martedì 27 dicembre 2011

Banche inaffidabili



Cari lettori di Tra Verità e Menzogna, siamo così arrivati anche a quest'ultima settimana di fine anno e le cose, come si vede non sono tanto cambiate, anzi ci dovremo preparare al peggio.

Le aziende si preparano ad affrontare un nuovo esercizio ormai sfiuduciate da una politica e da un sistema bancario marcio sino alle sue più profonde radici.

Troppi gli interessi di pochi...

da Wall Steet Italia
Roma - Nuovo record storico per la liquidita' parcheggiata dalle banche dell'eurozona presso la Bce. Venerdì i depositi sono saliti a 411 miliardi di euro rispetto ai 346 del giorno precedente. Polverizzato il precedente picco storico di 384 miliardi toccato nel giugno 2010 in piena crisi del debito della Grecia. L'impennata dei depositi, remunerati dalla Bce allo 0,25%, segue la maxi-operazione di finanziamento triennale con cui la Bce ha fornito la scorsa settimana 489 miliardi di euro al tasso dell'1%. Le banche preferiscono parcheggiare la liquidita' nel porto sicuro della Bce piuttosto che prestarla ad altre banche a tassi piu' elevati assumendosi un rischio di controparte. Il risultato di questo comportamento, dovuto alla crescente avversione al rischio, si traduce nel blocco dei canali di trasmissione della politica monetaria e in forme di razionamento credito (credit crunch) a danno dell'economia reale.
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Come sempre , Tra Verità e Menzogna ...restate "Ad occhi aperti!"

Il vostro

Pinocchio & Giò

martedì 13 dicembre 2011

Meditate gente...meditate.



Cari lettori di Tra Verità e Menzogna, visto che questo blog è sempre più letto da fuori Italia, questo articolo aiuterà a comprendere meglio questo nostro belpaese.

Meditate gente...meditate, come ogni giorno ve la raccontano, ve la vendono e ve la rivendono.
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ROMA - Ci sono contratti e accordi. E poi le leggi, i regolamenti, le intese. Tutto è in regola, per carità.
Ma se ci si ferma un attimo a pensare, in alcuni casi, i cosiddetti diritti acquisiti diventano privilegi. In tema di indennità, stipendi, vitalizi e pensioni, negli ultimi tempi è stato scritto (e denunciato) di tutto e di più. Ma ora che si chiede a milioni di pensionati di rinunciare al recupero dell`inflazione e a migliaia di operai ed impiegati di restare diversi anni in più al lavoro la contraddizione prende le fattezze dello scandalo. Dalla «Casta» di Rizzo e Stella, a forza di non fare nulla, odi far finta di intervenire, siamo arrivati alle «Sanguisughe» di Mario Giordano, che nel suo ultimo volume mette in piazza (e alla berlina) tutte «le pensioni che ci prosciugano le tasche».

Se ne parla tra la gente, sui blog volano parole grosse, demagogia e populismo vengono sparse a piene mani. Ma questo non toglie che il problema esista.
In Parlamento, dove a fatica i presidenti Fini e Schifani stanno facendo marciare il taglio dei vitalizi, l`ultima volta che la questione è stata affrontata è stato tre giorni fa. La Commissione lavoro della Camera ha posto la questione dei trattamenti dei dipendenti degli organi costituzionali e delle Authority. Che non solo benefidano di stipendi ben più alti della norma, ma ancora oggi godono di un regime di assoluto privilegio. Intervento che viene definito «urgente e improcrastinabfie», per affrontare «situazioni di oggettivo privilegio, derivanti da aspetti abnormi del sistema retributivo, anche prevedendo il passaggio al calcolo contributivo prorata».

Bankitalia, a stretto giro di posta ha fatto subito sapere che i propri dipendenti sono completamente assoggettati al regime Inps. Dall`ultimo consuntivo del Quirinale, invece, si apprende che già da tempo ai suoi dipendenti si applicano norme più rigide col blocco delle progressioni automatiche ed il taglio degli assegni più alti (5-10% a seconda che si superino i 90 o i 150 mila euro).

Nonostante il giro di vite, però, i dipendenti possono ancora andare in pensione a 60 anni con 35 anni di contributi. E comunque ogni anno il Colle incassa contributi per 8 milioni e paga pensioni per 90 (38% del bilancio). Camera e Senato fanno anche peggio. Palazzo Madama, infatti, ogni anno spende per le pensioni circa 182 milioni, 209 la Camera su un budget complessivo oli 1 miliardo.

Sulla carta «fermo restando il collocamento a riposo d`ufficio per uomini e donne a 65 anni di età», nel caso del Senato, si può andare in pensione al compimento dei 60 anni se in possesso dei requisiti richiesti, ovvero 20 anni di servizio effettivo e 35 anni di contributi. In più c`è anche la possibilità di anticipare l`uscita a 57 anni, ma «con forti penalizzazioni». E ovviamente ancora tutti col vecchio sistema retributivo. Ora nel suo ultimo resoconto contabile il Senato annuncia «nuove e più restrittive disposizioni» ed anche alla Camera si parla di «inasprimento dei requisiti per il pensionamento di anzianità». Ma l`ultima nota di bilancio non chiarisce assolutamente come si intenda procedere.

Più si sale nella scala sociale e più certi trattamenti pensionistici appaiono agli occhi della gente comune scandalosi. La «pensione d`oro» per eccellenza, certifica l`Espresso nel suo ultimo numero, spetta a Mauro Sentinelli, classe 1947, che arriva a quota 1.173.205 euro lordi l`anno. Ovvero 3.259 al giorno.
Come c`è riuscito? Sentinelli, scrive Giordano sul suo blog, «quando è andato in pensione guadagnava 9 milioni di euro l`anno e si è avvalso della facoltà di passare dalla gestione speciale del fondo telefonici, che paga i contributi solo sulla retribuzione base, a quella obbligatoria dell`Inps, che prende in considerazione anche le altre voci della busta paga, a partire da benefit e stock option».

Legale, regolare, ma scandaloso. Dietro a Sentinelli, un altro «telefonico», Alberto De Petris, classe `43, (653.567 euro lordi/anno) e Mauro Gambaro, classe 1943, ex direttore generale di Interbanca oggi all`Inter, con 665.084.
Se poi si alza ancora di più lo sguardo ai palazzi «alti» escono altre cifre stellari.

Il presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi cumula 30 mila euro/mese di pensione Bankitalia con 4000 euro dell`Inps ed i 19.054 euro dell`indennità da parlamentare, Oscar Luigi Scalfaro, oltre all`indennità di palazzo Madama (19.054) prende 4.766 euro netti al mese dall`Inpdap per avere esercitato l`attività di magistrato per tre anni (dal 1943 al 1946), Lamberto Dini incassa 18 mila euro da Bankitalia, 7000 dall`Inps e 19.054 dal Senato, Giuliano Amato invece cumula 22.048 euro mese dall`Inpdap coi 9.363 che gli da il Parlamento.
Quanto tempo fa Lilli Gruber ad «Otto e mezzo» ha osato chiedergli se fosse stato disposto a ridursi la sua pensione d`oro l`ex premier ha risposto piccato: «Non capisco la domanda». E la trasmissione si è chiusa così, nel gelo più totale. Commenta un frequentatore del blog di Giordano: «E se fosse arrivato il momento di introdurre una tassa sulle sanguisughe?

( fonte http://www.wallstreetitalia.com/)
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Pinocchio & Giò

domenica 11 dicembre 2011

Riserva Frazionaria




Cari lettori di Tra Verità e Menzogna , di seguito riporto l'articolo del 25 novembre di Francesco Carbone ( http://www.usemlab.com/) che illustra, con parole semplici, il concetto della riserva frazionaria.
Un invito a leggerlo con attenzione.
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Poniamo che di questi tempi vi venga in testa un'idea del tutto balorda: decidete di andare in banca a ritirare gran parte dei soldi che riposano sul vostro conto corrente. Non so, forse, stupidamente, siete convinti che essi possano stare più al sicuro da qualche altra parte. Forse, spaventati da trasmissioni demenziali che propongono il divieto di usare il contante, avete pensato che sarebbe meglio darsi una mossa e prelevarne una parte finchè si è in tempo.

In fondo non importa la ragione, voi semplicemente avete avuto questa balzana idea di andare in banca a prelevare parte dei vostri soldi in contante.

Entrate dopo aver svuotato almeno due volte le tasche nel portaoggetti, vi presentate allo sportello e reclamate il vostro ammontare costituito da almeno quattro cifre. Per ammontari più modesti non perdete neanche tempo, ricordatevi che c'è sempre a disposizione il bancomat, meraviglia del progresso e frutto dell'ingegno imprenditoriale, il quale vi offre il vantaggio di non costringervi a svuotare le tasche prima di unirvi agli altri clienti con il numerino in mano e in attesa di essere serviti.

