venerdì 29 luglio 2011

Che puzza.... tappiamoci il naso!




Cari lettori di Tra Verità e Menzogna, da qualunque parte voi stiate, c'è un limite a tutto.

Governo incassa fiducia sul processo lungo, l'ultima "porcata" made in italy ( http://www.wallstreetitalia.com/ - 29/07/2011)

di Gian Carlo Caselli – 14 Aprile 2011- Il Fatto Quotidiano

Ecco come la riforma sfascia la giustizia e mette al guinzaglio la magistratura
Processo breve, prescrizione breve. Belle parole, formule magiche. Però attenzione, il processo si può dire davvero breve, abbreviato, se l’attuale durata interminabile, vergognosa, fosse effettivamente ridotta. Altrimenti è una beffa!

Oggi il processo penale finisce con una sentenza di merito, che dichiara l’imputato colpevole o innocente. Se passa la riforma invece di questa sentenza avremo molto spesso una burocratica dichiarazione di morte. Perché qual è la novità? La novità consiste nella fissazione di termini nuovi, scelti un po’ a caso, entro i quali il processo se non si conclude, muore, e muore per sempre. Alla faccia della sofferenza delle vittime che non viene tenuta in nessunissimo conto, alla faccia della fatica quotidiana delle forze dell’ordine per assicurare alla giustifizia fior di delinquenti, alla faccia della sicurezza dei cittadini.

Siamo davanti a malfattori di ogni tipo, delinquenti di strada, colletti bianchi, passando da tutte le gambe intermedie di criminalità, un vero esercito arrogante, spinto ulteriormente verso scelte di illegalità. Perché? Perché riceve in regalo, gratis dalla nuova legge un’impunità tombale!

Come stanno in realtà le cose? Se non si fa niente per far funzionare meglio la giustizia, per avere una giustizia più rapida, più efficiente, è comodo dire che il processo deve finire più in fretta così da diventare breve. solo che non è soltanto comodo, sono anche parole in libertà, distribuite un tanto al chilo per imbonire la povera gente con formule magiche.

Processo breve appunto. Chi non è d’accordo con il processo breve? Un cretino, solo che non basta a dirlo, bisogna anche provare a farlo. La realtà invece parla di uno sfascio della giustizia. Fissare termini non di abbreviazione, ma termini castranti, sapendo che non si possono rispettare questi termini, è come menare il can per l’aia e non è una cosa seria.

Una cosa seria sarebbe mettere mano a riforme degne di questo nome e ce ne sono tante che si potrebbero fare. alcune importanti a costo zero. Faccio un solo esempio: ridurre i gradi di giudizio. Noi abbiamo un sistema processuale penale di tipo accusatorio, in tutti i paesi che hanno questo stesso sistema i gradi di giudizio sono di regola due soltanto, primo grado e ricorso alla Corte Suprema. Da noi no, abbiamo molti gradi di giudizio, bisognerebbe sfoltire il tutto, per esempio abolendo l’appello.

Soltanto il giudizio di primo grado e il ricorso in Cassazione in modo da recuperare una quantità massiccia di magistrati, personale ausiliario, da riversare sul primo grado, potenziandolo e accelerando in maniera davvero consistente i tempi. Allora sì che avremmo un processo breve e potremo farla finita con i trucchi verbali che oggi la fanno da padroni nel dibattito sulla nuova legge.

Ma non dimentichiamo che i fautori del processo breve hanno in cantiere un’altra sorpresa, che si chiama processo lungo. Non sto scherzando. In cosa consiste questo processo "lungo"? Consiste nel fatto che oggi le liste dei testi presentate dall’accusa o dalla difesa devono essere ridotte dal giudice a seconda che contengano o non contengano nomi, personaggi che è inutile sentire perché non servirebbero all’accertamento della verità.

Se passa questa riforma ecco che il processo diventa lungo. Perché? Le liste testi devono accettate integralmente, in toto dal Giudice senza nessuna possibilità di dire: questo non lo sentiamo perché è inutile, questo non lo sentiamo perché sentirlo non serve all’accertamento della verità, facciamo un esempio limite, paradossale ma tanto per capirci.

Rissa allo stadio di calcio, io rappresentante della pubblica accusa o difensore dell’imputato, chiedo di sentire tutti gli spettatori presenti alla partita, 10 mila persone. Lo posso fare oggi perché la tessera del tifoso consente di identificare uno per uno gli spettatori e il giudice se li deve sentire, se io chiedo tutti e 10 mila, allora il processo non finisce mai!

Da una parte il processo breve, dall’altra il processo lungo, cos’è schizofrenia? No, niente di schizofrenico per l’amor del cielo, un disegno molto preciso, l’obiettivo è sempre lo stesso: liberare il nostro Premier dai processi che lo ossessionano.

Principalmente due: il caso Mills e il caso Ruby rubacuori. O cancellando questi processi (il processo breve) o trascinandoli all’infinito (processo lungo) si tratta ancora una volta di legge ad personam, ma chi se ne importa!

L’importante è che la gente si beva la favola delle riforme. Non è finita, perché poi c’è la prescrizione breve, più che una legge ad personam una fotografia di una certa persona che poi è il nostro Premier: incensurati, di una certa età hanno diritto a una riduzione di pena. E’ pensata su misura, ancora una volta.

Non si fa niente, assolutamente niente, per migliorare il funzionamento della giustizia. Ci sarà un’infinità di colpevoli o che potrebbero essere dichiarati tali che la fanno franca.

Facciamo l’elenco delle persone che la faranno franca, è un elenco che fa davvero un po’ paura perché comprende scippatori, borseggiatori, topi d’alloggio, ladri assortiti, truffatori, sfruttatori di donne, spacciatori di droga, corruttori, usurai, bancarottieri, estortori, ricattatori, appaltatori, disonesti, pedofili, violenti di onirismo, operatori economici che non si fanno carico delle regole che vietano le frodi in commercio o delle regole che tutelano la salute dei consumatori, imprenditori che si mettono sotto i piedi le norme sulla sicurezza dei lavoratori sul posto di lavoro.

E’ un catalogo di gentiluomini che la faranno franca, più di quanto già ora purtroppo non avvenga, e che si ritroveranno impuniti come se avessero vinto al Totocalcio senza neanche giocare la schedina. Non è riforma della giustizia. Parlare di riforma della giustizia o di processo breve è giocare con le parole, se volessimo sintetizzare tutto con qualche aggettivo, direi che i cittadini sono contenti e gabbati.

Gabbati perché ci tirano fuori dal cilindro conigli che poi vengono presentati con queste formule magiche "riforma epocale della giustizia" processo breve, mentre abbiamo visto che la realtà è tutt’altra. Per la riforma cosiddetta epocale della giustizia l’obiettivo vero è: mettere la magistratura al guinzaglio della maggioranza politica del momento e ovviamente non mi interessa se è bianca, rossa o nera se è questa di oggi o quella che potrà essere domani o dopodomani o dopodomani ancora, mi interessa che in un paese costituzionalmente ordinato, democraticamente ordinato, la nostra Costituzione vigente, la Magistratura deve essere autonoma e indipendente, non al guinzaglio, non alle dipendenze, non agli ordini della maggioranza politica contingente.

Non esiste in nessun paese al mondo, se esiste è male, da noi non esiste, per favore non facciamo gli errori che gli altri magari commettono.

Cittadini gabbati e contenti e tutto questo perché? Perché il feudo di Arcore possa continuare a svettare su una palude che è la palude nella quale annaspano i comuni cittadini che vorrebbero più giustizia com’è loro sacrosanto diritto.

Quali sono i processi più noti che con questa riforma rischiano di rimanere senza colpevoli?

Rispondo volentieri a questa domanda, nel senso che secondo me non è una domanda giusta. Non è questo o quel processo famoso che magari fa scandalo. E’ la quantità di processi che riguardano interessi diffusi dei cittadini che vengono travolti. Quindi è la massa, è l’impatto complessivo più che questo o quel caso. Capisco che questo o quel caso fa notizia, ma a ci interessa di più la foresta complessiva, non questo o quell’albero specifico.


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" Voi non lavorate, siete dei cretini " Brunetta show... senza parole!



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Signor Presidente della Repubblica, Lei che rappresenta più di ogni altra Istituzione tutti noi, questi "signori" si fanno le ciambelle in casa con la farina degli altri! Se mi è permesso suggerirLe, non perda tempo nello scrivere, tanto questi non sanno leggere... !!! Piuttosto li prenda a calci nel sedere. LA LETTERA DEL QUIRINALE:

ROMA - Questo il testo integrale, diffuso dal Quirinale, della lettera che il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi sul tema del decentramento delle sedi dei Ministeri sul territorio:

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«Mi risulta che il Ministro delle riforme per il federalismo e il Ministro per la semplificazione normativa, con decreti in data 7 giugno 2011 - peraltro non pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale - hanno provveduto a istituire proprie "sedi distaccate di rappresentanza operativa"; ho appreso altresì che analoghe iniziative verrebbero assunte a breve anche dal Ministro del turismo e dal Ministro dell'economia e delle finanze (quest'ultimo titolare di un importante Dicastero, anzichè Ministro senza portafoglio come gli altri tre).

