soffermarmi per un attimo ricordando Irving Fischer che ormai settant'anni fa pubblicò The Debt Deflation. Fischer cercò nella sua opera di dare spiegazione alla terribile dinamica della Grande Depressione del 1929.
Non fu però ascoltato dagli allora luminari della comunità scentifica.
La teoria della Deflazione da Debito di Fischer nasce nel tentativo di trovare una spiegazione agli effetti di persistenza, di propagazione e di contagio che, negli anni trenta, avevano progressivamente condotto al tracollo economico-finanziario numerosi paesi industrializzati.
Fischer non fu ascoltato, gli economisti continuavano ad avere una
incrollabile fiducia nelle forze “stabilizzanti” del mercato e a credere nella
neutralità della sfera finanziaria su quella reale dell’economia.
Irving Fisher con il suo studio risultò essere del tutto innovativo e, come spesso accade in questi casi, incontrò forti resistenze tali da costringerlo ad un
relativo isolamento.

Ma procediamo per gradi, prima di tutto cerchiamo di capire che cos'é la Deflazione da Debito, e per farlo, come sempre, devo avvalermi del supporto de mio compagno di viaggio, Pinocchio, che già fatte le valigie per andare in ferie, ha voluto ugualmente darci il suo contributo a riguardo.

Qundi a lui la parola.

Pinocchio/

Non ti nascondo che me lo aspettavo... già pronto sulla porta di casa per uscire per andare in ferie, ed ecco che arrivi tu, con un altro dei tuoi quesiti ( dei più semplici non ce ne sono?). Del resto mi hai coinvolto in questa avventura, ed ora di certo non posso tradire i tanti amici lettori.

Veniamo al dunque.

Riprendo quanto già detto nel precedente post. L'insolvenza dei debiitori provoca una serie di reazioni economiche negative, che nell'insieme costituiscono il fenomeno della Deflazione da debito, che lo stesso Irving Fischer nel 1933, ben descrisse. Se le famiglie hanno redditi superiori ai consumi necessari per vivere, queste possono farsi anche un patrimonio di beni immobili o di titoli immobiliari. Nei momenti felici, le famiglie possono ottenere questo anche attraverso il ricorso al credito, che altro non è che per loro un indebitamento.

Anche qui, ad esprimere questo concetto, entra in scena un'altra importante formula matematica : C+P = f ( Y,D), ovvero i consumi C e gli Asset delle famiglie P sono alimentati dai redditi Y e dall'indebitamneto D.

Ovviamente la sostenibilità dell'indebitamento dipenderà anche dal tasso di interesse praticato dalle banche, con effetti di crescita se questo diminuisce.
Se ben ricordate, quanto detto in precedenza, questo modo di agire ha portato all'incentivarsi dei mutui immobiliari, senza dover dall'altra parte intervenire con particolari garanzie personali. Quando invece questi tassi cominciano a cambiare la loro tendenza al crescere, questo meccanismo comincia a diventare "tortuoso".
Per meglio comprendere, vi porto un esempio pratico, che molti di voi potrebbero avere toccato con mano.
Sia dato un debto di €. 100.000 che ad un dato tasso di interesse si ritiene coperto dal valore del patrimonio mobiliare ( ovvero da titoli), ad esempio 1000 titoli del valore di €. 100 cad. Come si dice nel Paese dei Balocchi...la banca è garantita " Soldi contro Soldi". La banca è tranquilla , il debitore pure.
Ma quando i tassi di interesse aumentano, di conseguenza il debito aumenta, contrariamente al valore patrimoniale che diminuisce essendo funzione inversa di questo. La banca allora chiederà di ridurre il debito, poniamo del 10%, e la famiglia si attiverà vendendo parte dei suoi titoli pari al 10% sul mercato. A questo punto ad un debito verso la banca di 90.000, corrisponderà un nostro patrimonio di €.90.000?
Se vendessimo solo noi probabilmente sì, ma se questo si attua su ampia scala nel medesimo istante, ovvero tutti sono interessati a vendere i propri titoli, questi verranno venduti ad importi sempre più bassi ( pensate ad esempio alle azioni di borsa, il prezzo dell'azione cala nella stessa proporzione cui più persone vendono - principo della domanda e dell'offerta).
Poniamo a questo punto che i nostri 1000 titoli che in precedenza valevano €. 100 cad. , ora in forza di questo, i restanti 900 titoli ( 100 li abbiamo venduti al prezzo pieno) si siano ridotti del valore di €. 90 cad ( anzichè a 100) Ci troveremo così ad avere un patrimonio mobiliare non più di €. 90.000 ( 900 titoli x €. 100 cad) ma di €. 81.000 ( 900 titoli x €. 90 cad.)sulla bsae di quanto detto sopra.