Lo sportellista di banca, piuttosto allarmato soprattutto nel caso in cui l'ammontare richiesto sia non di quattro, ma addirittura di cinque cifre, chiama subito il direttore che arriva ansimando e comincia: la legge di qua, le disposizioni di là, la circolare di sopra, per l'antiriciclaggio di sotto, però ci voleva il preavviso... bla bla bla.. insomma per farla breve è chiaro che il vostro malloppo non ve lo sganciano volentieri. Leggendo alcune esperienze pubblicate sul web, qualche cliente più esuberante a questo punto si incazza pure alzando la voce e dicendo: «Ma stiamo scherzando?? Quei soldi sono miei, ho diritto a riaverli»!

A tal punto i casi sono due: o sganceranno quanto richiesto con evidente malumore, intimoriti soprattutto dagli schiamazzi che state facendo, oppure, rivelandosi ben più tosti e ostinati di quanto aveste creduto in prima battuta, vi convinceranno a ritornare un altro giorno.

In questo secondo caso, quando tornerete qualche giorno dopo potrete finalmente mettere le mani sul conquibus tanto a lungo trattenuto. Contenete però la vostra gioia, soprattutto nel caso in cui l'ammontare prelevato superi abbondantemente i venti o trentamila euro. La possibile visita di cortesia della Guardia di Finanza a casa vostra potrebbe infatti suscitare qualche perplessità e abbattere la vostra soddisfazione. Benché pare pongano solo qualche innocua domanda sulle ragioni della detestabile azione appena commessa, la sensazione di sentirsi implicitamente considerati al livello di uno sporco evasore, di un pericoloso bandito, di un esecrabile spacciatore, ai più non risulta affatto gradita.

In ogni caso, dopo aver portato a termine con successo la vostra balorda azione di ritirare il contante dalla banca, prendetevi qualche secondo e fate lavorare il cervello, fermatevi cioé a riflettere e ponetevi la seguente domanda:

DI CHI ERANO VERAMENTE QUEI SOLDI che figuravano a saldo del vostro conto corrente e che siete andati a reclamare con tanta tracotanza??

Sembra una domanda stupida, e invece si tratta di una delle domande più importanti del mondo.

Ponendoci questa domanda, infatti, caschiamo diritti di fronte all'INGHIPPO giuridico più eclatante e ben celato di tutti i tempi che tanti disastri sociali ed economici ha creato negli ultimi secoli.

Ripetiamo bene la domanda: DI CHI SONO VERAMENTE QUEI SOLDI che figurano sul vostro conto corrente??

Vediamo cosa recita la legge, cioè l'articolo 1834 del codice di civile:

"Nei depositi di una somma di danaro presso una banca, questa ne acquista la proprietà ed è obbligata a restituirla nella stessa specie monetaria alla scadenza del termine convenuto ovvero a richiesta del depositante, con l’osservanza del periodo di preavviso stabilito dalle parti o dagli usi"

ATTENZIONE alle sfumature: la banca ne acquisisce la proprietà! Cioè quei soldi SONO per legge DELLA BANCA che è tenuta a restituirli a RICHIESTA DEL DEPOSITANTE (?!?depositante???!!) con l’osservanza del periodo di preavviso stabilito dalle parti o dagli usi (avevano ragione sul preavviso, avevano ragione loro!).

In altre parole, questi soldi finchè non vi presentate a riprenderli e finchè effettivamente non ve li consegnano in mano, SONO di PROPRIETA' della banca benchè risultino apparentemente VOSTRI nel VOSTRO saldo di conto corrente.

E qua nella testa dei meno distratti sorge spontanea una bella domanda. Nel momento in cui la banca era DIVENTATA PROPRIETARIA dei VOSTRI soldi che avevate versate sul VOSTRO conto corrente, cosa diavolo ci aveva fatto? Li aveva messi da parte per custodirli, o li aveva usati per svolgere i propri affari?

Formuliamo la domanda in altra maniera.

Quei soldi presenti sul vostro conto corrente sono davvero a vostra disposizione (con l'osservanza del periodi di preavviso stabilito dalle parti o dagli usi) o sono stati prestati dalla banca a qualcun altro. E in tal caso, per quanto tempo li ha prestati?

Suvvia! Siate onesti! Se non siete proprio degli ingenuotti degni di un quadro naif, non potrete che dare la risposta giusta!

Ovvio che quei soldi la banca li ha prestati a qualcuno! Altrimenti come farebbe la banca a pagarvi gli interessi (peraltro ormai ridicoli) sulle giacenze di conto corrente? Ma allora, perchè avete schiamazzato dentro la banca reclamando i soldi all'istante! Stando così le cose, VOI non siete un DEPOSITANTE. VOI quei soldi li avete PRESTATI alla banca, non li avete DEPOSITATI in banca.

Riprendo dalle lezioni di Huerta de Soto:

"Se qualcuno venisse da noi e ci dicesse: «deposita i soldi presso di me, te li custodisco per bene, te li lascio sempre a completa disposizione e in più ti pago anche gli interessi», senza dubbio ci suonerebbe come un ottimo affare. Ma per credere che sia tutto vero bisognerebbe essere degli idioti. E' ovvio che c’è l’inganno, che c’è il trucco. Eppure sono proprio gli stessi termini che ci propone il banchiere e che accettiamo nel contratto di conto corrente".

Capito il trucco? Ci chiamano depositanti, la legge stessa ci definisce depositanti, ma in realtà noi siamo dei prestatori, siamo dei mutuanti!!!

Quindi se la banca questi soldi a sua volta li ha prestati a qualcuno (e non li ha prestati certo per 3-4 giorni o per una settimana), come diavolo fa a poterli restituire così, su due piedi, su improvvisa richiesta, o a distanza di qualche giorno, a chiunque si presenti in banca per ritirarli??

Ohibò. Signori, forse state cominciando ad avere qualche legittimo sospetto che fa sorgere altre domande.

Forse a questo punto vi chiederete anche, ma quando paghiamo o preleviamo con il bancomat una cifra inferiore, non vale lo stesso ragionamento? Come facciamo a disporre di una cifra che in realtà è di PROPRIETA' della banca e nel frattempo è stata prestata a qualcun altro magari per un periodo di tempo di due o tre anni? Ma che razza di magia è questa?

Insomma se questi euro li abbiamo prestati alla banca, e la banca li ha prestati a qualcun altro, essi sono quindi in mano o nel conto corrente ANCHE di qualcun altro.

Come fanno quindi gli stessi dannati euro ad essere a vostra disposizione anche sul vostro conto corrente?

Ancora una volta, quindi, chiediamoci: DI CHI SONO VERAMENTE QUESTI SOLDI?? Chi è il vero proprietario di questi fantomatici soldi? VOI, LA BANCA o il SOGGETTO TERZO al quale sono stati prestati?

Il bello, o il brutto, vedete voi, è che la banca quegli stessi soldi li ha prestati non a uno solo, ma ad altri nove soggetti ciascuno dei quali, proprio come fate voi li tiene su un conto corrente ed esattamente come voi pensa di essere il legittimo proprietario e pensa di disporne liberalmente (almeno fino alla scadenza del termine convenuto dal prestito concesso dalla banca).

QUINDI LA RISPOSTA QUALE E'?

CHI HA IL PIENO DIRITTO DI PROPRIETA' SU QUESTI SOLDI?

SONO DIECI SOGGETTI TUTTI CONTEMPORANEAMENTE?

E' possibile mai questa assurdità??

AHIME'... signori, questa assurdità è possibile: questa magia non è niente altro che la riserva frazionaria. Un paradosso frutto di un aborto giuridico creato appositamente per concedere al banchiere un privilegio unico ed estremamente potente.

La riserva frazionaria è anche la ragione per cui da che mondo è mondo si verificano forti cicli economici, accompagnati da devastanti crisi bancarie e sistemiche. Non sono gli speculatori, non sono i terremoti, non sono i commercianti o gli evasori, non sono la globalizzazione. i CDS, gli spread, lo short selling, o qualche altra diavoleria. E' la riserva frazionaria!

Con la Tragedia dell'Euro, con la crisi del Dollaro, con la crisi globale di questo III millennio siamo solo davanti al peggior ciclo e alla peggiore crisi di tutti i tempi. L'immensa forza devastatrice che questa crisi porta con sé e di cui abbiamo appena visto una prima leggera manifestazione nel 2008 e una seconda ancora leggera in questi ultimi mesi, è resa possibile dall'intervento sistematico delle banche centrali che per quasi 100 anni hanno posticipato il giorno della resa dei conti: quello in cui i 10 presunti proprietari della stessa cifra di denaro si presenteranno allo stesso sportello per richiedere lo stesso ammontare di denaro.

Ammontare di denaro, tuttavia, che non è più niente, solo un numero, al più un pezzo di carta colorato riproducibile a volontà dalla banca centrale. Però, quella riproduzione fisica a volontà, necessaria per soddisfare solo la metà di quei 10 proprietari, avrebbe conseguenze devastanti. Non a caso, con la scusa di fare la guerra a quegli appestati meglio noti come evasori fiscali, da qualche tempo è partita la campagna mediatica mirata a vietare, tassare, o abolire il contante.