Come ho già avuto occasione di sottolineare al Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dott. Letta, la dislocazione di sedi ministeriali in ambiti del territorio diversi dalla città di Roma deve tener conto delle disposizioni contenute nel regio decreto n. 33 del 1871, ancora pienamente vigente, che nell'istituire, all'articolo 1, Roma quale capitale d'Italia ha altresì previsto che in essa abbiano sede il Governo ed i Ministeri. È altresì noto che la scelta di Roma capitale è stata costituzionalizzata con la riforma del titolo V della nostra Carta che, con la nuova formulazione dell'articolo 114, terzo comma, ha da una parte introdotto un bilanciamento con le più ampie funzioni attribuite agli enti territoriali e dall'altra ha posto un vincolo che coinvolge tutti gli organi costituzionali, compresi ovviamente il Governo e la Presidenza del Consiglio: vincolo ribadito dalla legge n. 42 del 2009, che all'art. 24 prevede un primo ordinamento transitorio per Roma capitale diretto 'a garantire il miglior assetto delle funzioni che Roma è chiamata a svolgere quale sede degli Organi Costituzionalì. Infine, recentemente e sia pure in un contesto non univoco, nel corso dell'esame parlamentare del d.l. n. 70 del 2011, sono stati discussi e votati diversi ordini del giorno finalizzati ad escludere ipotesi di delocalizzazione dei Ministeri pur nell'accoglimento, senza voto, di un o.d.g. (Cicchitto ed altri) di contenuto autorizzatorio. Quanto al contenuto dei citati decreti istitutivi devo rilevare che i Ministri emananti, Ministri senza portafoglio, hanno provveduto autonomamente ad istituire sedi distaccate, rispettivamente, di un Dipartimento e di una Struttura di missione, che costituiscono parte dell'ordinamento della Presidenza del Consiglio».

«Poichè ai fini di una eventuale sua elasticità, il decreto legislativo n. 303 del 1999, all'articolo 7, attribuisce al Presidente del Consiglio la facoltà di adottare con DPCM le misure per il miglior esercizio delle sue funzioni istituzionali, ritengo che l'autorizzazione ad una eventuale diversa allocazione di sedi o strutture operative, e non già di semplice rappresentanza, dovrebbe più correttamente trovare collocazione normativa in un atto avente tale rango, da sottoporre alla registrazione della Corte dei Conti per i non irrilevanti profili finanziari, come affermato dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 221 del 2002. Peraltro l'apertura di sedi di mera rappresentanza costituisce scelta organizzativa da valutarsi in una logica costi-benefici che, in ogni caso, dovrebbe improntarsi, nell'attuale situazione economico-finanziaria, al più rigido contenimento delle spese e alla massima efficienza funzionale.

Tutt'altra fattispecie, prevista dalla stessa Costituzione e da numerose leggi attuative, è quella della esistenza, storicamente consolidata, di uffici periferici (come ad esempio i Provveditorati agli studi e le Sovraintendenze ai beni culturali e ambientali), che non può quindi confondersi in alcun modo con lo spostamento di sede dei Ministeri; spostamento non legittimato nè dalla Costituzione che individua in Roma la capitale della Repubblica, nè dalle leggi ordinarie, quale ad esempio l'articolo 17, comma 4-bis, della legge n. 400 del 1988, che consente di intervenire con regolamento ministeriale solo sull'individuazione degli uffici centrali e periferici e non sullo spostamento di sede dei Ministeri. Inoltre, il rapporto tra tali uffici periferici e gli enti locali va assicurato sull'intero territorio nazionale nell'ambito dei già delineati uffici territoriali di Governo. Va peraltro rilevato che a fronte della scelta, non avente connotati di particolare rilievo istituzionale, di aprire meri uffici di rappresentanza, non giova alla chiarezza una recente nota della Presidenza del Consiglio, che inquadra tale iniziativa nell'ambito di »intese già raggiunte sugli uffici decentrati e di rappresentanza di alcuni ministeri sia al Nord che al Sud, come già in essere per molti altri ministeri«, così preludendo ad ulteriori dispersioni degli assetti organizzativi dei Ministeri tanto da consentire la prefigurazione, da parte di esponenti dello stesso Governo, di casuali localizzazioni in vari siti regionali o municipali delle amministrazioni centrali. È necessario ribadire che tale evoluzione confliggerebbe con l'articolo 114 della Costituzione che dichiara Roma Capitale della Repubblica, nonchè con quanto dispongono le leggi ordinarie attuative già precedentemente citate.

La pur condivisibile intenzione di avvicinare l'amministrazione pubblica ai cittadini, pertanto, non può spingersi al punto di immaginare una »capitale diffusa« o » reticolare« disseminata sul territorio nazionale, in completa obliterazione della menzionata natura di Capitale della città di Roma, sede del Governo della Repubblica». Conclude il Capo dello Stato: «Ho ritenuto doveroso, onorevole Presidente, prospettarle queste riflessioni di carattere istituzionale al fine di evitare equivoci e atti specifici che chiamano in causa la mia responsabilità quale rappresentante dell'unità nazionale e garante di principi e precetti sanciti dalla Costituzione». (DAL SITO DEL QUIRINALE)
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Articolo di Oscar Giannino ( www.chicago-blog.it)

" D’accordo, a ogni manovra c’è chi esagera. Repubblica ma anche il Corriere, due settimane fa hanno impazzato. Per cinque giorni il quotidiano diretto da Ezio Mauro, per due quello da Ferruccio de Bortoli, hanno sparato pagine intere sui tagli da duemila a tremila euro a famiglia che deriverebbero dalla manovra. Dimenticando di dire che il più delle cifre veniva da simulazioni sulla riduzione lineare di deduzioni e detrazioni fiscali per 20 miliardi che il governo ha posto nel decreto legge a copertura dei saldi, invece che nella delega per finanziare la riforma fiscale com’era previsto nella versione originale. Dimenticando cioè di chiarire che quei tagli sono stati previsti solo per dare garanzia immediata ai mercati che comunque l’azzeramento del deficit si farà, non che l’intenzione di Tremonti e Berlusconi sia di farli davvero, perché al contrario il ministro dell’Economia ha sempre spiegato e ripetuto che è sula spesa che occorrerà incidere ancor più profondamente, che le deduzioni e detrazioni vanno ridotte scegliendo fior da fiore per levare a chi non ne ha bisogno, non per aggravare linearmente il carico fiscale alle famiglie povere e numerose. Ma ammettiamolo.I media e l’opposizione hanno fato bene a spara, è il governo che si è pazzescamene contraddetto. Sarebbe stato non una ma cento volte meglio immolarsi sull’altare di tagli maggiori da subito e indirizzati su comparti strutturali, alzando l’età pensionabile a 70 anni in 5 anni e privatizzando patrimonio immobiliare pubblico, invece di evocare la minaccia di più tasse per 20 miliardi a famiglie e imprese. Non solo si regala un’arma facile all’opposizione. Che potrà dire: se ci votate, niente tagli lineari a chi già se la passa male ma una bella patrimoniale sui famigerati ricchi. Soprattutto, l’operazione è sbagliata perché esiste davvero, un grande rischio di impoverimento del ceto medio italiano. E lo sappiamo perché lo dicono i dati.

Preferisco non utilizzare i numeri “allarmati”, per esempio quelli elaborati dalla Caritas o dalla Cgi, due parrocchie contrapposte che fanno il loro mestiere. Fermiamoci ai dati Istat. Secondo i quali nel 2010 in Italia c’erano 8milioni 272mila individui in condizioni di povertà relativa pari all’11% delle famiglie italiane, e in condizioni di povertà assoluta 3 milioni 129mila persone pari a 1milione e centomila famiglie cioè il 4.6% del totale nazionale. E’ meglio capirsi su come si elaborano questi dati, che gli “allarmati” contestano come sempre capita in Italia, dove ciascuno produce dati a capocchia. L’Istat aggiorna da anni con criteri scientifici al potere d’acquisto e alle medie di spese personali e familiari questi due dati, che sono dunque attendibili. Per la povertà relativa, si aggiorna ogni anno una media di spesa procapite per consumi atti a una vita dignitosa, e l’anno scorso era pari a 992 euro a persona per mese: una famiglia è in condizioni di povertà relativa se due persone possono contare su un reddito pari alla spesa media mensile di una sola, e il coefficiente varia a seconda della numerosità familiare. Per la povertà assoluta, si calcola invece una media di spesa minimale procapite al mese, sotto la quale c’è l’impossibilità di una vita di qualunque tipo se non da clochard mendicante. Nell’anno scorso quel minimo vitale era pari a 786 euro al mese per adulto ch vive da solo in una grande città del Nord, 686 in un piccolo Comune settentrionale, 516 in un piccolo Comune meridionale.

Innanzitutto: questi dati sono in peggioramento rapido? L’Istat – non io – dice di no, guardando complessivamente al Paese. La povertà relativa era all’11% delle famiglie italiane nel 207 pre-crisi, e lì è rimasta. La povertà assoluita era al 4,1% nel 2007, e dal 2008 entrando nlla crisi è salita al 4.6%, e lì è rimasta. Questo non significa però affatto che non ci siano linee emergenti che dovrebbero indurre la politica – di qualunque colore – ad aguzzare occhi e orecchie, per capire a che cosa bisogna fare fronte. Innanzitutto perché è cresciuta la fascia dei “quasi relativamente poveri”. Chi sono? Le famiglie comprese entro una fascia superiore del solo 20% a quella media di 992 euro di spesa ogni due componenti al mese. In questa fascia c’è un altro 7,8% delle famiglie italiane, cioè altri 2 milioni di famiglie pari a 6,8 milioni di persone. E se sommiamo questi “quasi relativamente poveri” a coloro che lo sono già, arriviamo a 20 milioni di persone su un totale di 65 milioni di residenti. E’ dunque su questi 20 milioni, che dobbiamo fare un ragionamento per capire che cosa sta avvenendo nel ceto medio impoverito.

Qual è, l’identikit di chi a paragone degli altri se la sta passando peggio, cioè fatica più degli altri nell’ultimo anno a difendere reddito e consumi sul precedente? Innanzitutto chi ha famiglie numerose, visto che in un anno quelle con 5 figli e più passano in condizioni di povertà relativa dal 25% al 30%. Idem per le famiglie con membri aggregati, tipo anziani a carico, che passano dal 18% al 23% nella povertà relativa. C’è poi un problema generale nel Mezzogiorno, che registra percentuali doppie e triple del Nord: basta avere 3 figli, perché al Sud nel 2010 rispetto al 2009 la povertà relativa sia salita dal 36% addirittura al 47%.