A questo punto la banca , che è molto attenta, raffronta il suo credito di €. 90.000 con il valore dei titoli da voi posti in garanzia pari ad €. 81.000.
Quindi per pareggiare i conti vi chiederà l'ulteriore copertura di €.9000.

Fischer che cosa affermava a riguardo? Ecco il paradossso: più si prova a pagare il debito, più ci si mette in condizioni di non arrivare a pagarlo per la progressiva caduta del valore degli asset patrimoniali. Siccome la diminuzione del valore dei patrimoni inciderà non solo su quelli mobiliari ( titoli, ecc) ma anche su quelli immobiliari, il valore di questi, anche per coloro che non hanno debiti, si troverà diminuito, in alcuni casi del tutto "evaporato".

Questa è la Deflazione da Debito. Si calcola che in borsa nel solo 2008 i mercati immobiliari abbiano bruciato una cifra intorno ai 50.000 miliardi di Dollari( per coloro ancora attaccati alla nostra vecchia "lira",che si vogliono divertire, possono fare la conversione da dollaro in Lire , e calcolare gli zeri a seguire, forse così il numero rende più l'idea! ).

Quanto sopra in risposta al primo quesito di oggi, per la seconda domanda : "Come se ne uscirà?" questa risposta , non è di facile soluzione. Ritorniamo a Fischer, lui affermava che la soluzione più semplice fosse la riduzione del tasso di interesse così da rialzare i valori degli Asset, sempre che i creditori(banche , ecc..) non continuino con la loro richiesta di ripagare i mutui ( vi viene in mente qualcosa a riguardo della moratoria messa in atto dal Governo Berlusconi sui mutui e leasing...) trattandosi a questo punto non solo di un problema di costo dell'interesse ma di rientro del capitale. Alternativa a questo , l'aumento dei redditi delle famiglie , più entrate, più possibilità di pagare le rate dei mutui senza trovarsi costretti a vendere i propri patrimoni.
Ma a tutto questo manca ancora una cosa : l'aumento dei consumi.
Del resto così facendo, il maggior reddito alle famiglie sarebbe indirizzato al pagamento dei mutui e non ai consumi.
A questo punto, sembra non restare molta altra scelta se non quella di una moratoria dei debiti( protratta nel tempo) , l'acquisto da parte dello Stato di quei famosi " pacchetti salciccia" di cui vi ho parlato nel precedente post, ovvero di quei titoli tossici buttati sul mercato. Questo favorirebbe di certo i creditori, quali banche , ecc. ( così è stato sino adesso) , ma i debitori, le famiglie, come potranno liberarsi dai loro debiti?
Purtroppo, al momento non vi sò dare una risposta, ma vedo che in questa situazione si trovano anche tanti altri guru della finanza e dell'economia. Escludendo ciò che si metteva in atto un tempo, non molto lontano : un'altra guerra ( es. ricordate crisi del 29- la seconda guerra mondiale), forse una soluzione potrebbe essere la cancellazione del debito, come dicono a Napoli : chi ha avuto ha avuto, chi ha dato a dato... scordiamoci o' passato!

Forse tutto questo e solo fantapolitica, fantaeconomia, del resto io son Pinocchio e vivo di bugia.