E' infatti togliendo alla gente l'ultima pretesa di rivalere la proprietà del denaro su qualcosa di fisico, cioé smaterializzando al 100% il denaro, che l'aborto giuridico sottostante alla riserva frazionaria potrebbe essere tenuto nascosto ancora a lungo, mentre gli inevitabili effetti negativi ad esso collegati potrebbero essere posticipati ancora per qualche anno.

La sostanza tuttavia non cambia, il problema sotto c'è, si è stratificato per cento anni, oggi è enorme, la sua risoluzione sarà dolorosissima, e continuando a posticiparla con qualche escamotage tipo tassare o vietare il contante non si farà che aggravarla ancora.

Quindi se ancora non l'avete capito, questa crisi, questa enorme crisi non è niente altro che il risultato di una TRAGEDIA GIURIDICA. Al fine di privilegiare l'attività bancaria rispetto a ogni altra attività commerciale, per motivi ben noti a chi del tutto idiota non è, la legislazione sul contratto di deposito bancario ha lasciato una ampia e drammatica zona di grigio sulla proprietà del denaro che si muove attraverso il sistema bancario.

Se ogni conflitto, problema, crisi, è sempre riconducibile ad una cattiva definizione dei diritti di proprietà, la proprietà sul denaro bancario rimane totalmente indefinita e confusa a causa di un contratto che non costituisce né un deposito né un prestito ma vuole essere entrambe le cose allo stesso tempo. Questo è l'errore più tragico di tutti che sta a monte di qualunque problema economico del passato e del presente.

Se volete saperne di più e ancora non l'avete fatto, leggetevi uno in fila all'altro Cosa è il Denaro e La Tragedia dell'Euro, sono testi alla portata di tutti che dovrebbero essere letti da tutti già in età scolare. I principi e i concetti in essi contenuti dovrebbero essere noti a tutti coloro che hanno un conto in banca; dovrebbero fare parte della cultura di ogni indignato che si rispetti e che vuole evitare di tirarsi solo la zappa sui piedi; purtroppo, all'alba del terzo millennio, sono principi e concetti che neanche una persona su centomila conosce o sospetta minimamente.

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Come sempre Tra Verità e Menzogna , restate ..."Ad occhi aperti!"

Il vostro

Pinocchio & Giò


giovedì 8 dicembre 2011

Orecchie da mercante!

Cari lettori di Tra Verità e Menzogna, proprio vero chi siede al governo ha orecchie da mercante, finchè un giorno i giovani ...



Come sempre restate ..."Ad occhi aperti!"

Il vostro
Pinoccchio & Giò

Chi semina vento...raccoglie tempesta!!!


Mi è pervenuta una mail che riporto con piacere...
Come sempre
Tra Verità e Menzogna...restate "Ad occhi aperti!"

Il vostro
Pinocchio & Giò

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L'EUROPA CHIEDE DI AUMENTARE L'ETÀ

DELLE PENSIONI PERCHÉ IN EUROPA TUTTI LO FANNO.

NOI CHIEDIAMO, INVECE,

CHE SIA TOLTO IL FINANZIAMENTO PUBBLICO AI PARTITI COME SANCITO DAL REFERENDUM.
CHE LA CHIESA PAGHI L'ICI.

DI ARRESTARE TUTTI I POLITICI
CORROTTI , DI ALLONTANARE DAI PUBBLICI
UFFICI TUTTI QUELLI CONDANNATI IN VIA
DEFINITIVA PERCHÉ IN EUROPA TUTTI LO
FANNO.

DI DIMEZZARE IL NUMERO DI PARLAMENTARI
PERCHE' IN EUROPA NESSUN PAESE HA COSI'
TANTI POLITICI.

DI ELIMINARE TUTTI I POLITICI DELLE PROVINCE, PERCHE' CI SONO GIA' QUELLI DELLE REGIONI - DA 40 ANNI.

DI DIMINUIRE IN MODO DRASTICO GLI STIPENDI E I PRIVILEGI A PARLAMENTARI E SENATORI, PERCHÉ IN EUROPA NESSUNO GUADAGNA COME LORO.

DI POTER ESERCITARE IL "MESTIERE" DI POLITICO AL
MASSIMO PER 2 LEGISLATURE COME IN EUROPA TUTTI FANNO !!

DI METTERE UN TETTO MASSIMO ALL'IMPORTO
DELLE PENSIONI EROGATE DALLO STATO
(ANCHE RETROATTIVE), MAX. 5.000,00
EURO AL MESE DI CHIUNQUE, POLITICI E
NON, POICHE' IN EUROPA NESSUNO
PERCEPISCE 15/20 OPPURE 30.000,00 EURO
AL MESE DI PENSIONE COME AVVIENE IN ITALIA

DI FAR PAGARE I MEDICINALI VISITE SPECIALISTICHE E CURE
MEDICHE AI FAMILIARI DEI POLITICI
POICHE' IN EUROPA NESSUN FAMILIARE DEI
POLITICI NE USUFRUISCE COME AVVIENE
INVECE IN ITALIA, DOVE CON LA SCUSA
DELL'IMMAGINE VENGONO ADDIRITTURA
MESSI A CARICO DELLO STATO ANCHE GLI
INTERVENTI DI CHIRURGIA ESTETICA, CURE
BALNEOTERMALI ED ELIOTERAPIOCHE DEI
FAMILIARI DEI NOSTRI POLITICI.

CARI MINISTRI, NON CI PARAGONATE ALLA
GERMANIA DOVE NON SI PAGANO LE
AUTOSTRADE, I LIBRI DI TESTO PER LE
SCUOLE SONO A CARICO DELLO STATO SINO
AL 18° ANNO D'ETA', IL 90 % DEGLI GLI
ASILI E NIDO SONO AZIENDALI E GRATUITI
E NON TI CHIEDONO 400/450 EURO COME GLI
ASILI STATALI ITALIANI.

IN FRANCIA LE DONNE POSSONO EVITARE DI
ANDARE A LAVORARE PART TIME PER
RACIMOLARE QUALCHE SOLDO INDISPENSABILE
IN FAMIGLIA E PERCEPISCONO DALLO STATO
UN ASSEGNO DI 500,00 EURO AL MESE COME
CASALINGHE PIU' ALTRI BONUS IN BASE AL
NUMERO DI FIGLI .

IN FRANCIA NON PAGANO LE ACCISE SUI CARBURANTI
PER LE
CAMPAGNE DI NAPOLEONE, NOI LE PAGHIAMO
ANCORA PER LA GUERRA D'ABISSINIA !

NOI CHIEDIAMO CHE VOI POLITICI
LA SMETTIATE DI OFFENDERE LA
NOSTRA INTELLIGENZA, IL POPOLO

ITALIANO CHIUDE 1 OCCHIO, A VOLTE 2, UN
ORECCHIO E PURE L'ALTRO MA LA CORDA
CHE STATE TIRANDO DA TROPPO TEMPO SI
STA' SPEZZANDO.

CHI SEMINA VENTO,
RACCOGLIE ...TEMPESTA !!!

martedì 6 dicembre 2011

Se non è zuppa ...è pan bagnato!


Carissimi lettori di Tra Verità e Menzogna, ancora una volta questi babbioni, professoroni, mezzi politicanti , esperti banchieri e della finanza assieme a tutti questi politici da tapparsi il naso, si sono dimenticati, volutamente come sempre, dei giovani.

No comment... anche su questa manovra.

Tutto fumo negli occhi per la crescita e lo sviluppo delle nuove generazioni.
La borsa vola! Lo spred si riduce ! Alè alla grande ! Olè torero!!!

Forse capirete quando sarà troppo tardi.

I giovani l'hanno già capito da tempo, sono come si dice di un'altro pianeta e forse solo loro lo cambieranno.

Dal valore del lavoro siamo passati al costo del lavoro.

Da un'economia di mercato siamo passati al mercato delle rendite e della finanza.

Ci siamo persi il Lavoro per strada per lasciare spazio ad un mondo consumistico fatto solo per arricchire sempre di più i soliti ingordi, rendendo l'illusione alla povera gente che così facendo tutti ne potessero godere.

Alla fine con tutto questo faremo i conti, volenti o nolenti sarà così. Un fine ormai dietro l'angolo che nessuno vuol vedere ma che è già pronto ad investirci. Sarà un tram che non farà più fermate, lasciandoci tutti per strada.

Ancora le mani in tasca dei lavoratori, continuando imperterriti a rubare il futuro ai giovani, il tutto per aiutare le banche e tutti quegli arroganti grandi imprenditori che nulla hanno a che fare con i veri Imprenditori qual è stato ad esempio il compianto Olivetti, così facendo ne offendono continuamente il nome.

Questo sistema malato ha come medicina sempre la stessa ...

Se non è zuppa, è pan bagnato...

Come sempre Tra Verità e Menzogna...restate " Ad occhi aperti!".

Il vostro

Pinocchio & Giò

sabato 26 novembre 2011

Non so voi, ma io non ci sto in un mondo così...