Quanto alle condizioni di lavoro emerge in tutta Italia, e come al solito al Sud come una vera pandemia, il peggioramento delle famiglie in cui chi lavora esercita una professione autonoma: dal 6,2% del 2009 al 7,8% del 2010, e nel Sud la povertà relativa degli autonomi passa in un anno dal 19% al 23,6%. Per i pensionati, nelle famiglie in cui c’è un solo reddito da quiescenza il peggioramento è drastico: la povertà relativa passa dal 13,6% al 17%, quella assoluta dal 3,7 % a un terribile 6,2%.

Conclusione. L’emergenza famiglia nel ceto medio esiste e peggiora. Stiamo colpendo duro gli autonomi, additati come evasori ma in realtà vittime più degli altri della crisi, ed esposti a maggiori rischi previdenziali. In più, per i pensionati a basso assegno si apre un baratro, e impoveriscono anche i loro figli a bassa qualifica, nelle famiglie allargate. Tradotto: le deduzioni e detrazioni per carichi familiari vanno alzate, non abbassate, e tagliati al loro posto i trasferimenti a fondo perduto alle imprese. Per gli autonomi, la linea voluta dalla sinistra, dell’innalzamento contributivo avvicinandoli al lavoro dipendente, si traduce in una strage. Quanto ai pensionati, una parte dei 60-70 miliardi che si risparmiano se andiamo tutti in pensione a 70 anni al 2016 e non al 2050 come oggi previsto si può e si deve devolvere all’integrazione degli assegni al minimo. E il Sud ha un disperato bisogno, in generale, di aree franche fiscali. Altrimenti, per il ceto medio tra le maggiori tasse locali e nazionali saranno botte da orbi. Figuriamoci con la patrimoniale."

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Il vostro amico

Pinocchio & Giò


giovedì 28 luglio 2011

C'era una volta ...



Cari lettori di Tra Verità e Menzogna, riporto di seguito lo scritto di
Oscar Giannino pubblicato su www.chicago-blog.it, in data odierna, i cui contenuti non posso altro che condividere.
Questa è una delle tante tirannie che in questo momento stiamo tutti subendo.
Una volta eravamo considerati la Patria del Diritto..."Una volta!".
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" Ieri non sono riuscito a postare perché il blog non teneva - a proposito, mi scuso coi lettori perché l’inconveniente capita un po’ troppo spesso – dunque devo rimediare con un giorno di ritardo. Del resto, non è che abbia sbollito l’ira. Perché la sentenza 247 della Corte Costituzionale, depositata il 25 luglio, per i sinceri liberali ma oso pensare per tutti i cittadini e contribuenti italiani non può che essere definita in un solo modo: una ver-go-gna as-so-lu-ta, una Caporetto del diritto, uno schiaffo in faccia alla libertà e a quell’elementare principio di garanzia per tutti che è la certezza del diritto!

La sentenza ha confermato la iena costituzionalità della norma introdotta con il decreto legislativo 223 del 2006, che ha raddoppiato i termini a disposizione per l’accertamento delle autorità autorità tributarie ai fini delle imposte dirette e dell’Iva. Rispetto ai quattro anni dalla presentazione della dichiarazione del contribuente, e ai cinque anni in caso di mancata dichiarazione, l autorità tributarie possono dunque accertare anche entro otto o dieci anni e anche quando i termini sono già scaduti, nel caso in cui l’irregolarità conttestata passi a violazione penale.

La Commissione tributaria di Napoli aveva chiesto alla Corte nella sua ordinanza di remissione se tale disposizione non configurasse un’incostituzionale riapertura dei termini successiva al loro decorrere, ed è manifestamente evidente che di questo si tratta.

Ma la Corte ha ritenuto invece che non si tratti di revivisvenza di termini ormai scaduti, ma di una semplice disposizione di legge successiva alla precedente, senza che la novatio violi alcun diritto. Il contribuente potrà sempre prsentare a propria volta denuncia penale, ove ritenesse che l’amministrazione tributaria procedesse a segnalare al pubblico ministero l’eventualità di un reato a solo scopo di usto strumentale dei termini raddoppiati.

Questa tesi “sostanzialista” della Corte è solo l’ennessima conferma, purtroppo, di un indirizzo che sposa unilteralmente l’arbitrarietà dell’amministrazione fiscale in nome dei superiori interessi delle casse dello Stato. Inutile dire che ancora una volta vanno farsi benedire le disposizioni sulla perentorietà e certezza dei termini, stabilite in quel testo deriso e calpestato quotidianamente dal fisco statale che è lo Statuto del contribuente. Superfluo osservare che nel nostro ordinamento l’accertamento tributario e il procedimento penale sono distinti e separati, e che fine precipuo del primo non è affatto quello di punire le violazioni eventuali del codice penale: la Corte decide invece che se i procedimenti fossero un’unica cosa, e si alimentassero circolarmente con pieno scambio di documenti, terminie finalità.

In un Paese normale, l’ho detto a voce alta stamane alla Versione di Oscar su Radio24, una sentenza di questo genere dovrebbe essere additata da tutti i media come una prova intollerabile del regime di privilegio che lo Stato riserva a se stesso, innanzi ai cittadini. Noi obbligati a rispettare al secondo i termini delle dichiarazioni e dei pagamenti, a costo altrimenti di gravissime sanzioni; lo Stato invece discrezionalmente interprete della dilazione dei tempi entro i quali riservarci nuove controprove sugli stessi documenti.

Un ordinamento e una gurisprudenza nei quali le garanzie sussistono ormai solo a vantaggio dello Stato contro il cittadino ribalta e ripudia un principio essenziale, che è all’origine stesso dei regimi di garanzie nei Paesi avanzati: essi nascono per tutelare il cittadino dagli eccessi e dalla discrezionalità dello Stato assolutista prima e centralizzato-burocratico poi, non per assicurare allo Stato ulteriori vantaggi. Sentenze di questo tipo comportano inoltre il raddoppio pe rnoi tutti dei costi per la tenuta delle prove documentali.

Che un silenzio pressoché assoluto – hanno fatto eccezione solo il Sole 24ore e Italia oggi – sia riservato a decisioni tanto scandalose, mostra totale incomprensione di ciò che davvero allontana sempre più l’Italia dalla civiltà. Nel caso avvenga per ignoranza o buona fede. Se invece si tace in malafede, allora si pensa che il cittadino debba essere schiavo di uno Stato ladro. "

( articolo di Oscar Giannino - fonte www.chicago-blog.it )

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Nel mese di Agosto ne vedremo delle belle!!!
Restate
collegati anche in ferie.

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Pinocchio & Giò

lunedì 18 luglio 2011

Bagninoooo... dove sei?



Cari lettori di Tra Verità e Menzogna, alcuni veloci appunti.

-Prevedo essere di fuoco i prossimi giorni.
Oggi, come avevamo già previsto, i mercati hanno condannato l'Italia e la sua manovra finanziaria e gli stessi stress test.

-Del colloquio tra il nostro Presidente della Repubblica ed il Presidente del Consiglio al momento tutto è nel riserbo. Grande paese l'Italia!
Il popolo meno sà e meglio sta.
Quando poi si degneranno di dirci qualcosa, possibilmente di serio saremo anche noi un po' più sereni, si fa per dire..., visto che di solito ce la raccontano come pare loro, tra verità e menzogna, per l'appunto.

- L'attuale situazione non solo dei mercati finanziari ma del Paese, è diventata insostenibile, anche se molti sono al mare, così distratti da un riposo meritato, i nostri leader stanno aspettando che qualcuno faccia la prima mossa, alzi le braccia, per poi a cascata essere autorizzati a fare altrettanto, tutti alla ricerca del loro capro espiatorio, quale causa di tutti i mali.

-Non mi dilungo oltre, vi lascio con questo film documentario, che per durata ed essendo sottotitolato, chiede a tutti voi un uletriore sforzo nel prestare attenzione.

Dopo il Mago di Oz un'altro video DebitoCrazia. Voler capire non è mai tempo perso.

Come sempre Tra Verità e Menzogna...restate " Ad occhi aperti!"

Il vostro
Pinocchio&Giò



domenica 17 luglio 2011

Un incerto destino...ormai certo!




Lo so, sono in ritardo nello scrivere questo post che doveva uscire nella mattina di venerdì. Ormai è domenica e se mi lasciassi prendere dai sentimenti rinuncerei a continuare questa scrittura, dopo questi ultimi giorni in cui tante cose sono successe ma nessuna di queste è stata presentata per quello che è in verità.

Un grazie ai tanti blogger professionali, dai quali una gran parte della verità riesce a venire a galla.

Purtroppo la televisione ed i giornali, sono per la quasi totalità del popolino unica fonte di informazione, mentre in proporzione ancora troppo pochi sono coloro che vanno alla ricerca della verità scrutando articoli provenienti da più parti attraverso internet.

A malincuore, devo prendere atto che il mondo vive su diversi livelli di informazione, e i più continuano ad essere creduloni di tutto e di più, pur a loro volta negandolo.

Partiamo dall'ultimo evento, riguardante i risultati degli Stress Test, ovvero una prova simulata di tenuta sotto carico, per l'appunto sotto stress.

Bene, le banche lo hanno tutte superato, fatto salvo poche unità su una novantina testate.
In Italia... tutte promosse! A differenza di tanti studenti nessuna rimandata a settembre, "un fiore all'occhiello per la nazione....".

Questo è stato il secondo stress test sulle banche, si dice che i parametri di valutazione sono stati approntati con più serverità rispetto al primo test, risultato a suo tempo molto debole.

Beh, diciamo la verità ci stanno prendendo tutti per il naso, Pinocchio tu ne sai qualcosa! Ma non tutti sono stupidi, men che meno coloro che operano sui mercati finanziari.

Anche questa volta lo stress test è il risultato di una buffonata.

Per meglio spiegarmi su quanto emerso da questi stress test vi riporto un estratto dell'articolo del Wall Street Italia di venerdì che spiega chiaramente dove stia l'inganno.