Tra verità e menzogna, ogni tanto a fantasticare, anch'io mi diletto...

Anche in vacanza... restate - Ad occhi aperti!

Il vostro amico Pinocchio&Giò

sabato 24 luglio 2010

Il Campo dei miracoli...


" - Eccoci giunti - disse la Volpe al burattino - Ora chinati giù a terra, scava con le mani una piccola buca nel campo e mettici dentro le monete d'oro.
Pinocchio ubbidì. Scavò la buca, ci pose le quattro monete d'oro che gli erano riimaste: e dopo ricoprì la buca con un po' di terra. "
...

" - C'è altro da fare?
- nient'altro - rispose la Volpe. - Ora possiamo andar via. Tu poi ritorna qui fra una ventina di minuti e troverai l'arboscello già spuntato dal suolo e coi rami tutti carichi di monete. "


Caro Pinocchio, ricordi questo passaggio della tua vita? Di certo quella volta non hai fatto una bella figura. Ma lasciamo stare del resto noi ne avremmo da raccontare anche delle più grosse di queste.

Ho voluto comunque prendere spunto da questa tua vicenda per collegarmi al fatto principale di oggi. Ho letto che le banche europee hanno superato tutte lo "stress test", tolto alcune, in particolare 5 in Spagna , 1 in Germania ed 1 in Grecia, ma da noi in Italia sembra essere tutto OK. Mi viene da dire che bravi!!! Poi mi tornano alla mente i rating tripla A di tante banche, sfociate da lì a poco in bancarotta.

A questa notizia, che altro non possiamo fare che prendere per buona, come a suo tempo avevi preso tu nel Campo dei miracoli, un'altra notizia di particolare impatto, comparsa oggi sul quotidiano il Sole 24 ore, ci viene raccontata da un certo signore della finanza, un tal Cesare Geronzi, il quale afferma che " al XXI secolo appartiene la tempesta perfetta della finanza ".
Mi piacerebbe riprendere quanto detto fino a pochi giorni fa da banchieri, finanzieri ed uomini politici, molti di questi continuano anche ora ad affermare che la " crisi non esiste... " , aggiungo io : visto che tutti continuano ad andare al mare. L'articolo di Mister Geronzi merita di essere letto attentamente, visto che lui di finanza se ne intende e da sempre riveste cariche di particolare rilievo, non in ultimo in Mediobanca, da sempre nella stanza dei bottoni..., sin dalla prima Repubblica. Tutte belle parole, una grande morale, etica a non finire... tanto di cappello! Ma dov'erano questi signori quando succedevano queste cose? Forse nel Campo dei miracoli? Lasciamo stare....

Una cosa in tutto questo continua, per tanta gente,a non essere chiara.
Ma come siamo arrivati a questa crisi?

Chiedo quindi lumi a te, mio caro Pinocchio.

Pinocchio/

Il Campo dei miracoli... questa che vi voglio raccontare, in poche righe, è in gran parte affine a quanto successe a me tanto tempo fa.