Cari Lettori di Tra Verità e Menzogna, leggo ora attraverso Icebergfinanza del bravo Andrea Mazzalai, uno scritto di Pietro Reitano di Atraeconomia ( http://www.altraeconomia.it/), che non posso fare a meno di fare mio e condividere con voi.

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Proviamo a mettere in fila gli elementi. L'Italia è un Paese vecchio, uno dei più vecchi, dove il peso dell'assistenza e delle pensioni raggiunge vertici internazionali. Dall'altra parte, abbiamo un tasso di disoccupazione sopra la media, che però diventa drammatico se guardiamo alle fasce più giovani della popolazioni. 2 milioni di ragazzi tra i 15 e i 29 anni (due milioni) non studia, non lavora, non cerca lavoro.

La mobilità sociale è inesistente, il conflitto generazionale (genitori privilegiati, giovani precari) è alle stelle. Un abisso separa i salari: dai 700 euro di un precario ai 700mila di un top manager.

Vige la gerontocrazia, non la meritocrazia. 6 giovani su 10 sono pronti ad andarsene all'estero, alla prima occasione. La ricchezza è sempre più concentrata nelle mani di pochi.

Poi. Il Paese non investe nel paesaggio e nel turismo, anzi lo deturpa con la cementificazione, falso indicatore di crescita economica. Perdiamo sicurezza alimentare e biodiversità.

L'evasione fiscale è un cancro inestirpabile, la criminalità organizzata lo è altrettanto, e in espansione. I tempi della giustizia sono infiniti. La corruzione idem.

Le imprese esternalizzano, finanziarizzano, precarizzano. La classe imprenditoriale abbandona progressivamente l'economia reale e predilige la Borsa e la finanza. Le imprese puntano agli oligopoli, ai monopoli, alle bollette dei cittadini, alle loro tasse. Le banche investono i soldi dei loro correntisti per finanziare progetti insensati, a volte criminali, degli amici degli amici.

Il welfare è allo stremo, gli enti locali senza risorse, la coesione sociale sotto stress.

Non investiamo in ricerca, istruzione, tecnologia, banda larga, servizi. Non investiamo nell'efficienza energetica e nelle fonti rinnovabili, e dipendiamo sempre più dall'estero per l'energia.

Il debito pubblico è alle stelle.

Infine, la classe politica (tutta) è di un'incompetenza inedita e inaudita, e mentre è impegnata a salvare sé stessa e i suoi scandalosi suoi privilegi, pensa bene di tassare i risparmiatori e non le rendite. E ci vengono a dire che è il momento dei sacrifici.

Chiaro il riassunto? Allora, di fronte a questa situazione, voi investireste in un'azienda come l'Italia?

Prestereste i vostri soldi a un Paese così? Di fronte alla recente manovra del governo, avreste più fiducia nel futuro della Penisola? Vi stupite allora che la finanza internazionale, quel manipolo di personaggi che specula sui disastri altrui, tenti di far capitolare questo Paese? Da molto tempo abbiamo puntato il dito contro i CDS, i credit default swap, strumenti finanziari derivati dalla diffusione impressionante che “scommettono” sul fallimento di imprese, banche e nazioni. Aver lasciato che proliferassero è una delle cause delle paure che in questi concitati giorni assillano gli italiani.

Prepariamoci a giorni difficili.

Sappiamo però anche qual è la soluzione, e che non è troppo tardi. La via d'uscita ha tanti nomi: filiera corta, economia delle relazioni, dono, efficienza energetica, fonti rinnovabili, agricoltura biologica, sostenibilità ambientale, beni comuni, equità nella distribuzione delle risorse, giustizia, istruzione, ricerca, scambi non monetari. Altri nomi li potete aggiungere voi.

Tra questi, anche resistenza e ribellione: il mercato, la Borsa non sono entità astratte o divine, i cui comportamenti non sono modificabili né giudicabili.

Mercato e finanza sono fatti da uomini, che devono rispondere delle conseguenze delle loro azioni, delle responsabilità cui sono chiamati. Lo stesso vale per tutti quei personaggi -giornalisti, economisti, politici, imprenditori, manager, banchieri- che si sono riempiti la bocca di chiacchiere e ancora non ammettono il loro torto, mentre gozzovigliano a spese nostre.

Smettiamo di dare ascolto a questa gente, smettiamo di dare i nostri soldi a chi ci condanna a un futuro di fatica. Non è detto che debba andare per forza così.

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Come diceva Frodo... nel " Il signore degli anelli" : Non so voi, ma io non ci sto in un mondo così!

Come sempre, Tra Verità e Menzogna...restate " Ad occhi aperti!"

Il vostro

Pinocchio & Giò


venerdì 25 novembre 2011

Attenzione..... gli avvoltoi hanno fame!


Carisssimi lettori di Tra Verità e Menzogna, finalmente qualcuno che sostiene
la mia stessa tesi sul BTP day. L'altro giorno a questo riguardo mi sono confrontato con due direttori di due banche diverse che continuavano a "sollecitare" in modo un po' troppo ossessivo alcuni miei clienti, e privati cittadini, con qualche risparmio sul conto corrente.

Questi direttori continuavano ad impartire direttive a tutti i dipendenti della banca che avessero contatto diretto col pubblico, imprese o privati cittadini, affinchè comprassero nel BTP day quanto più possibile i nostri titoli di stato, paventando non so quanti specchietti per le allodole, mentre io nel frattempo continuavo a rammostrare tutte le mie perplessità sull'investimento.

Oggi l'economista Oscar Giannino ha epresso il suo parere a questo proposito, così facendo ha rafforzato maggiormente il mio pensiero.

Con ciò , so bene di non avere la verità in tasca, tuttavia oggi ritengo che sia più opportuno rinunciare ad approfittare di una possibile "opportunità" legata al ritorno di un interesse superiore alla norma, piuttosto che rischiare di rimanere col cerino in mano mettendo la liquidità nella piena disponibilità delle banche e dello stato.

Forse verrò tacciato di poca italianità, ma il mio suggerimento è per quanto possibile di restare liquidi.

Un altro segnale di allarme è quello accorso oggi a seguito dell'emissione dei Ctz a due anni, che ha visto il tasso avvicinarsi alla soglia dell'8%, attestandosi al 7,95%, nell'ultima asta il rendimento si era attestato al 4,62%.

Anche i più ottimisti, come il neo governatore di Bankitalia Ignazio Visco, davanti alla soglia dell'8% forse si dovranno ricredere su quanto sinora affermato sulla tenuta del nostro sistema, ormai malato cronico, con gli avvoltoi già pronti al capezzale.



Come sempre Tra Verità e Menzogna ...restate " Ad occhi aperti!"

Il vostro

Pinocchio & Giò

lunedì 21 novembre 2011

Nulla succede per caso ...

Cari lettori di Tra Verità e Menzogna, nessun complotto è all'orizzonte, ci mancherebbe altro, anche se come diceva Andreotti pensare male non si sbaglia.

Troverete, a seguire, un bello schemino rappresentativo dell'attuale sistema di governo, o se preferite di controllo, di molti stati europei.

C'è un bel libro dal titolo Nulla succede per caso..." Le coincidenze che cambiano la vita".

Sarà sicuramente una coincidenza questa rappresentazione.

Una volta si affermava siamo " Tutti uomini del Presidente", oggi siamo "Tutti Presidenti... per Goldman Sachs".

E' sicuramente un caso ??? Non è che i nostri ragazzi- studenti sparsi per il mondo hanno una vista più lunga di tanti altri babbioni?

Tutti i cambiamenti ( una volta si chiamavano rivoluzioni), per essere definiti tali e costruttivi per il futuro, devono partire dal basso.
Non esiste una "rivoluzione" fatta dall'alto, salvo l'essere un colpo di stato.

Wall Steet ...Goldman Sachs...FMI... BCE.....

Anche oggi la borsa ha perso quasi 4,8 %.
Lo spread sui BTP si è nuovamente alzato a quota 473 punti ( rendimento 6,627%)
Finmeccanica ...Uhm... non era una nostra punta di diamante!.. in tre settimane ha perso il 36% e sembra esserci puzza di bruciato... ( mandate i Carabinieri!)
Christine Lagarde, il numero uno del Fondo Monetario Internazionale afferma il rischio di una crescita ferma, livelli alti di disoccupazione,rivolte sociali
(dal suo pulpito un ... "andate e combattete miei prodi!)"

Tutti pronti a rendersi disponibili a salvare la Patria.
Prima dov'erano lor signori? Si domandano gli studenti di tutti gli atenei e scuole del mondo.

Presto detto, come dice la canzone di Claudio Baglioni,
sempre al solito posto, gira che ti rigira "amore bello".





Come sempre Tra Verità e Menzogna ...restate "Ad occhi Aperti!".