"... Il punto chiave degli stress test decisi dagli organi di regolamentazione dell'Unione Europea sulla solidita' delle 91 banche in zona euro considerate, prevede una perdita forzata in bilancio del 25% sui bond del governo della Grecia. Il fatto e' che il mercato finanziario e' come al solito in anticipo rispetto a politici e lobby bancarie e soprattuto questo tipo di artifici, infatti in borsa buy e sell hanno gia' portato al ribasso il prezzo del bond greco a 10 anni al punto che oggi quota 52 centesimi di euro.

Altro esempio di palese manipolazione ai danni dei cittadini e degli investitori europei, ai soli fini di fornire al pubblico uno scenario edulcorato non allarmante rispetto a quello drammatico che vive in questi anni il capitalismo occidentale, e' il fatto che le autorita' monetarie Ue NON hanno incluso negli stress test la possibilita' di un default del debito sovrano di uno dei paesi membri dell'euro. Un'analisi stasera dei CDS (credit default swaps) indica invece una probabilita' dell'87% che questo scenario si verifichi per la Grecia. Dal nostro punto di vista, conoscendo bene il sentiment dei grandi mercati finanziari internazionali, possiamo dire che nelle grandi capitali finanziarie (New York, Londra, Honk Kong, Singapore - non certo il Parlamento a Roma) la possibilita' che Atene non sia in grado ripagare i suoi debiti e nemmeno i tassi sugli stessi, e' in verita' una certezza.

Gli stress tests europei (bene ovviamente che le nostre banche li abbiano passati, peccato siano farlocchi!) una perdita forzata del 22.3% sui bond a 10 anni del Portogallo, ma anche qui il mercato e' molto piu' avanti. I titoi di stato di Lisbona sono trattati stasera ad una quotazione di 54 centesimi per euro.

Le banche piu' indebitate hanno dunque superato l'esamuccio, che pero' ovviamente non ha tenuto conto di condizioni veramente "stressate", ma solo di scenari "normali" e non di estrema turbolenza, come e' altamente probabile che capiti. Non sono state sottoposte a due condizioni ineludibili:

a) un paese Ue fallisce ed esce dall'euro (al momento, la Grecia)

b) poiche' le banche Ue bocciate sono 8 su 90 (tra cui 5 spagnole e 2 greche) le altre 82 hanno in pancia in abbondanza titoli tossici e bond dei debito sovrani dei paesi PIIGS tecnicamente in via di fallimento, a prezzi inferiori di almeno la meta'. "

Vorrei ora entrare a parlare di un altro argomento, i nostri titoli di stato BTP.
In questi giorni il decennale 2021 ha toccato la fatitica soglia del 6%.

Non pensino coloro che hanno investito in questo titolo di avere in mano oro colato.
Ricordo il principio base in finanza. Più il rendimento cresce più cresce il rischio.
Il titolo comunque, in poche sedute si è riportato ad un rendimento inferiore, ma solo grazie ad interventi massicci della BCE.

Sempre rimanendo in tema di BTP italiani nulla è stato detto che venerdì 15 gli specialisti hanno disertato le riasperture a 5 e 15 anni, andate completamente deserte.
A volte capita che vi siano sulle riaperture poche offerte degli specialisti, ma andare deserte, dà da pensare.

Come potete capire un rendimento alto comporta per lo stato un maggior oneri di interessi da pagare, di conseguenza un ulteriore aggravamento della già pensate situazione portata dal debito pubblico, che nel mese di maggio ha toccato il nuovo record di 1.897,472 miliardi di euro contro un aprile di 1.890,516 miliardi di euro.

Roba da ridere!I in un mese solo 7 miliardi di accumulo di debito!!! E chi secondo voi li pagherà? A ciò si contrappone l'aumento delle giocate degli italiani al lotto e quant'altro di simile, segnale anche questo di grande " ricchezza...".

Andiamo pure avanti che c'è dell'altro.
Parliamo della manovra finanziaria, qui andiamo all'assurdo!
Se riprendete le dichiarazioni fatte solo poche settimane fa, troverete una prima indicazione che la manovra non avrebbe superato i 40 miliardi di euro, poi da lì a poco si è parlato di 48/50 miliardi, poi 63 miliardi per poi concludere a a circa 85 miliardi in due anni ( parliamo di 170.000 miliardi delle vecchie lire ...avete capito bene???).
E poi aggiungo io vedrete che non è finita.

L'Istat intanto ci ricorda e lancià il suo allarme che in Italia sono "Povere una famiglia su cinque", come riportato su www.ilsol24ore .com del 15/07/2011 :

" Lo rileva l'Istat, spiegando che si tratta del 18,6% dei nuclei (l'11% sono quelli poveri e il 7,6% sono quelli quasi poveri). Sono 1 milione e 156 mila le famiglie (il 4,6% di quelle residenti) che risultano in condizioni di povertà assoluta per un totale di 3 milioni e 129 mila persone (il 5,2% della popolazione residente): sono considerate assolutamente povere le famiglie con una spesa mensile pari o inferiore a quella minima necessaria per acquisire l'insieme di beni e servizi considerati essenziali per conseguire uno standard di vita minimamente accettabile. Si tratta, quindi, spiega l'Istituto, dei «più poveri tra i poveri».
Sono invece 8 milioni 272mila le persone in condizioni di povertà relativa, il 13,8% dell'intera popolazione, pari a 2 milioni e 734 mila (l'11% delle famiglie residenti). L'istituto spiega che si tratta di quelle famiglie che sono cadute al di sotto della linea di povertà relativa, che per un nucleo di due componenti è pari ad una spesa mensile di 992,46 euro."

E che, a seguito di questa manovra e del suo fallimento, da una potrebbero diventare due le famiglie catalogate come "Povere". Gran bel segnale di umanità! Lorsignori stanno scherzando col fuoco, ed a giocare col fuoco ogni tanto ci si brucia!

E ancora, passiamo alla dichiarazione della presidente Marcegaglia, senza voler fare alcun commento sulla stessa Confindusria ed i suoi particolari interessi, sulla quale ci sarebbero fiumi di inchiostro da stendere... :

“E’ inaccettabile. Ci siamo un po’ stufati: c’è un Paese che va a rotoli e un gruppo di persone che continua a governare tutelando se stesso”, ha detto il numero uno di Confindustria. “La manovra va approvata, non ci sono dubbi, ma i problemi ci sono nel momento in cui viene approvata una manovra così pesante, che porta sacrifici a tutti, a pensionati, lavoratori pubblici, imprese. Di fronte a una manovra di sacrifici veri come questa, quello che è inaccettabile è che dal punto di vista dei costi della politica è stato deciso di non fare niente. Non vogliamo fare demagogia, ma proprio perché si vanno a chiedere sacrifici a tutti, non è accettabile che la politica dica di non poter fare niente. Dobbiamo dire a voce alta, insieme ai lavoratori, insieme a tutti coloro che hanno a cuore il Paese, che siamo arrabbiati e non possiamo avere un pezzo di Paese che fa sacrifici e un altro pezzo di Paese che in un momento come questo non fa niente”.

A questo proposito faccio mie le parole di Suor Giuliana Galli - vicepresidente della Compagnia di SanPaolo e una vita intera spesa al fianco dei meno fortunati :
"colpisce vedere che chi ci governa e chiede sacrifici al paese, poi non vi partecipa".

Mi fermo qua, per quanto riguarda la manovra, hanno fatto tutti il bello e cattivo tempo in tutti questi anni, banche , governi, caste ecc, per arrivare a questo risultato, che toccherà solo , come sempre i pensionati, i malati, l'istruzione, i giovani, ecc.
Uhm...avrei una gran voglia di prenderli tutti a calci nel culo, a ben pensarci forse non meritano neanche la suola delle mie scarpe.

Andiamo pure avanti con i nostri discorsi.

L'Italia ce la farà o cadrà nel baratro come la Grecia, ormai in default anche se nessuno l'ha ancora dichiarato ufficialmente, assieme all'Irlanda ed al Portogallo?

A questo riguardo mi collegherei a quanto riportato sull'Economist uno dei giornali economici più quotato, nel suo articolo del 14 luglio u.s. dal titolo " On the edge - Why the euro crisis has " , nel quale si evidenzia il rischio che l'Italia corre nel panorama internazionale.

Ed ora andiamo alla chicca degli USA , " tempesta perfetta in arrivo" con due combinazioni, quelle che sprigionano gli uragani : crack dell'Europa e movimento delle masse. Questo è lo scenario che emerge dalle parole del Presidente Obama :

"Le agenzie di rating sono sempre più vicine al declassamento di Washington da AAA a B+. Il presidente Obama sa che un ulteriore stallo nelle trattative con i repubblicani per l’innalzamento del tetto del debito potrebbe essere fatale. Il rischio è uno shock macroeconomico con ripercussioni globali.Il tempo è finito. Se non ci sarà un accordo entro nelle prossime 36 ore, l’America andrà in default. Il presidente Barack Obama parla apertamente di «rischio Armageddon» in caso di ulteriore stallo delle trattative coi repubblicani per l’innalzamento del tetto del debito, già superato in aprile. Da un lato, Obama e repubblicani discutono. Dall’altro, l’indebitamento continua a salire, ora è a 14.400 miliardi di dollari. In mezzo, le agenzie di rating che, anche in caso di accordo all’ultimo momento, potrebbe declassare il giudizio americano se il programma di consolidamento fiscale non sarà «concreto e soddisfacente». Washington sta quindi per perdere il rating AAA che lo ha sempre contraddistinto. Dopo, come per il fallimento di Lehman Brothers, si navigherà in acque inesplorate, quelle dell’insolvenza statunitense. "( fonte -www.la-cronaca.it).

Davanti a tutto questo, il nostro incerto destino ...potrebbe diventare certo se nei prossimi mesi, come credo, la crisi dell'Europa dovesse precipitare. Il collasso sarebbe globale, così pure se anticipare questi eventi siano i problemi cui gli Stati Uniti si trovano oggi ad affrontare. Nel frattempo il governo del Minnesota ha chiuso.