Tutto possiamo dire nasce da una semplice formula matematica , quella del reddito.
Tutti sappiamo, e chi non lo sa, lo saprà ora, che il Reddito è il risultato di consumi, investimenti e spesa pubblica ( Y = C+I+G) .
Vi esento dai vari tentativi fatti in passato per favorire il risultato di questa formula, e le vicessitudini della storia dell'ultimo secolo, tra queste ciò che portò alla crisi degli anni 30, ed in seguito alle politiche di indebitamento degli Stati, per arrivare ad oggi.
Non potendo ripetere alcuno degli esperimenti passati, questi signori hanno pensato che non restava altro da fare che aumentare i consumi. Non di certo per il tramite dell'aumento dei salari, ma con una manovra del tutto accomodante messa in atto dal Governo e dalla Federal Reserve. Abbassare i tassi d'interesse, direttamente a favore delle famiglie affinchè fosse favorito il loro indebitamento ipotecario immobilliare. Tutti dovevano diventare proprietari di una casa. Anche Marx aveva un'idea simile, ma partiva da altri presupposti. A chi il grande merito di questa idea? All'ex Presidente Bush ( il piccolo). Forse illuminato dalla vecchia teoria di Ford " tutti gli americani devono avere una automobile ... purchè sia di modello " T - nera ".
Ma come poter comprare una casa senza soldi? Facile, andare in banca e chiedere un mutuo! Una trovata geniale, senza alzare i salari i lavoratori avrebbero consumato di più, da qui più comsumi- più produzione - più reddito. Non solo, un doppio business, più consumi ed interessi, contro il solo indebitamento della famiglia. I tassi variabili improntati sempre più in forte ribasso, avrebbero inoltre favorito questo processo. Così la domanda aumentava ed il valore delle case cresceva, e se una casa acquistata con un mutuo pari al 100%, dopo poco vedeva aumentare il suo valore, a questa poteva quindi aggiungersi anche un altro credito per spese quali l'acquisto dell'auto o altro, sempre garantito da un valore in crescita del bene immobile. Fin qui, tutto semplice, ma a chi concedere i mutui? A tutti ovviamente, persino a quei clienti ormai definiti col termine di Clienti Ninja ( no income, non job, no assets) applicando a questi ultimi qualche punto in più negli interessi ( tanto non avrebbero mai pagato).

Ma le banche come avevano calcolato questo loro rischio di rientro del capitale e interessi? Quante disponibilità liquide avevano al loro interno per foraggiare questa insana politica? Sicuramente non a sufficienza. Poi le banche, sono banche, quindi qualcosa in più a riguardo devono sapere. E per superare l'ostacolo, cosa hanno inventato? La cartolarizzazione! Ossia trasformavano questi crediti ( mutui subprime e altro) in titoli commerciali ed hanno incominciato a metterli sul mercato. Ma chi opera sui mercati finanziari non sempre è un pirla, di conseguenza chi li avrebbe mai comprati? Ed ecco aggiungersi un'altra perla, impacchettare questi crediti con altri titoli più sicuri, e quindi a tasso di interesse più basso, dentro obbligazioni collaterali di debito (CDO) o se preferite "pacchetti salciccia", che grazie a quei titoli a rischio offrivano all'investitore un maggior tasso di interesse. Chi comprava non sapeva esattamente cosa c'era dentro al paniere. Il tutto supportato dalle agenzie di rating, pronte a garantirne la qualità ( del resto le società di rating da chi sono pagate ? dalle stesse banche).
Solo pochi dati per farvi capire l'entità di tutto questo. Tra il 2005 e il 2006 in America si dice che siano stati messi in circolazione 1400 miliardi di $ , e 700 miliardi nel solo primo trimestre del 2007. Ma in realtà l'esatto ammontare di queste immissioni nel mercato internazionale sembra essere sconosciuto a tutti, visto che tutti potevano agire liberamente senza rendere conto ad alcuno.Ma la cosa ha ancora di più dell'incredibile. Dopo tutto questo che cosa mai uno si poteva ancora inventare?
Devo ammettere che la fantasia di voi umani, supera di molto quella di noi burattini.
Presto detto, e presto fatto, bisognava assicurare questi crediti. Ed ecco pronti e ben serviti sul piatto d'argento i contratti Derivati, come i CDS ( credi default swaps)con cui le imprese assicurative garantivano, dietro pagamento di un premio, ai possessori di titoli "tossici" il loro rimborso nel caso di inadempienza. Il tutto basato sullo stesso principio dell'RC Auto : non tutti avrebbero avuto nello stesso tempo incidenti e bussato contemporaneamente alla cassa)