Il vostro
Pinocchio & Giò

sabato 19 novembre 2011

Capire...capire...capire


Cari lettori di Tra Verità e Menzogna, bisogna che ogni tanto ci fermiamo a riflettere sugli accadimenti che ci circondano.
Già si prevede che la fine del 2011 vedrà la crisi del debito pubblico europeo fungere da detonatore per la “bomba” degli Stati Uniti. Altrettanto problematica sarà la situazione in Gran Bretagna. Questi due Paesi ,il primo in particolare sono la fonte dell'attuale problematica che ha investito l'intero nostro sistema economico. l'Europa ne ha seguito le orme non avendo al suo interno un sistema politico (fiscale ed economico) centralizzato. L'Europa è una grande famiglia ove ogni componente si comporta come meglio crede senza rispetto delle regole comuni di un reciproco sostegno,con interessi il più delle volte contrapposti, con al proprio interno un padre padrone che vuole tirare le redini più per un suo interesse personale che altro, questa è la Germania.
Inizieranno ad accentuarsi gli attacchi ad Eurolandia da parte degli Stati Uniti, ovvero del Dollaro sull'Euro.
Vedremo a breve un ulteriore declassamento del rating USA, questo porterà ad un ulteriore declassamento del rating di alcuni paesi europei, tra questi anche la Francia.
Così facendo si cercherà di scatenare un ulteriore fuggi -fuggi dalla nostra moneta.
Ci troveremo di conseguenza nel bel mezzo di una battaglia, di scarico di colpe l'uno verso l'altro.
E' proprio ora che l'Europa dovrebbe essere più coesa per non venire sopraffatta da questi attacchi della finanza di Wall Street.
Non escludo quindi che anche questa "direttiva" di mettere Monti a capo del governo italiano sia più una conseguenza dettata da un diktat della BCE che altro.

Quanto è successo in Grecia ne è un altro esempio eclatante.

Se proprio ci deve essere una battaglia tra sistemi economici e finanziari, speriamo vi sia almeno la possibilità di combatterla senza un Ciano tra le nostre fila.

Le persone hanno il bisogno di capire... capire...capire...dove si andrà a finire.

Come sempre Tra Verità e Menzogna...restate "Ad occhi aperti!"

il vostro
Pinocchio e Giò

venerdì 18 novembre 2011

Sempre e ovunque...

Cari lettori di Tra Verità e Menzogna, vorrei chiudere la settimana con le parole del signor "G ", sempre e vunque... restate "Ad occhi Aperti !"

Il vostro
Pinocchio & Giò

mercoledì 16 novembre 2011

Scacco matto !


Carissimi lettori di Tra Verità e Menzogna, riporto di seguito un articolo di Luca Ciarrocca, direttore del Wall Street Italia, documento cui condivido la riflessione e i dubbi che ormai da molto tempo continuano, giorno dopo giorno, a diventare, aihmè, certezze.

Molti affermano che siamo al punto di svolta, che a breve ci sarà la ripresa. Io stento a crederlo, anzi prevedo che siamo ancora a metà del guado e il livello dell'acqua a breve sarà più alto.

Se avete tempo, rileggendo i miei vecchi post, alcuni datati di molti mesi ,potrete riscontrare che la sfera di cristallo nella quale avevo scrutato è stata una buona indovina.
A questo punto ho quasi paura a riprenderla tra le mani, quasi a voler sfatare catttivi presagi.

Per spiegarvi al meglio l'attuale situazione italiana, che altro non è che l'espressione malata di un capitalismo ormai fuori controllo, basato sulla mediocrità dell'animo degli individui, del tornaconto di poche lobbies, bastano anche solo questi pochi elementi .

La situazione di Unicredit come per altre banche di rilievo, è sotto gli occhi di tuttti, tutti i funzionari ed impiegati allo sportello cercano in questi giorni di piazzarvi le loro obbligazioni o prodotti che hanno in pancia, o chiedervi di vincolare le somme che avete sul conto corrente
( come si faceva una volta, ormai più di 40 anni fa, coi riparmi sul libretti dei ragazzini...) .
Se non siete esperti non fatevi abbindolare,si sono già mangiati tutto e sono alla frutta... e vogliono che il pranzo lo paghiate voi.

Che cosa hanno in pancia queste banche è facile prevederlo...tanta carta straccia da riempire le fauci di un vulcano. In borsa ieri Finmeccanica è crollata del 20%, poco di meno le banche, che in parte hanno svalutato i loro crediti, come Unicredit ( 10 Mld) essendo inesigibili,/incagliati(?) ma sono solo un'esigua parte , una goccia in mezzo al mare.

Si prevede a breve che i Bond greci , forse anche quelli del Portogallo e Irlanda potrebbero essere svalutati, forse anche del 40/50% , soprattutto quelli in mano ai privati , che resteranno come sempre col cerino in mano, mentre la " prudente" BCE ben cercherà di salvaguardarsi.

La recessione in Italia, come in gran parte dell'Europa, è ormai alle porte, a mio avviso ha già girato la maniglia per entrare.

Il debito pubblico è fuori controllo, il nostro presidente Napolitano ci ha ricordato che sono in scadenza nel breve termine oltre 200 miliardi di titoli di stato, ma è stato molto magnanino... andatevi a vedere gli impegni in scadenza dei prossimi anni.

Si prevede, inoltre, che le banche a breve saranno costrette a lasciare a casa qualche decina di migliaia di persone, così pure molte migliaia di persone si prevede possano venire licenziate nel settore pubblico, a questo riguardo il presidente della Corte dei Conti ha fatto un richiamo seppur velatamente a questo rischio, che chiamerei con l'esatto suo termine... " licenziamento di massa".

Attenti a come si muovono i pezzi sulla scacchiera, da qualsiasi parte voi siate, bianco o nero ...o arriva Maga Magò, o è Scacco matto!
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a seguire articolo del Direttore di WSI -
" L'Italia avra' nelle prossime ore un nuovo governo, con Mario Monti presidente del Consiglio. Noi di WSI gli auguriamo di aver successo e di poter tener testa indomito alla famelica casta di politici, ciechi e irresponsabili, di destra e di sinistra, che lo ricattera' senza tregua nei mesi a venire.

Il governo tecnico era una scelta obbligata per recuperare un po' della credibilita' bruciata dall'Italia negli ultimi due anni e per approvare subito riforme strutturali impopolari ma ineludibili. Tuttavia e' inutile farsi illusioni. Il nuovo esecutivo a Roma rallentera' di poco il "soft crash" che l'Europa e l'euro si apprestano a dover fronteggiare.

Il crash duro, quello apocalittico, il non pagamento dei 3-4 trilioni di euro di debiti tossici (sovrani e non) che fanno capo alle banche europee, ovviamente non lo vuole nessuno e quindi sara' evitato. Sarebbe troppo devastante, come un 1929 moltiplicato 100 volte.

Eppure l'Europa, come suggerisce un report appena pubblicato da Deutsche Bank, ha gia' toccato il "Tipping Point". Proprio con la crisi italiana, con il prezzo dei Btp a 87 e il rendimento sopra la quota d'allarme del 7%.

Corollario, lo scenario che si prepara e' il seguente: la Banca Centrale Europea guidata da Mario Draghi si mette a stampare euro per decine di miliardi, come la Fed stampa dollari (il che scuote la Germania perche' crea inflazione anzi iper-inflazione). Bruxelles - cioe' Merkozy - spinge per una svolta politica che preveda il varo a tappe forzate (il 9 dicembre) del progetto di un ministro del Tesoro Ue e di una politica economica e fiscale integrata. Se questo scenario non si avvera, l'euro cessera' di esistere. Tertium non datur.

Ma il fatto che il petrolio sta per toccare di nuovo quota $100 pur in fase di economie in semi-recessione, conferma che il mercato si sta gia' orientando alla exit piu' vigliacca: stag-flazione, debiti che alimentano altri debiti, stampaggio di moneta, piani di austerita', popolazioni tenute al guinzaglio o affamate, logoramento del potere d'acquisto. Il tutto, per non dichiarare in modo trasparente che certi asset valgono 30 centesimi di euro rispetto al valore di bilancio.

La verita' e' che i 3 trilioni di debiti tossici in Europa non saranno mai ripagati e se potete affermare il contrario dimostratelo. Senza contare i debiti pubblici, veri mostri onnivori: Italia e Spagna da sole devono emettere € 930 miliardi di titoli di stato nei prossimi 3 anni, di cui € 300 e € 120 miliardi nel 2012. Qualche anarchico luddista questi debiti impagabili suggerisce di non pagarli affatto. E perche' non succede? Bhe' semplice: perche' il default significa che ogni euro di debito di qualcuno e' il credito o l'asset di qualcun altro. All'improvviso ci si impoverisce tutti. Le perdite sarebbero kolossal e Buenos Aires del 2001 un paradiso.

Certo a volte viene voglia di una soluzione catartica, un cupio dissolvi che ci faccia ricominciare da zero, purificati. Qualcosa che porti al fallimento queste maledette banche malgestite a cui fa capo la responsabilita' di rischi e buchi immensi, la vita andra' avanti lo stesso, no? Possono andare gambe all'aria istituti bancari, societa' di assicurazione, fondi comuni, aziende, tutti quelli che hanno sbagliato dovrebbero essere puniti, non e' vero? Ma che razza di sistema e' questo in cui chi sbaglia viene premiato e tutti noi dobbiamo accollarci a vita montagne di debiti, come cittadini, e pagare pagare pagare mentre i pochi privilegiati continuano a spassarsela? Capitalismo? Democrazia? Fascismo soft?