Il Minnesota lo stato piu' liberal, più educato, più colto e tra i più ricchi, ha chiuso e tutto per il semplice fatto che 16 giorni fa, il 1 luglio, e' venuto a mancare l'accordo sul bilancio tra democratici e repubblicani. Di conseguenza, venendo a mancare un accordo sul budget e non sapendo quali soldi il governo statale avesse a disposizione, il governatore ha pensato bene di chiudere le attività.

Risultato 24.000 dipendenti sono a casa. Ne consegue che i parchi pubblici sono chiusi, così pure uffici pubblici. Se ti scade la patente ad esempio non la puoi rinnovare, ecc.. Sono presenti solo alcuni servizi di emergenza.

L'attuale crisi, da quanto si può apprendere dalla storia è molto più profonda di quella del '29, con la conseguenza che questa potrebbe portare a risvolti particolarmente seri anche per l'ordine sociale, tutto questo a seguito della chiusura dell'imprese, delle banche, l'incremento della disoccupazione e i tagli consistenti alla spesa sociale.

Alla fine in tutto questo gioco al massacro ci avranno guadagnato i soliti pochi, che continueranno a farla franca.

Continuo a ribadirlo questi sono crimini contro l'umanità e devono essere perseguiti come tali. Non si può fare tutto questo sulle spalle della povera gente, c'è un limite anche all'indecenza.

Prima o poi le persone lo capiranno, speriamo sia quanto prima.

Per concludere mi ricollego ad un vecchio libro che ho ripreso in mano queste sere, di Filippo Viola-prof. sociologia -Univ. La Sapienza-Roma , dal titolo " La società astratta" ,ove si evidenzia come " la società capitalistica, per poter funzionare come società formalmente democratica, deve prescindere dalla concreta esistenza degli essere umani, deve cioè non tener conto di come le donne e gli uomini realmente vivono.
La società capitalistica formalmente democratica è dunque una società ambigua. da una parte proclama principi, dall'altra crea presupposti strutturali perchè non si realizzino. In sostanza, è una società truccata."

Ogni tanto bisogna fermarsi a riflettere.

Come sempre Tra Verità e Menzogna...restate "Ad occhi aperti!"

Il vostro
Pinocchio&Giò



mercoledì 13 luglio 2011

Un incerto destino... ( a venerdì)



Cari lettori di Tra Verità e Menzogna

in questi due giorni la Borsa è andata meglio...

Io continuo, tuttavia, ad essere preoccupato, ancora più di prima.

Domani metterò mano all'articolo che farò uscire venerdì mattina.
Ho bisogno di capire qualcosa che potrebbe bollire in pentola
già domani.

A tutti coloro che in questi giorni mi hanno scritto mail, chiedendomi consigli sui loro investimenti, pur ringraziando della stima, devo ribadire, come riportato a caratteri cubitali,che in questo blog NON si danno consigli!
L'unica cosa che mi sento di dirvi è di prestare attenzione. Non fatevi allettare da impiegati allo sportello che vi mettono sotto il naso tassi di interesse da sogno, nessuno regala niente , men che meno alcune banche, in particolare ora, cui si prospetta loro un incerto destino!

Come sempre Tra Verità e Menzogna...restate " Ad occhi aperti!"

Il vostro

Pinocchio&Giò

lunedì 11 luglio 2011

Dove sei ...Alcide ?




Cari lettori di Tra Verità e Menzogna, in questi giorni di canicola sta succedendo quanto in realtà molti di noi avevano in qualche modo da tempo previsto.

Molti di voi diranno, facile dirlo oggi, ma chi ha memoria e tempo di scorrere i vari post, miei e di tanti altri blogger professionisti più specializzati di me in materia, troverà che tutto, o quasi, era stato minuziosamente anticipato.

O noi siamo diventati tutti maghi, o molti di coloro cui sono affidate le nostre sorti sono da sempre in malafede o dei grandi somari( non escludo entrambe le ipotesi).

Vediamo di riassumere la giornata di oggi,lunedì 11 luglio, la quale si è aperta subito con quotazioni in Borsa in forte ribasso. I trader, noncuranti delle misure prese dalla Consob in difesa della nostra "piccola " Borsa, hanno continuato come se nulla fosse a movimentare i loro lucrosi guadagni.

I titoli delle varie testate giornalistiche, di solito tentano di attrarre l'interessamento del lettore, per poi dare una versione molto spesso differente nel contenuto dell'articolo. Oggi le testate si sono concentrate anche su questo, in particolare quelle disponibili su internet, ove i lettori sono molto più critici ed attenti del comune cittadino che si reca in edicola e compra assieme al quotidiano della propria città, la rvista Chi e quant'altro di simile( con tutto il rispetto di questi ultimi, almeno dichiarati per quello che sono semplicemente : gossip - spazzatura)

Riprendo quindi il susseguirsi degli articoli di oggi, partendo da questa mattina sino al tardo pomeriggio.

-Tremonti: "Se cado io, cade l'Italia e cade l'euro"
-CDS Italia sale a 299, nuovo massimo storico
-Jim Rogers boccia la Consob: "Causeranno il crollo delle banche"
-Ue vuole bloccare agenzie di rating durante i piani di aiuti
-Italia rischia seriamente di non riuscire a rifinanziare il debito
-Cina declassa l'Italia, outlook negativo
-Anche Wall Street sprofonda: euro perde su tutti i fronti, buca $1,40
-In arrivo downgrade Italia e Spagna, sarà una carneficina
-Spagna: rendimenti sopra il 6% per la prima volta dal 1997
-Segnali di crack sistemico per l'euro
-Banche italiane: hanno perso 1/7 del loro valore da inizio mese
-Manca poco: rendimenti BTP, un rialzo fino al 7% farà scattare bailout
-Bce: non ci sono fondi per salvare l'Italia in caso di crisi
-Assalto senza tregua ai BTP: il 10 anni sale al 5,67%, top dal '99. Spread col bund -fino a 302
-Italia più vicina alla Grecia. Speculazione scatenata. Crollo bond e azioni: -10%
in 5 giorni

Penso che per oggi possa bastare. Forse no.

Vediamo ora di entrare un pò più nel merito.

Oggi la quotazione del FTSE MIB ( che raccogli i titoli azionari più importanti della nostra Borsa) ha lasciato sul tavolo il 3,96%, ben oltre il venerdi nero dello scorso fine settimana ove la perdita si era attestata al 3,50%.

Strano che l'intervento Consob e l'intervento de nostri Ministri nulla abbia sortito in Europa.

A questo punto meriterbbe una spiegazione su quanto è accaduto non più di due settimane fa, il giorno 24 giugno, quando i due titoli, Unicredit e Banca Intesa, nel giro di pochi minuti sono stati spinti su valori di prezzo infinitamente molto più bassi.

Forse qualcuno già sapeva e si è mosso con tempismo a danno dei piccoli risparmiatori italiani?

Chi fa i soldi in Borsa? Gordon , in Wall Street film, lo dice apertamente e coglie nel segno, l'1%? Sempre quel 1%.

Perchè attaccare il nostro BTP, l'emblema italico del risparmio degli italiani?

La risposta potrebbe essere che bisognava colpire un peso massimo perché il gioco alla fine potesse essere veramente profittevole e il mercato cash dei BTP liquidissimo si prestava a questo.

Ce ne siamo un po' infischiati quando hanno attaccato la Grecia ( noi siamo diversi, abbiamo i risparmi dei nonni!) E se colpire la Grecia fosse stato solo un modo per arrivare a colpire il nostro Paese?

La finanza per quanto impazzita sembra sia , non si muove mai a caso, tantomeno è una opera pia.

Quel 24 giugno sui terminali visualizzammo il bombardamento di vendite sui titoli di Unicredit e Banca Intesa. Questo era il segnale in codice che qualcosa di imminente e sconvolgente stava per abbattersi sui nostri risparmi?

Il dramma vero è che tutto questo è un attacco all'Italia!!!

In tutto questo bailamme i risparmiatori perderanno gran parte dei loro sudati e onesti risparmi. Tutto costruito alla perfezione, operazioni rapide ed incisive, qualche miliardo di dollari con un click, e il risparmiatore ancora stordito non sa neanche da che parte gli sia arrivato il pugno.

Mi domando dove sia la nostra classe dirigente! O lo sono o lo fanno...
Ci siamo solo imbattuti nella punta dell'iceberg? Cosa ancora c'è sotto?

Faccio mio questo pensiero: Basti ricordare che negli ultimi 20 anni questa classe dirigente ed incompetente è riuscita in un impresa colossale: spingere il debito pubblico da 900 milioni di euro circa (1994-1995) a quasi 2 trilioni di euro nel 2011!!!
Avete mai visto un italiano incavolato per questo?


Ricordatevi che a pagare alla fine non saranno i burocrati, ma tutti noi del popolino...


La situazione più preoccupante e devastante è il livello dello spread contro la Germania, che oggi ha soprasssato i 300 basis point sulle scadenza 10 anni (era a 185 una settimana fa), mentre allo stesso tempo il cds è arrivato a 280 (mentre il 7 luglio 2010 era 222 bps con merito creditizio A+ da parte di S&P).

Se tutto questo dovesse continuare il rischio è quello di essere declassati a un rating molto basso (BBB / BBB-), con la conseguenza che tutto ciò scatenerà le banche ma soprattutto le assicurazioni che dovranno ridurre gli eventi negativi e si metteranno a vendere i loro titoli di Stato in portafoglio per evitare di arrivare ultimi.

Chi ultimo arriva perde tutto! Il passato anche recente insegna.

Per quanto pessimista a riguardo io sia, auspico che qualcuno prenda a mano seriamente la cosa, prima che i guai abbiano a peggiorare irreparabilmente.