Tutto questo sembrava costruito alla perfezione, tutti lor signori, banche , assicurazioni, finanzieri, incassavano, mentre il "popolino" era felice dentro la sua casa di proprietà ( della banca!)e l'investitore credeva di avere in mano l'affare della sua vita , la maturazione di interessi a go-go. Tutti erano felici nel " Paese dei Balocchi".
Ma da lì a poco le cose sono andate diversamente. La guerra in Iraq è durata più del previsto. Il petrolio non è stato portato a casa dagli Americani, le spese della guerra preventivate in 50 miliardi di dollari sono passate a 3000 miliardi di dollari ( stima del 2008 di Joseph Stiglitz), nel frattempo con questo stratagemma le famiglie americane si erano indebitate di 18.200 miliardi di dollari per produrre 3800 miliardi di PIL , tra il 2000 ed il 2006. Bush sapeva che solo la conquista del petrolio avrebbe permesso all'America di sopperire a questa immensa "bolla creditizia". Tutti sappiamo invece come è andata a finire. Tutti hanno avuto un incidente e contemporaneamente hanno bussato cassa! Per far fronte a queste spese militari Bush ha dato fondo all'avanzo di bilancio federale, poi si è messo a spendere il disavanzo, mentre il petrolio passava da 20$ al barile ai 100$. La bilancia commerciale, differenza tra importazioni ed esportazioni, nel 2006 toccava in rosso la soglia dei 856 miliardi di $. quando nel 2001 era di - 389 miliardi di $, favorendo così lo sviluppo della Cina e della Germania.
Il rischio era che i capitali potessero da lì a poco prendere altre strade, quindi, per recuperare la fiducia, le alte sfere Americane hanno pensato di "svalutare" il dollaro, arrivato a quotare sino a 1,5 sull'Euro, e ad aumentare i tassi di sconto, dall'1% del 2003 al 5,25% del 2007.
Tutto sembrava perfettamente calcolato, ma così non è stato, da lì a poco gli interessi sui mutui cominciarono a lievitare, le famiglie dovevano sborsare maggiori somme, che già non avevano o di cui scarseggiavano in precedenza, per far fronte ai loro impegni, a questo il ribasso el settore immobiliare quale ciliegina sulla torta. La casa cominciava a valere molto meno di quello che veniva a costare, quindi perchè continuarla a pagare?
A seguire le prime insolvenze, blocco dei pagamenti dei mutui... pignoramenti sulle case... e i nostri investitori con in mano il "cerino" , quei famosi CDO a tripla A, per i quali le stesse assicurazioni non avevano alcuna possibilità di copertura, dal momento che il ragionamento era stato fatto sul principio della polizza RCA. Ricordate il salvataggio da parte dello stato Americano , della più grande compagnia assicurativa al mondo , l'AIG?

Chi aveva titoli salciccia, ma non solo anche coloro che ne possedevano di diverso tipo , stante la paura di perdere tutto, ha cercato di realizzarli non appena possibile, mentre chi incassava denaro ha tenuto ben stretto il contante e non l'ha più investito, da qui il " credit crunch bancario ".

Anche qui un'altra fiaba, quella Mary Poppins, insegna!

A tutto questo le conseguenze legate ai risparmi sui consumi, minor necessità di produzione, minor bisogno di forza lavoro, restrizione del credito da parte delle banche ( carenti anch'esse di liquidità, e con tanti-troppi- scheletri ancora nell'armadio- hanno dovuto persino modificare per le regole di presentazione dei loro bilanci affinchè tutto ciò non comparisse), gli Stati si sono trovati costretti a stampare carta moneta , immettendo sui mercati una immensa massa di liquidità, per coprire e sostenere il sistema finanziario e bancario - banche troppo grandi per poter fallire- ( perchè no? mi domando io), e così di seguito sino ad arrivare al giorno d'oggi.
Mister Obama ( vedi post precedente) ora ha ammesso che non vi saranno più salvataggi di banche o assicurazioni fatte a spese dei contribuenti! Sante parole!
Ma sarà verò?
A questo punto mi domando quanti "pacchetti salciccia " ci siano ancora in circolazione. Forse più di quelli che possiamo immaginare, e sono nelle tasche di tutti, anche nelle vostre, di quelli che formalmente non li hanno mai comprati ma si troveranno a pagarne il prezzo negli anni a venire, e lo pagheranno soprattutto i nostri figli, perchè non potendo sparire , questa immensa bolla creditizia, verrà assorbita da tutti, anche se sappiamo chi in qualche modo ne ha beneficiato e da loro bisognerebbe andarli a recuperare, ma a quanto pare sembra impossibile.