Quelli che si sono presi i rischi, si prendano le perdite. Punto. Noi non ne vogliamo piu' sapere. Ma se una banca fallisce, che succede? I depositi, fino a che punto sono sicuri? Qualcuno risponda e ci dica la verita', per favore. Vogliamo sapere e capire. Non lo chiediamo al nuovo presidente del consiglio Mario Monti. Lo chiediamo a qualche esperto, qualcuno che non spacci finte certezze ma ci spieghi il meccanismo. Aspettiamo chiarimenti, abbiamo il diritto di conoscere, visto che siamo ancora in democrazia. Non ci saranno mai piu' crescita e benessere, con la montagna di debiti che ci schiaccia? E' questo il punto? "
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Detto questo, altro non mi resta che ricordarvi

Tra Verità e Menzogna...restate " Ad occhi aperti!"

Il vostro

Pinocchio & Giò

domenica 6 novembre 2011

Mosca cieca!



Riporto di seguito l'articolo di BimboAlieno uscito oggi sul blog (http://bimboalieno.altervista.org/) che riassume con particolare acume quanto è accaduto nella passata settimana, in ambiente finanziario-governativo.
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E’ domenica, e alle spalle abbiamo una delle settimane più importanti della Storia italiana: quella in cui la terza economia dell’Unione europea ha chiesto al FMI di essere commissariata. Ripercorriamo insieme le tappe principali che nella settimana ci hanno portato all’ennesimo passo che ricalca il tragitto compiuto dalla Grecia.

Lunedì siamo partiti con la Russia che si è dichiarata pronta ad aiuti per euro-zona attraverso il FMI:

“La Russia è pronta a iniziare i colloqui con singoli stati della zona euro per fornire sostegno finanziario attraverso il Fondo Monetario Internazionale. Non c’è stata una richiesta formale da parte dell’Unione Europea, ma se fanno una richiesta… il ministro delle Finanze, la banca centrale, il governo… valuteranno la cosa seriamente, così come la possibilità di un sostegno”

riferisce il consigliere economico russo Arkady Dvorkovich.
I mercati azionari europei aprono in ribasso di oltre l’1% con le vendite concentrate in particolare sul settore bancario. I mercati risentono delle prese di beneficio post rialzi della scorsa settimana e delle attese per gli incontri BCE, FED e G20 che avverranno nei prossimi giorni. Chiuderanno la giornata a -2,5%. La banca centrale giapponese decide di intervenire nel mercato dei cambi per frenare il continuo apprezzamento dello yen.

Il ministro delle finanze tedesco Schauble rilancia, in vista del G20, l’idea di introdurre una tassazione sulle transazioni finanziarie per contrastare la speculazione sui mercati. Inoltre a suo giudizio l’Europa dovrebbe celermente muoversi verso una unione fiscale degli stati membri.

A livello di tassi, mentre calano quelli tedeschi ed americani, salgono quelli italiani con il decennale che si attesta in area 6,14% (spread Italia Germania a 10 anni leggermente sopra i 400 punti). Ciò conferma la sfiducia nei confronti dell’Italia ed i dubbi riguardanti una reale implementazione del programma presentato la settimana scorsa al summit UE.

Completamente deserte sono andate nel pomeriggio di lunedì le riaperture riservate agli operatori specialisti dell’asta su Btp a tre e dieci anni. Nessuna domanda e assegnazione nulla quindi per il Buono a tre anni luglio 2014, riaperto per 325 milioni, per il decennale 1 marzo 2022, offerto per 300 milioni e per i 125 milioni di Btp ‘off-the-run‘ settembre 2019. Nessun interesse nemmeno sui 100 milioni del CCTeu 2015. Questo (drammatico) evento è imputabile alle conseguenze del fallimento di FM Global

Mario Draghi si avvicina al suo insediamento al timone della Banca centrale europea, sotto la spinta contrapposta di pressioni da parte della Germania e dei paesi della zona euro più deboli sul fronte del debito. Draghi si è dichiarato pronto a continuare ad acquistare i titoli governativi degli stati in difficoltà. Le controversie sul programma di acquisti di titoli di Stato della BCE hanno portato alle dimissioni di due membri dell’istituto centrale provenienti dall Germania. Il numero uno della Bundesbank Jens Weidmann ritiene che l’EFSF esteso, sostituendosi alla BCE nel “lavoro sporco” di comprare bond, ridisegnerà il confine tra politica monetaria e politica fiscale, una linea che secondo molti tedeschi è stata resa meno netta dal programma di acquisto di bond. Draghi, consapevole di incontrare nuove resistenza tedesche a qualsiasi iniziativa di ulteriori acquisti di bond, virerà a sorpresa per un taglio dello 0,25% del Tasso Ufficiale di sconto. Ma questo accadrà solo giovedì. Prima bisogna passare da un martedì che farà chiudere il FTSEMIB con un epico -6,8%:

Il superamento di 400 punti di spread sui titoli tedeschi e i segnali sempre più chiari di una “Inettocrazia” italiana, incapace di formulare un decreto od un maxi-emendamento, porta una giornata nervosa fin dai primi scambi del mattino, e il nervosismo generale si aggrava quando il primo ministro Greco Papandreu (che da questo momento sta per diventare noto come “Papandemonium”) annuncia di voler sottoporre il piano di austerity ad un referendum. Le reazioni del FMI sono chiare: se la Grecia non garantisce i comportamenti richiesti, allora non sono garantiti gli aiuti. Papandreu voleva solo allungare un po’ il guinzaglio, ma il tentativo dura poco: quando dipendi dagli aiuti del FMI e finisci sotto la sua supervisione non hai alcuna opzione autonoma.

Ora dopo ora le chiacchiere sull’Italia si intensificano: la Banca d’Italia smentisce di avere allo studio un piano di emergenza per le banche nazionali in base al quale rileverebbe i titoli di Stato italiani detenuti dalle banche nazionali, in cambio dell’impegno di queste ad acquistarne di nuovi a più lunga scadenza. Fonti di Via Nazionale definiscono infatti “prive di fondamento e contrarie alle norme europee” le indiscrezioni. Dopo la giornata di inferno per i titoli di Stato italiani e la Borsa il governo ha convocato un Comitato per la stabilità finanziaria alle 15,00. Una fonte governativa riferisce che in serata, a partire dalle 20,00, dovrebbe tenersi un Consiglio dei ministri per il varo delle misure straordinarie chieste dall’Unione europea all’Italia per riconquistare la fiducia dei mercati. Misure che non verranno.

Martedì è un vero e proprio fuggi-fuggi dai titoli italiani, secondo indiscrezioni il G20 potrebbe chiedere ufficialmente alla Cina maggiore flessibilità dello yuan sul mercato dei cambi, ma nel frattempo il decennale italiano sale a livelli record dall’avvento dell’euro (tasso a 6,399% e spread 10 anni Italia Germania supera i 460 punti). E siamo ormai prossimi all’intervento di Draghi.

La comunicazione é essenziale nel suo nuovo ruolo. I mercati finanziari, che si sono abituati al linguaggio codificato di Trichet negli ultimi otto anni, ascolteranno con attenzione alla ricerca di eventuali cambiamenti di sfumatura o di approccio. La focalizzazione sulla lotta all’inflazione del contingente tedesco nel consiglio governativo significa che Draghi incontrerà difficoltà a tagliare i tassi di interesse. L’inflazione della zona euro a ottobre si è confermata al 3%, ben sopra il target della Bce di un dato vicino ma inferiore al 2%. Se la Bce taglierà i tassi alla prima riunione guidata da Draghi si alimenteranno i timori tedeschi di una colomba italiana al timone della banca centrale.

A queste questioni si aggiunge un altro problema pressante per Draghi: il connazionale Lorenzo Bini Smaghi, che siede nel consiglio esecutivo a sei della Bce, è al centro di una disputa diplomatica tra Italia e Francia. In base a un accordo dello scorso aprile, il presidente francese Nicolas Sarkozy ha dato il suo supporto a Draghi a patto che Bini Smaghi si facesse da parte per assicurare la presenza di un francese nel board. Bini Smaghi, il cui mandato alla Bce scade nel 2013, ha sinora insistito sul fatto che qualsiasi tentativo che lo costringa a lasciare il posto sarebbe un attacco all’indipendenza della banca centrale e ha ricevuto l’appoggio dell’istituto. E i ripetuti, pubblici, inviti a dimettersi da parte di Silvio Berlusconi per non inasprire i rapporti tra Francia e Italia non hanno sinora portato ad alcune risultato, indebolendo ulteriormente il giudizio sulle capacità politiche del premier italiano nelle opinioni internazionali.