Ma chi è in grado di farlo? Chi ha la soluzione giusta? Soprattutto chi ha il coraggio di metterci la faccia?

Bisogna individuare le persone intelligenti e con le mani pulite.

Alcide De Gasperi disse che è bene non dimenticare che un politico guarda esclusivamente alle prossime elezioni a differenza di uno statista il quale guarda alla prossima generazione.

La differenza cari lettori di Tra Verità e Menzogna è tutta qui. E qui c'è anche la risposta.

Voglio concludere questo post, riprendendo lo scritto dell'amico Andrea Mazzalai che riporta nel suo blog questa frase di Daniel Cloud...


(...)Ogni volta che è scoppiata una bolla siamo intervenuti a mettere riparo, ma non abbiamo mai pensato a farle scoppiare noi deliberatamente. Il risultato è che i nostri mercati finanziari sono diventati uno schema piramidale.

L'azzardo morale, pensavamo, poteva tranquillamente essere ignorato proprio perché è "morale", parola che, come ogni vero scienziato sa, è sinonimo di "immaginario".

Ma il mercato non è la fisica, gli economisti non sono fisici nucleari e l'azzardo morale nella faccende umane è il rischio che conta più di tutti.

La convinzione infondata di essere in grado di scrutare il futuro usando la scienza ci ha portati tutti a pronunciare una serie di promesse vincolanti su cose, in quel futuro, che nessun essere umano potrebbe garantire.

Promettere qualcosa che dovremmo sapere che è impossibile garantire viene definito anche "mentire". Questo grande velo di menzogne adesso si sta lacerando.
I Governi pensano di poter arrestare questo processo attraverso i soldi, ma ci sono diverse ragioni per credere che non funzionerà. Il sistema bancario probabilmente è già al di là del salvabile: molti istituti di credito semplicemente non sono più banche, ma esperimenti di vasta portata che non funzionano come previsto.

Possiamo continuare per un bel po' a "stimolare" e "salvare" l'economia, ma otterremo solo di rimandare il necessario aggiustamento, fino a quando saremo costretti a lasciare che l'indispensabile distruzione creativa faccia il suo corso.

Ma non è questo il vero problema. Il vero problema è l'ideologia pseudoscientifica che è alla base della crisi odierna. Una scienza dell'uomo ultima non ha spazio per una ripresa imprevedibile e non programmata, che è il solo modo con cui un'economia capitalistica è in grado di ripartire dopo una crisi di tale portata.

Se rimaniamo avvinghiati alla falsa sicurezza di una presunta scienza che non funziona e ci dimentichiamo della filosofia che vi sta dietro, di concetti come la responsabilità personale e il diritto di fallire, i nostri leader, molto scientificamente, non ci porteranno in dote nessuna ripresa.

E' il tempo della Responsabilità, di una nuova Etica, di guardare all'orizzonte, oltre il proprio interesse.

E' il tempo giusto per un cambio di paradigma, il tempo per una rivoluzione del pensiero, delle idee, del sistema a partire dalle giovani generazioni, un'occasione storica, se falliremo anche questa, nonostante le immense risorse culturali e umane del nostro Paese avremo fallito l'ennesima possibilità di dare un futuro diverso ai nostri figli ai nostri nipoti, di mettere la Responsabilità al centro di un nuovo sistema!


Come sempre Tra Verità e Menzogna...restate " Ad occhi aperti!"

Il vostro

Pinocchio&Giò

domenica 10 luglio 2011

Credit default swap (cds) ...Una bomba ad orologeria



Cari lettori di Tra Verità e Menzogna, è di queste ore , come riporta anche il Wall Street Italia, che
la Consob, si dovrebbe riunire in serata ( oggi domenica 10 luglio) per fare il punto della situazione alla vigilia della riapertura dei mercati e dopo il venerdì nero. Non sono esclusi provvedimenti di tipo restrittivo sulle vendite allo scoperto in base a quanto già in vigore in altri paesi europei.

La Consob già in passato era intervenuta sulle vendite allo scoperto dopo il panico sui mercati generato dal crack Lehaman Brothers.

In questo modo verrebbe impedita la cessione di titoli che non sono materialmente in possesso del venditore.

A Strasburgo , il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, ha convocato una riunione di emergenza per domani mattina per discutere della crisi del debito nell'Eurozona 1 e degli attacchi speculativi all'Italia.

Le cose, come ben potete comprendere sono molto più serie di quanto ci vogliono far credere attraverso rassicuranti( quando se ne parla) messaggi televisivi.

Tutto questo paventa una situazione già allo sfascio, con tentativi in estremis per giungere ad una soluzione.
Forse la soluzione i grandi della terra l'avevano da tempo lì a portata di mano, ma ben se ne sono guardati da metterla in atto, stanti gli innumerevoli interessi che vanno oltre la libertà dei popoli, ormai ridotti a carne da macello.

Basta questo esempio per farvi capire in quanta melma stiamo nuotando, tutti parlano dei Derivati, ma tolto i pochi addetti ai lavori ,le persone comuni poco o nulla sanno. A questa categoria appartengono strumenti finanziari, vere proprie bombe in mano agli speculatori, quali i futures, options, cdo,cds,clo.

Gli ultimi dati pubblicati dalla Banca dei regolamenti internazionali (Bis) relativi al primo semestre 2009, evidenzia la presenza sui mercati non regolamentati di un valore di ca. 600.000 miliardi di dollari, ma diversi studi portano questo valore sino a 1.200.000 miliardi di dollari, ve lo riporto a cifre complete 1.200.000.000.000.000 dollari così rende meglio il suo ammontare.

Pensate che tale cifra ammonterebbe a 10 volte il valore mondiale di produzione e il valore di tutti i beni immobili dei Paesi industrializzati.

Lo ripeto allo sfinimento... forse non abbiamo ancora capito bene di quale mostruosità stiamo parlando, mentre siamo, come dice la canzone... tutti al mare a mostrar le chiappe chiare, questi signori si stanno mangiando il mondo con tutto quello che sopra gli appartiene.

Quando sentite parlare di cds, altro non sono che i credit default swap, un modernissimo contratto derivato che permette all'operatore di comprare un'assicurazione contro il crack ad esempio della Grecia nei prossimi cinque anni. A vendere questa polizza è il trader che opera per la banca, quest'ultima chiamata a risarcire la controparte in caso di default.

Provate a pensare quante di questo bombe le banche hanno in pancia, pronte a scoppiare.

Ma c'è una cosa ancora più allarmante, che ci porta a comprendere come mai questo dato non lo si riesce correttamente a quantificare. Questi strumenti, vere e proprie scommesse sulla nostra pelle, si basano ancora sulla "parola o sulla fiducia" , una fiducia che nessun operatore potrà mai confermare o garantire, in quanto di fatto non risulta esistere.

Un altro dato sull'Italia, la Consob alla fine del 2007, aveva stimato che il valore nozionale degli strumenti derivati detenuti dalle banche italiane ammontasse a circa 8.000 miliardi di dollari, mentre nel 2000 era di 1400 miliardi di dollari, quasi quintuplicato.

Questi cds , polizze assicurative, aiutano a proteggersi non solo contro il default di uno Stato sovrano, ma dall'insolvenza di coloro che emettono obbligazioni, o verso l'insolvenza delle imprese. Tra tutti i derivati in commercio, quello dei cds è di certo il più pericoloso.

L'unico provider che racconta in qualche mmodo ciò che sta accadendo è Bloomberg, racconta di un mondo che all'apparenza pare non esistere, di cui nessuno conosce nulla, ma che può dalla sera alla mattina mettere in ginocchio un intero sistema Paese.

Oggi la finanza utilizza gli aiuti pubblici, per speculare contro gli stessi governi.
Così hanno fatto gli Stati con gli aiuti alle banche, i nostri soldi, li hanno dati alle banche per salvarsi, e loro li hanno presi e hanno continuato a riscommettere/accettare a loro volta scommesse, sopra al nostro futuro, puntando sul nostro default.

Un piccolo esempio, solo una goccia in mezzo al mare, è quanto successo questo venerdi nero, per l'Italia. Solo qualche giorno fa eravamo un Paese che a dispetto della Grecia sembravamo inattaccabili, se non dopo altri Paesi, quali Spagna e Portogallo, che si dice essere più malandati di noi, ma poi è bastato un click sulla console per far tremare il tutto.

Quando questi "signori" saranno chiamati ad adempiere , saranno impossibilitati a farlo, perchè tutto il sistema si basa unicamente sull'ipotesi che alla cassa non si presenteranno tutti i creditori contemporaneamente. Cosa che invece abbiamo visto può accadere, e che facilmente accadrà essendo il sistema andato fuori controllo. La stessa AIG ( la più grande assicurazione al mondo) è stata( al momento) salvata dal governo Americano non potendo onorare i sui impegni quando i creditori-scommettitori hanno bussato alla sua porta. Diversamente è successo alla Lehman Brother che è stata lasciata al suo destino, meglio dire tutti i creditori e lavoratori hanno partecipato alle perdite, perdendo di conseguenza tutto o quasi i loro risparmi, mentre i grandi banchieri poco prima se ne erano andati con milioni di dollari nelle tasche, liberi di spadroneggiare di qua e là per il mondo.
Qualche arresto eclatante, poco più...

Forse tutto quello che sta accadendo è solo un assaggio, un monito per tutti i Paesi che sono rimasti vittime dei loro stessi giochi, giochi in mano a bambini viziati, che non si accontentano più di diverirsi.

A questo punto della storia bisogna trovare il modo di toglierli il giocattolo, e farlo presto, perchè questi giocattoli sono ormai diventate delle armi più invasive e più pericolose di qualsiasi altra macchina da guerra.