Se è stata fatta la prova dello Stress test bancario ( tenuta delle banche di fronte ad situazione di recessione e di perdite consistenti sui crediti), ma non siamo ancora riusciti a creare regole certe per una finanza etica, forse qualche motivo ci sarà. Si vuole veramente dimostrare al sistema che tutto è sotto controllo? Lo vedremo nei prossimi mesi. Del resto anche di questo Stress test, poco sappiamo. Come è stato fatto, se la misurazione teneva conto di tutti gli elementi/parametri del caso, ecc. Ci dovremo fidare ancora una volta del Gatto e della Volpe!?

Qualcuno, in tutta questa vicenda , si sarà pure arricchito alle spalle della povera gente. I soliti, sempre i soliti, e non solo Americani.
Di certo, la stragrande maggioranza di questi galantuomini, saranno ancora seduti al loro posto , a spartirsi anche quelle mie quattro monetine che avevo seppellito nel Campo dei miracoli.

Devo ammeterlo: le fiabe insegnano più ai piccoli, che ai grandi!

Cos'altro posso aggiungere, se non a risentirci presto," Tra Verità e Menzogna...", restate... " Ad occhi aperti ".

Il vostro amico, Pinocchio & Giò.

lunedì 19 luglio 2010

Il secondo semestre 2010 , una scommessa : testa o croce ?


Vorrei iniziare questo viaggio con voi con questo pensiero:

" Le notizie cattive sono sempre nascoste da quelle buone".

Entriamo subito a trattare l'argomento di oggi riguardante la "crisi".
Tutti hanno da dire e da ridire su questo argomento. Quale sarà la verità? Cosa nasconde la menzogna?

Non sapendo più a chi rivolgermi ho pensato bene di interpellare un mio vecchio amico di infanzia, Pinocchio, sempre pronto con una risposta a tutto.

Sarà d'ora in poi il mio mentore, del resto chi più di lui sà dove si nasconde la verità?

A lui, quindi chiedo di fare luce sull'attuale crisi e sulle prospettive di ripresa della nostra economia.

Pinocchio /
Carissimi lettori di " Ad occhi aperti" , il mio pensiero è presto detto.
La seconda metà del 2010 si preannuncia per tutti particolarmente preoccupante. Avremo una ripresa della crisi mondiale, dopo un breve ristagno.
L'attuale situazione può solo peggiorare nei prossimi mesi, e toccherà molteplici aspetti, dalla politica , al sociale, indistintamente tutti i Paesi ne saranno interessati.
Quattro sono i punti focali:
* Il debito pubblico occidentale, diventato ormai insostenibile
* L'auterity dell'europa
* L'inflazione della Cina
* La contrazione USA