La BCE decide di abbassare i tassi di 25 bps. I punti salienti del discorso di Draghi:

* deciso all’unanimità un taglio dei tassi poiché nel medio termine la BCE si aspetta un’inflazione sotto il 2% (dichiarazione resa allo scopo di tranquillizzare i tedeschi, pare chiara l’intenzione di procedere al tentativo di inflazionare)
* sono crescenti rischi di rallentamento della crescita. Draghi non esclude una possibile recessione.
* Il governatore della Banca centrale sottolinea l’importanza dell’accordo europeo sul ratio Tier 1 sopra al 9% per le banche
* L’uscita dall’area euro non è contemplata dai Trattati e la BCE sta intervenendo sui mercati obbligazionari esclusivamente con obiettivi d natura monetaria.
* In relazione all’andamento degli spread ed ai rendimenti dei titoli di stato dei Paesi periferici ritiene che non possono essere gli interventi esterni a far scendere i tassi d’interesse sui titoli di stato, ma le politiche nazionali in termini di consolidamento dei conti pubblici e riforme per migliorare la crescita e creare posti di lavoro.
* L’intervento sul mercato secondario dei titoli di stato da parte della BCE è temporaneo e di entità limitata e la BCE non deve essere ritenuta prestatrice di ultima istanza.

Stark della Bce dichiara che i riacquisti di bond da parte della Bce termineranno “non appena possibile”.

L’Italia si dichiara disponibile alla supervisione del Fondo Monetario sul piano di riforme.

“Dobbiamo essere sicuri che ci sia credibilità negli obiettivi dell’Italia e che li raggiunga. Il Fmi subentra dunque nel monitoraggio.”

L’effetto immediato non è dei migliori: gli spread BTP-Bund tornano ad allargarsi (nuovamente in area 450 punti base) dopo le conferme da parte di Barroso e della Merkel del monitoraggio dell’Italia da parte del FMI. I mercati azionari risentono delle notizie appena evidenziate e virano in netto territorio negativo.

I rendimenti del Btp a 3 anni (Btps 4.25% Luglio 2014) arriva al 6% di rendimento.

Dopo aver detto a Luglio, nel preavvisare l’arrivo della seconda manovra, “siamo aperti alle idee e proposte dell’Opposizione” il Governo italiano conferma di essere totalmente senza idee, e messo alle strette, si ritrova -caso unico se si escludono i Paesi del Terzo Mondo- a CHIEDERE di essere commissariato. A CHIEDERE di essere giudicato con pagelle trimestrali dal FMI, che gli detti la linea politica, la scaletta degli interventi da poter presentare in patria come “imposti” o magari applicati con “il cuore che gronda sangue“.

Il tutto condito da un discorso che vorrebbe rigenerare la fiducia e che si fonda sul fatto che la gente ancora non ha rinunciato ad andare in pizzeria né ai voli low-cost, dunque la crisi è solo psicologica, un’invenzione degli speculatori, e ancora il mercato percepirà che chi governa continua a pensare non sia necessario affrontare un problema, visto che lo vede privo di sostanza.

Inettocrazia mi sembrava il minimo.
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Cos'altro aggiungere???!!!

Come sempre Tra Verità e Menzogna ....restate "Ad occhi aperti!"

Il Vostro

Pinocchio & Giò

mercoledì 26 ottobre 2011

Fu vera gloria? Ai posteri l'ardua sentenza


Ecco il testo della lettera inviata dal governo di Roma in risposta all'ultimatum dell'Unione Europea:


PREMESSA

L’Italia ha sempre onorato i propri impegni europei e intende continuare a farlo. Quest’estate il Parlamento italiano ha approvato manovre di stabilizzazione finanziaria con un effetto correttivo sui saldi di bilancio al 2014 pari a 60 miliardi di euro. Sono state così create le condizioni per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013, con un anno di anticipo rispetto a quanto richiesto dalle istituzioni europee. Dal 2012, grazie all’aumentato avanzo primario, il nostro debito scenderà.

Tuttavia, siamo consapevoli della necessità di presentare un piano di riforme globale e coerente.

La situazione italiana va letta tenendo in debita considerazione gli equilibri più generali che coinvolgono l’intera area europea. Mesi di tensioni sui mercati finanziari e di aggressioni speculative contro i debiti sovrani sono, infatti, il segnale inequivocabile di una debolezza degli assetti istituzionali dell’area euro.

Per quel che riguarda l’Italia, consapevoli di avere un debito pubblico troppo alto e una crescita troppo contenuta, abbiamo seguito sin dall’inizio della crisi una politica attenta e rigorosa.

Dal 2008 ad oggi il nostro debito pubblico è cresciuto, in rapporto al Pil, meno di quello di altri importanti paesi europei. Inoltre, la disciplina da noi adottata ha portato a un bilancio primario in attivo. Situazione non comune ad altri Paesi.

Se problemi antichi, come quello del nostro debito pubblico, danno luogo oggi a ulteriori e gravi pericoli, ciò è soprattutto il segno che la causa va cercata non nella loro sola esistenza, ma nel nuovo contesto nel quale ci si è trovati a governarli.

A. I FONDAMENTALI DELL’ECONOMIA

Il Governo italiano ha risanato i conti pubblici e conseguirà l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013. Il debito pubblico in rapporto al PIL è stato ricondotto su un sentiero di progressiva riduzione.

Nel 2014 avremo un avanzo di bilancio (corretto per il ciclo) pari allo 0,5% del PIL, un avanzo primario pari al 5,7% del PIL e un debito pubblico al 112,6% del PIL. Per realizzare questo obiettivo sono state approvate durante l’estate in tempi record due importanti manovre di finanza pubblica che comporteranno una correzione del deficit tendenziale nel quadriennio 2011-2014 pari rispettivamente a 0,2%, 1,7%, 3,3% e 3,5% del PIL. Nel 2011 si prevede un avanzo primario consistente pari allo 0,9% del PIL. Nonostante l’aumento delle spese per il servizio del debito, questo consentirà la riduzione del rapporto debito/PIL già nel 2012. I dati relativi ai primi otto mesi dell’anno in corso sono coerenti con questi obiettivi.

È doveroso segnalare che la nuova serie dei conti nazionali indica che nel 2010 il Pil italiano è cresciuto dell’1,5% e non dell’1,3% e, nei due anni della crisi, il Pil si è ridotto meno di quanto prima stimato (-1,2% invece di -1,3% nel 2008 e -5,1% invece di -5,2% nel 2009).

Come conseguenza della revisione contabile operata da Eurostat il rapporto deficit/Pil, che è stato confermato a 4,6% per il 2010, è praticamente allineato a quello della Germania, rivisto dal 3,3% al 4,3%. Si noti, inoltre, che l’Eurostat ha rettificato al rialzo anche i rapporti deficit/Pil della Francia (dal 7% al 7,1%), della Spagna (dal 9,2% al 9,3%), della Grecia (dal 10,5% al 10,6%) e del Portogallo (dal 9,1% al 9,8%).

In conclusione, nel 2010 l’Italia aveva, insieme alla Germania, il comportamento largamente più virtuoso in termini di indebitamento netto in rapporto al Pil.

B. CREARE CONDIZIONI STRUTTURALI FAVOREVOLI ALLA CRESCITA

Siamo ora impegnati nel creare le condizioni strutturali favorevoli alla crescita. Il Governo ritiene necessario intervenire sulla composizione del bilancio pubblico per renderla più favorevole alla crescita.

Con questo obiettivo il Governo intende operare su quattro direttrici nei prossimi 8 mesi:

- Entro 2 mesi, la rimozione di vincoli e restrizioni alla concorrenza e all’attività economica, così da consentire, in particolare nei servizi, livelli produttivi maggiori e costi e prezzi inferiori;

- Entro 4 mesi, la definizione di un contesto istituzionale, amministrativo e regolatorio che favorisca il dinamismo delle imprese;

- Entro 6 mesi, l’adozione di misure che favoriscano l’accumulazione di capitale fisico e di capitale umano e ne accrescano l’efficacia;

- Entro 8 mesi, il completamento delle riforme del mercato del lavoro, per superarne il dualismo e favorire una maggiore partecipazione.

Nei prossimi 4 mesi è, ad ogni modo, prioritario aggredire con decisione il dualismo Nord-Sud che storicamente caratterizza e penalizza l’economia italiana. Tale divario si estrinseca in un livello del Pil del Centro-Nord Italia che eguaglia il livello delle migliori realtà europee, e quello del Mezzogiorno, che è collocato in fondo alla graduatoria europea.

A riguardo, l’esecutivo è intenzionato a utilizzare pienamente i fondi strutturali, impegnandosi in una loro revisione globale, inclusi quelli per lo sviluppo delle infrastrutture, allo scopo di migliorarne l’utilizzo e ridefinirne le priorità in stretta collaborazione con la Commissione Europea. Tale revisione consentirà un’accelerazione, una riconsiderazione delle priorità dell’uso dei Fondi e una regia rafforzata, dove l’Italia è disposta a chiedere un sostegno tecnico alla commissione europea per la realizzazione di questo ambizioso obiettivo. Il programma straordinario per lo sviluppo del Mezzogiorno è definito in maniera evocativa "Eurosud" e nasce dalla convinzione che la crescita del Sud è la crescita dell’Italia intera.