Lo so, sembra un racconto di fantascienza, che stiamo già vivendo; un sistema che sta tarpando per gli anni a venire le ali ai nostri giovani, alle nostre famiglie, facendoci tornare indietro di alcuni decenni, con la differenza che rispetto ad un tempo, quando io ero ragazzo, abbiamo perso anche quei valori che ci univano anche nel bisogno, legati alla solidarietà ed alla fiducia che avevamo dentro di noi nel lavorare per un futuro migliore, per noi e per coloro che sarebbero venuti dopo, anche se non dobbiamo nasconderci dietro un dito ci siamo dimenticati dei Paesi più poveri quali l'Africa e molti paesi dell'Asia, lasciandoli al loro destino.

Tutto questo è un crimine contro l'Umanità.

Per concludere vi faccio presente che al momento tutto il mondo ha gli occhi puntati sull'Italia dal Sole 24 ore al Financial Time.

- Il sole 24 ore http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2011-07-10/caso-italia-tavolo-ecofin-142841.shtml?uuid=Aa1eI1mD Il Caso Italia sul Tavolo Ecofin

- Il financial time http://www.ft.com/home/europe I FONDI HEDGE SCOMMETTONO CONTRO I BOND ITALIANI!

A questo punto , ne usciremo ? E come? Questa è la domanda che mi faccio e che faccio a tutti voi.

Se avete una risposta io sono qui , pronto a riceverla. Forse bisognerebbe cancellare il debito di tutti verso tutti, anche se mi rendo conto che questo è un altro libro di fantascienza che non è ancora stato scritto ma che non escludo che presto sia letto.

Prima di salutarvi vorrei lasciarvi con questa seguenza di messaggi, perchè tutti voi possiate soffermarvi a riflettere.

Come sempre Tra Verità e Menzogna...restate " Ad occhi aperti!".

Il vostro

Pinocchio&Gio


Il denaro


L'avidità.
Così facendo, non avremo futuro, saremo impregnati dal quel senso costante di angoscia, che non può essere superato in alcun modo perché manca la speranza, e così permettendo, non otterremo più frutti dalla terra, e più solidarietà nei cuori. Troveremo sempre più intorno a noi un ambiente totalmente ostile, a dir poco inverosimile, quanto ...la strada ( the road).



Il coraggio di stare dalla parte dei più deboli , di coloro che hanno sempre "torto" !


La speranza che qualcosa di bello debba prima o poi accadere.

sabato 9 luglio 2011

...siamo alla frutta!




Carissimi lettori di Tra Verità e Menzogna,
in questo fine settimana, con inizio dal Post di ieri , cercherò di inserire alcuni articoli di particolare interesse che ci aiuteranno meglio a capire a che livello di degrado politico-culturale ed economico-finanziario siamo arrivati , con tutte le conseguenze che già si prospettano, anche a breve.

Dopo l'articolo di Stiglitz, premio Nobel dell'economia, centrato più sull'economia Americana e dei paesi occidentali, oggi riporto l'articolo di Oscar Giannino, che entra più nel merito delle vicende italiane, in particolare per quanto concerne la manovra finanziaria e quanto accorso in questi ultimi giorni.

Nulla comunque al momento si dice delle nostre banche e di Unicredit in particolare, chiuse ieri le trattazioni in borsa per eccesso di ribasso...

Non perdetevi le prossime uscite, cercheremo di chiarire al meglio anche questi aspetti.

Un fine settimana tour de force

Ai diffidenti...continuate pure ad ascoltate i TG della disinformazione, di tutto vi parlano, ma non di certo di quello di cui vi dovreste interessare, così facendo...siamo alla frutta!

Ogni tanto rileggetevi i primi Post pubblicati su questo Blog...meditate gente, meditate!

Come sempre Tra Veriità e Menzogna ...restate " Ad occhi aperti!"

Il vostro
Pinocchio & Giò
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Il bilancio complessivo degli ultimi due giorni è disastroso, per il governo. Lo scambio di epiteti tra ministri nella confertenza stampa di presentazione della manovra, l’effetto degli atti giudiziari provenienti da Napoli sull’onorevole Milanese collaboratore di Tremonti, l’intervista odierna a Repubblica di Berlusconi nella quale Tremonti è descritto come un vero e proprio nemico interno, le dichiarazioni ai magistrati del titolare dell’Economia in merito a lotte di potere tra due cordate della Guardia di Finanza una delle quali farebbe capo a Palazzo Chigi e che alimenterebbe gli attacchi ai suoi danni, l’annuncio del premier che la norma salva-Fininvest è stata scritta dal Tesoro e dalla Giustizia e verrà ripresentata in Parlamento. Tutto ciò fa ulteriormente perdere anche la parvenza di credibilità a un esecutivo sempre più minato, nel giudizio pubblico e nei sondaggi, da una crisi che è personale del premier, politica della sua compagine, e morale dell’intero orizzonte di valori e comportamenti che vengono posti in essere dal centrodestra mentre agli italiani si chiedono nuovi sacrifici impegnativi. Per chi, come noi, crede in mercato e concorrenza, in uno Stato più agile e concentrato nel poco che dovrebbe fare meglio, in un fisco meno oppressivo e dunque in meno spesa pubblica bruciata a vanvera, non è possibile ragionare in nome del “gli altri sarebbero peggio”. Peggio di tutto è chi rende col suo operato impresentabile per anni a venire ciò in cui noi crediamo. E poiché non siamo fatalisti ma crediamo nella forza dell’individuo e della società, bisognerà adoperarsi perché dal basso nasca nei prosismi mesi qualcosa che risponda sul serio all’esigenza di dare rappresentanza credibile a ciò che non può e non deve essere confuso con interessi personali, meschine compromissioni ed evidenti incompetenze, quali quelle che riempiono le cronache politiche in questa fase. Io, almeno, la penso così. Ma non impegno alcuno che scriva qui, e m’interessa capire come la pensate voi, qualunque sia il vostro giudizio: non ne faccio questione di politica, qui tentiamo di evitarlo sempre, ma di concreti spartiacque sulle misure economiche da assumere per dare solidità alla finanza pubblica e far ripartire la crescita.

Provo a mettermi nei panni di chi per mestiere non è tenuto come noi a seguire da anni le evoluzioni della politica economica e gli andamenti della finanza pubblica. Un semplice cittadino che lavora e paga le tasse, o passa il suo tempo a disperarsi perché il lavoro non ce l’ha o è pensionato con poche centinaia di euro al mese, che cosa capisce della manovra finanziaria per azzerare il deficit pubblico al 2014? Nella semplificazione spesso brutale che i media riservano a interventi di grande complessità, la probabilità più elevata è che al cittadino giungano due o al massimo tre messaggi in pillole.

Il primo è che il governo dice che bisogna azzerare il deficit pubblico in tre anni se non vogliamo correre rischi greci, ma di fronte a un rischio simile proprio la vicenda greca insegna che la politica dovrebbe avere poche e grandi idee chiare, e comunicarle bene ai cittadini. Mentre da noi ecco che puntualmente tutti sono in dissenso con tutti: non solo governo e opposizione, sarebbe normale, ma ministri con ministri – vedi le vicende di ieri – premier e ministri stessi, Lega e Pdl, Regioni e Comuni rispetto al governo. E chi più ne ha più ne metta.

Secondo. E’ stato detto infinite volte che il rigore deve essere fermo ma bisogna anche pensare alla crescita, perché se l’economia continua a crescere di meno di un punto percentuale l’anno i guai restano, sia per gli italiani sia per la finanza pubblica. Eppure quel che giustamente più “passa” della manovra sono i tagli respinti alle Autonomie, i contenimenti nel pubblico impiego, le nuove tasse sui risparmi investiti in titoli, i ticket sanitari, il freno all’adeguamento delle pensioni al costo della vita.

Terzo. Tutti concordano che per crescere di più occorre meno fisco su lavoro e imprese, ma ancora una volta siamo all’annuncio di una delega e gli interventi concreti saranno in un futuro incerto.

Credo siano più o meno queste, le pillole di manovra in base alle quali il più dell’opinione pubblica sta formando la propria opinione i questi giorni. Sono sbagliate? Un componente del governo direbbe di sì, perché nella manovra c’è molto altro. Ma, da osservatore, devo dire invece che per quanto ipersemplificate sono fondate eccome, le tre pillole.

Vediamo però almeno di spiegarle.

Da che cosa nasce, l’aspra divisione sulla manovra? Ripeto, non sto parlando delle bocciature da parte dell’opposizione. Mi riferisco alle paurose sbandate del centrodestra, alle innegabili difficoltà registrate ieri con categorie come Confesercenti e Coldiretti, all’insurrezione contro la manovra da parte delle Autonomie. C’è da stupirsene? Proprio no. Perché si crei una necessaria atmosfera di coesione intorno a manovre che muovono dai 3 ai 4 punti di Pil, occorre aver dissodato bene il campo. Occorre cioè aver detto e ripetuto con argomenti persuasivi e con toni adeguati, fino allo sfinimento, che un rischio enorme è di fronte all’intero Paese come e mezza Europa – ieri Portogallo e Spagna ne hanno avuto nuovi segnali. E che a questo rischio bisogna rispondere con un enorme sforzo collettivo. Purtroppo, è evidente che all’interno dello stesso governo, e a cominciare da chi lo guida, le idee sono assolutamente confuse.

Il secondo problema nasce da altro. Non solo occorre parlare al paese con voce univoca e con rigore a cui corrisponda credibilità personale, e con misure che per prime diano l’esempio che la politica non si sottrae alla cinghia tirata (altro che il no all’abrogazione delle Province, e i tagli ai costi di partiti e istituzioni rinviati all’ennesima commissione). Bisogna indicare al Paese alcune misure di risparmio essenziale e condivise, che identifichino con chiarezza grandi centri di spesa fuori controllo e non solo le tasche dei cittadini da cui reperire nuove risorse. Questi comparti di spesa da ridurre con decisione ci sono eccome. Le forniture della sanità valgono da sole 80 miliardi di euro l’anno, e sono lievitate del 50% in sei anni , senza che dovessimo fronteggiare epidemie. Se non lo si può dire, perché nel frattempo la Lega ha chiesto e ottenuto che per il più ampio consenso ai decreti attuativi del federalismo fiscale bisognava promettere alle Regioni l’invarianza complessiva nazionale della spesa sanitaria ai livelli del 2009 – comprese dunque le forniture monstre – allora non ci si può stupire, se Regioni e Autonomie insorgono come un sol uomo contro il governo.