Partiamo dall'indebitamento. Questo viene ad interessare non solo le popolazioni indebitate, ma anche quelle creditrici. I crediti in valuta Euro e Yen saranno a rischio di "svalutazione" per una percentuale considerevole tra il 25 e il 30%, mentre per i crediti in valuta Dollaro o Sterlina questa potrebbe aggirarsi attorno al 40-50%.
La domanda più ovvia è come questo possa avvenire.
La svalutazione può assumere una di queste forme: svalutazione pubblica, o ristrutturazione del debito( nelle situazioni con maggiore pericolo).
Non dimentichiamoci che in questo periodo il panico domina sovrano. Basta molto poco per allarmare gli investitori.
Il crescente debito dei Paesi Occidentali, è prossimo a subire un altro forte scossone a partire dai prossimi mesi del 2010. Il sistema finanziario mondiale potrebbe subire contraccolpi tali da metterlo a KO.
Non a caso, proprio ieri, Mister Obama è dovuto intervenire, di forza, dichiarando che " Agli americani non verrà mai più chiesto di pagare il conto degli errori di Wall Street, non ci saranno mai più dei salvataggi di emergenza finanziati dai contribuenti". Tutto questo per salvaguardare la fiducia degli investitori, che come dicevo attraverso il panico possono portare questo sistema ad un punto di non ritorno.
Ho sempre pensato che a questo indebitamento incontrollato, l'unica via d'uscita possibile potrebbe essere quella della remissione del debito, un debito irredimibile ( il cui valore del capitale non verrebbe più restituito). Quello che da sempre si parla per il Terzo Mondo, potrebbe tornare utile oggi a noi. Il grande dilemma, a cui nessuno sa dare risposta, è cosa potrebbe accadere dopo.
Per quanto concerne l'Austerità europea, dobbiamo prendere come riferimento la Germania. In particolare qui si parla di un'austerità di bilancio in ambito sociale e politico, con tutto quello che ne consegue per la popolazione, con particolare restrizione nella spesa per i servizi sociali, lasciando la soluzione di tanti problemi alla tendenza generale verso "l'ognun per se".
Altro punto focale è l'inflazione Cinese. La Cina, dopo aver esportato per tanti anni i suoi prodotti a basso costo, ora sembra essere oggetto di un'ondata di ribellioni sociali, con richiesta di aumenti salariali a doppia cifra, difficile da controllare per gli stessi governanti. I costi, anche se rimarranno sempre molto lontani dai nostri, inizieranno a lievitare, con conseguente contrazione dell'esportazione verso gli altri Paesi, in particolare verso gli Stati Uniti che dipendono massicciamente dalla Cina per tutto ciò che concerne merci a basso costo.
Pur riducendone i consumi, non potranno far altro che continuare a comprare, non potendo, dall'oggi al domani, sostiture rapidamente i lavoratori cinesi con altri.Questi due Paesi si troveranno ad affrontare forti conflittualità , col cambio Yen/Dollaro. Una combinazione di euro debole ed i crescenti costi della produzione cinese permetteranno, seppur solo per pochi mesi, una finestra di opportunità per l'Europa verso le esportazioni.
Questa crescita del costo cinese, sarà portatrice di una rottura globale del sistema.
Infine la contrazione USA. In questo ultimo periodo mai così tanti Americani si sono trovati a dover sopravvivere di buoni pasto del Governo Federale, budget di spesa ormai rientrato in quello familiare. Gli stati sempre più stanno tagliando i servizi sociali per esigenze di bilancio , aumentando nello stesso tempo la disoccupazione. Il numero dei cittadini Americani che non hanno più lavoro, casa, e che non possono più mandare i propri figli all'università sta diventando un problema sociale. Non a caso, ripeto, Mister Obama ha dovuto far sentire la sua voce ai mercati finanziari avvertendoli di tale rischio. Se pensate ai disordini provocati in Spagna ed in Grecia nell'ultimo periodo dovuti alle conseguenze dei piani di austerità messe in atto dai singoli governi, immaginatevi cosa potrebbe accadere in un grande stato quale quello dell'America.
Gli Usa saranno condannati per lungo tempo, in gran parte lo saremo anche noi Europei, in particolare i paesi come la Spagna, il Portogalllo, l'Italia e la Grecia, a soffrire una grande crisi. Ancor peggio si verrà a trovare l'Inghilterra, la cui situazione finanziaria ed economica la possiamo ormai comparare sempre più a quella Americana. Questa crisi durerà molti anni, la storia ci insegna che può essere necessario un decennio, ed anche più, per uscirne.
Il mondo da qui a poco verrà ridisegnato,e questo sta già accadendo, anche se molti continuano a non comprenderlo. Ciò che valeva solo ieri può non valere più già domani, le cose cambiano in fretta, alla velocità di internet.

Prestate attenzione, non fatevi ingannare da falsi messaggi, promesse o altro
( ricordatevi di come si cuoce la rana bollita!).

Restate collegati con noi, come si suol dire :

Ad occhi aperti!

Il vostro amico Pinocchio & Giò
(20/07/2010)