Altro esempio: è giusto aver aperto all’aumento delle addizionali locali, senza aver messo alcun freno per esempio alle società partecipate e controllate dalle Autonomie? Quando per esempio in regioni come il Piemonte le società partecipate sono passate da 373 del 2003 a 356 del 2008 diminuendo di numero, e le controllate da 247 a 251 cioè praticamente uguali, mentre in Campania negli stessi anni le partecipate sono passate da 230 a 287, e le controllate da 165 a 208, con tassi di aumento del 30%? E’ giusto chiedere al contribuente nuove tasse, quando sul milione e 400 mila unità immobiliari di proprietà dei Comuni Italiani – tra ex Iacp e gestioni dirette - il tasso di morosità è intorno al 60%, e quando si calcola che il patrimonio pubblico in mano alle Autonomie – l’80%s del totale nazionale nel nostro Paese – costa ogni anno il 2% del suo valore mentre rende solo l’1%, per l’incapacità degli amministratori pubblici?



Sulla riforma fiscale, ho poco da aggiungere. Tremonti l’ha in testa. Ma al cittadino che ha poco tempo, e lo sente dire che dalle centinaia di deduzioni e detrazioni date oggi a casaccio si possono ricavare fino a 30 miliardi di euro per abbassare le imposte, penso sia ovvio venga come prima idea che se è vero bisogna farlo subito, e non aspettare la prossima campagna elettorale. E se sono i suoi colleghi di governo a non volere prima delle elezioni levare le deduzioni chi oggi ne gode e non le merita, allora il problema sta nel manico e cioè in chi lo guida, il governo. Quanto a me, aver appreso due giorni fa che i 15 miliardi di minori deduzioni servono invce non a far diminuire il peso fiscale, e nemmeno a finanziare una riforma fiscale ainvarianza di gettito, ma sono invece vincolati a copertura di maggior spese e ad assicurare l’ottenimento dell’azzeramento del deficit, ebbene dico che una riforma consimile delle deduzioni non la voglio, perché chi la pensa come me saprebbe farla meglio: cioè con meno spesa publica reale, e meno pressione fiscale reale.

( fonte : articolo del 8/7/11 di Oscar Giannino)

venerdì 8 luglio 2011

Stiglitz ...verso il baratro!



Carissimi lettori di Tra Verità e Menzogna,
in questo fine settimana, cercherò di inserire alcuni Post di particolare interesse che ci aiuteranno meglio a capire in quanta melma siamo immersi.
Inizio dall'articolo di Stiglitz, premio Nobel dell'economia.

Da sempre non vi nascondo la mia forte preoccupazione su quanto sta accadendo nel mondo, il sistema finanziario ed economico dell'intero sistema globale così continuando è destinato alla rovina.

Rivolgendomi a tutti coloro che continuano a snobbare quanto sta accadendo dico che bisogna ogni tanto trovare il coraggio di uscire dal proprio guscio, diversamente il rischio per tutti è quello di fare la fine dell'uovo in padella.

Come sempre Tra Veriità e Menzogna ...restate " Ad occhi aperti!"

Il vostro
Pinocchio & Giò
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NEW YORK – Solo qualche anno fa, un’influente ideologia – che sosteneva il libero mercato senza vincoli – portò il mondo alla rovina. Anche nel suo periodo di massimo splendore, cioè dall’inizio degli anni 80 fino al 2007, il capitalismo deregolamentato in stile americano portò enorme benessere materiale solamente alle persone più facoltose dei paesi ricchi del mondo. In realtà, durante la supremazia trentennale di questa ideologia, la maggior parte degli americani ha visto i propri redditi ridursi o stagnarsi anno dopo anno.

La crescita della produzione negli Stati Uniti non è andata di pari passo con la sostenibilità economica. Con un’enorme fetta del reddito nazionale americano riservato a pochi eletti, la crescita poteva persistere solamente puntando su consumi sostenuti da una montagna di debiti.

Ero, io stesso, tra i convinti assertori che la crisi finanziaria avrebbe insegnato agli americani (e non solo) l’esigenza di una maggiore uguaglianza, una regolamentazione più forte e un migliore equilibrio tra mercato e governo. Ma ahimè, le cose non sono andate così. La rinascita di un’economia influenzata dalla destra, spinta come sempre dall’ideologia e da interessi egoistici, minaccia nuovamente l’economia globale – o almeno le economie di Europa e America, dove queste idee continuano a proliferare.

Negli Usa, questa rinascita della destra, i cui sostenitori cercano evidentemente di abrogare le leggi alla base della matematica e dell’economia, ora minaccia di imporre un default sul debito nazionale. Se il Congresso autorizzerà spese che eccedono le entrate, si registrerà un deficit, e questo deficit dovrà essere finanziato. Invece di bilanciare attentamente i benefici di ogni programma di spesa pubblica con un aumento della pressione fiscale volta a finanziare quei benefici, la destra si ostina ad utilizzare metodi eccessivi; non consentire al debito nazionale di crescere impone che le spese siano allineate alle tasse.

Resta però aperta la questione su quali spese abbiano la priorità; se non diamo priorità alle spese destinate a pagare gli interessi sul debito nazionale, il default sarà inevitabile. Inoltre, ridurre le spese in questo momento, nel mezzo di una crisi provocata dall’ideologia del libero mercato, non farebbe che prolungare la fase di contrazione.

Dieci anni fa, in pieno boom economico, gli Usa hanno registrato un surplus talmente ampio che minacciava di eliminare il debito nazionale. I tagli fiscali e le guerre proibitive, una forte recessione e i costi del sistema sanitario alle stelle – alimentati in parte dalla scelta dell’amministrazione Bush di lasciare carta bianca alle case farmaceutiche sulla determinazione dei prezzi, pur trattandosi di denaro pubblico – hanno rapidamente trasformato l’elevato surplus in un deficit record in tempi di pace.

I rimedi per il deficit americano si desumono immediatamente da queste considerazioni: rimettere in sesto l’America stimolando l’economia; porre fine alle irragionevoli guerre; ridurre i costi delle operazioni militari e dei farmaci; e aumentare le tasse, almeno per i ricchi. Ma la destra non farà nulla di tutto ciò, anzi sta già facendo pressioni per ottenere ulteriori sgravi fiscali per le aziende e gli abbienti, oltre ai tagli previsti sugli investimenti e sulla previdenza sociale che mettono in pericolo il futuro dell’economia americana e mandano in frantumi ciò che resta del contratto sociale. Nel frattempo, il settore finanziario americano esercita forti pressioni per svincolarsi dalle regole, così da poter riprendere la precedente e disastrosamente spensierata condotta.

Le cose vanno leggermente meglio in Europa. Mentre la Grecia e altri paesi affrontano la crisi, la medicina quotidiana è semplicemente rappresentata da un mix di vecchia austerity e privatizzazione, che sortirà solo l’effetto di impoverire e rendere vulnerabili i paesi coinvolti. Questa soluzione non ha funzionato in Asia orientale, in America Latina e in altre regioni, e non funzionerà nemmeno questa volta in Europa. In realtà ha già dato esiti fallimentari in Irlanda, Lituania e Grecia.

Esiste un’alternativa: una strategia di crescita economica appoggiata dall’Unione europea e dal Fondo monetario internazionale. La crescita infonderebbe fiducia circa la possibilità che la Grecia ripaghi i propri debiti, facendo crollare i tassi di interesse e dando maggiore spazio al fisco per dar vita ad ulteriori investimenti volti a rilanciare la crescita. La crescita stessa aumenta il gettito fiscale e riduce la necessità di ricorrere alle spese sociali, come i sussidi per la disoccupazione. E la fiducia generata da questa situazione porta ulteriore crescita.

Malauguratamente, i mercati finanziari e le economie di destra hanno sostenuto l’esatto contrario: credono che l’austerità produca fiducia, e che questa fiducia produca crescita. Ma l’austerità mina la crescita, peggiorando la posizione fiscale del governo, o comunque ottenendo minori miglioramenti di quanto promettano i fautori dell’austerity. In entrambi i casi, la fiducia ne risente, e si mette in moto una spirale al ribasso.

Abbiamo davvero bisogno di un altro esperimento così costoso che abbraccia idee già fallite ripetutamente? No, ma sembra che nonostante tutto dovremo sopportarne un altro. L’eventualità che l’Europa oppure gli Usa non riescano a ritornare a un livello di crescita robusta potrebbe avere ripercussioni negative sull’economia globale. L’eventuale fallimento di entrambi i sistemi sarebbe disastroso – anche se i principali paesi emergenti hanno raggiunto un livello di crescita sostenibile. Sfortunatamente, a meno che a prevalere non sia la saggezza, il mondo punta dritto verso questo baratro.

Joseph E. Stiglitz è professore universitario alla Columbia University, premio Nobel in economia e autore di Freefall: Free Markets and the Sinking of the Global Economy.
Podcast di questo articolo in inglese:
http://media.blubrry.com/ps/media.libsyn.com/media/ps/stiglitz140.mp3
Traduzione di Simona Polverino

domenica 3 luglio 2011

Equivalenza e Reciprocità




Ai colleghi, amici, a chiunque legga questo Post.

In particolare a tutti gli insegnanti , ogni tanto quando fate lezione provate ad uscire dal consueto programma didattico ministeriale, dovete stupire i vostri studenti...basta poco, a volte solo 8 minuti per intavolare un confronto, coinvolgerli in una discussione che sia portatrice di valori. Valori che li aiuteranno anche nello studio.

Come sempre Tra Verità e Menzogna...restate " Ad occhi aperti!"

Il vostro
Pinocchio & Giò