Il Governo, quindi, definirà ed attuerà la revisione strategica dei programmi cofinanziati dai fondi strutturali 2007-2013. Tale revisione risponde alle Raccomandazioni del Consiglio del 12 luglio 2011 sul Programma Nazionale di Riforma dell’Italia.

Esso si basa su una più forte concentrazione dei Programmi sugli investimenti maggiormente in grado di rilanciare la competitività e la crescita del Paese, segnatamente intervenendo sul potenziale non utilizzato nel Sud, e su un più stringente orientamento delle azioni ai risultati (istruzione, banda larga, ferrovie, nuova occupazione). Tale revisione potrà comportare una riduzione del tasso di cofinanziamento nazionale dei programmi comunitari.

Le risorse resesi disponibili a seguito di questa riduzione saranno programmate attraverso un percorso di concertazione tra il Ministro delegato alle politiche di coesione, il Commissario europeo competente e le regioni interessate basato su una cooperazione rafforzata con la Commissione europea attraverso un apposito gruppo di azione.

Tale piano d’azione sarà definito entro il 15 novembre 2011.

La creazione delle condizioni strutturali per la crescita dell’intero Paese passa inevitabilmente per la revisione delle politiche di:

a. promozione e valorizzazione del capitale umano;

b. efficientamento del mercato del lavoro;

c. apertura dei mercati in chiave concorrenziale;

d. sostegno all’imprenditorialità e all’innovazione;

e. semplificazione normativa e amministrativa;

f. modernizzazione della pubblica amministrazione;

g. efficientamento e snellimento dell’amministrazione della giustizia;

h. accelerazione della realizzazione delle infrastrutture ed edilizia;

i. riforma dell’architettura costituzionale dello Stato.

a. Promozione e valorizzazione del capitale umano

L’accountability delle singole scuole verrà accresciuta (sulla base delle prove INVALSI), definendo per l’anno scolastico 2012-13 un programma di ristrutturazione per quelle con risultati insoddisfacenti; si valorizzerà il ruolo dei docenti (elevandone, nell’arco d’un quinquennio, impegno didattico e livello stipendiale relativo); si introdurrà un nuovo sistema di selezione e reclutamento.

Si amplieranno autonomia e competizione tra Università. Si accrescerà la quota di finanziamento legata alle valutazioni avviate dall’ANVUR e si accresceranno i margini di manovra nella fissazione delle rette di iscrizione, con l’obbligo di destinare una parte rilevante dei maggiori fondi a beneficio degli studenti meno abbienti. Si avvierà anche uno schema nazionale di prestiti d’onore.

Da ultimo, tutti i provvedimenti attuativi della riforma universitaria saranno approvati entro il 31 dicembre 2011.

b. Efficientamento del mercato del lavoro

È prevista l’approvazione di misure addizionali concernenti il mercato del lavoro.

1. In particolare, il Governo si impegna ad approvare entro il 2011 interventi rivolti a favorire l'occupazione giovanile e femminile attraverso la promozione: a. di contratti di apprendistato contrastando le forme improprie di lavoro dei giovani; b. di rapporti di lavoro a tempo parziale e di contratti di inserimento delle donne nel mercato del lavoro; c. del credito di imposta in favore delle imprese che assumono nelle aree più svantaggiate.

2. Entro maggio 2012 l’esecutivo approverà una riforma della legislazione del lavoro a. funzionale alla maggiore propensione ad assumere e alle esigenze di efficienza dell’impresa anche attraverso una nuova regolazione dei licenziamenti per motivi economici nei contratti di lavoro a tempo indeterminato; b. più stringenti condizioni nell'uso dei "contratti para-subordinati" dato che tali contratti sono spesso utilizzati per lavoratori formalmente qualificati come indipendenti ma sostanzialmente impiegati in una posizione di lavoro subordinato.

c. Apertura dei mercati in chiave concorrenziale

Entro il 1° marzo 2012 saranno rafforzati gli strumenti di intervento dell’Autorità per la Concorrenza per prevenire le incoerenze tra promozione della concorrenza e disposizioni di livello regionale o locale. Verrà generalizzata, la liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali in accordo con gli enti territoriali.

Le principali disposizioni contenute nella bozza di disegno di legge sulla concorrenza riguardano i settori della distribuzione dei carburanti e dell’assicurazione obbligatoria sui veicoli. Le misure relative al mercato assicurativo sono state definite all’interno di una proposta di legge di iniziativa parlamentare, che è già stata approvata dalla camera dei deputati ed è attualmente all’esame del senato. Le misure concernenti i mercati della distribuzione carburanti sono state integralmente inserite nel Decreto Legge n.98/2011 e pertanto sono già in vigore. Si è preferito adottare uno strumento legislativo quale il decreto che garantisce l’immediata efficacia degli interventi. nel medesimo decreto legge sono state inserite anche altre disposizioni di apertura dei mercati e liberalizzazioni, tra cui si ricorda in particolare la liberalizzazione in via sperimentale degli orari dei negozi. Nel frattempo, fra i primi in Europa, l’Italia ha aperto alla concorrenza il mercato della distribuzione del gas: sono stati adottati e saranno a breve pubblicati nella gazzetta ufficiale i regolamenti che disciplinano le gare per l’affidamento della distribuzione del gas in ambiti territoriali più ampi dei comuni.

Già con il Decreto Legge n.138/2011 sono state adottate incisive misure finalizzate alla liberalizzazione delle attività d’impresa e degli ordini professionali e dei servizi pubblici locali. In particolare già si prevede che le tariffe costituiscano soltanto un riferimento per la pattuizione del compenso spettante al professionista, derogabile su accordo fra le parti. Il provvedimento sullo sviluppo conterrà recherà altre misure per rafforzare l’apertura degli ordini professionali e dei servizi pubblici locali.

Sempre in materia di ordini professionali, nella manovra di agosto, in tema di accesso alle professioni regolamentate, è stato previsto che gli ordinamenti professionali debbano garantire che l'esercizio dell'attività risponda senza eccezioni ai principi di libera concorrenza, alla presenza diffusa dei professionisti su tutto il territorio nazionale, alla differenziazione e pluralità di offerta che garantisca l'effettiva possibilità di scelta degli utenti nell'ambito della più ampia informazione relativamente ai servizi offerti. Inoltre, già in sede di conversione della manovra di luglio (DL n. 98/2011) è stato previsto che il Governo, sentita l'Alta Commissione per la Formulazione di Proposte in materia di Liberalizzazione dei Servizi, elaborerà proposte per la liberalizzazione dei servizi e delle attività economiche da presentare alle categorie interessate. Dopo 8 mesi dalla conversione del decreto legge, tali servizi si intenderanno liberalizzati, salvo quanto espressamente regolato.

Verranno rafforzati i presidi a tutela della concorrenza nel campo dei servizi pubblici locali, con l’introduzione a livello nazionale di sistemi di garanzia per la qualità dei servizi nei comparti idrico, dei rifiuti, dei trasporti, locali e nazionali e delle farmacie comunali, seguendo rispettivamente questa sequenza temporale 3 mesi, 6 mesi, 9 mesi e 12 mesi.

Per quanto riguarda la riforma dei servizi pubblici locali che il Governo italiano - riprendendo quanto già previsto dall’articolo 23 bis del DL 112/2008 - ha approvato nella manovra di agosto 2011 escludendo il settore idrico a seguito di un referendum popolare. Con le disposizioni che si intende varare si rafforza il processo di liberalizzazione e privatizzazione prevedendo che non è possibile attribuire diritti di esclusiva nelle ipotesi in cui l’ente locale affidante non proceda alla previa verifica della realizzabilità di un sistema di concorrenza nel mercato, ossia di un sistema completamente liberalizzato. Inoltre, viene previsto un ampliamento delle competenze dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, nonché un sistema di benchmarking al fine di assicurare il progressivo miglioramento della qualità di gestione e di effettuare valutazioni comparative delle diverse gestioni.

d. Sostegno all’imprenditorialità e all’innovazione

Entro il 2011, al fine di favorire la crescita delle imprese il Governo prevede di utilizzare la leva fiscale per agevolare la capitalizzazione delle aziende, con meccanismi di deducibilità del rendimento del capitale di rischio. Verranno potenziati gli schemi a partecipazione pubblica di venture capital e private equity, preservando la concorrenza nei relativi comparti.

Il Governo trasformerà le aree di crisi in aree di sviluppo, rendendo più semplice ed efficace la procedura per definire i programmi di rilancio, che potranno essere finanziati anche con risorse comunitarie.

Forte impegno dell’esecutivo verso le PMI, destinando loro il 50% delle risorse non utilizzate ogni anno del Fondo Rotativo per il Sostegno alle imprese e per gli investimenti in ricerca.

Questi interventi – insieme al Contratto di Sviluppo, già operativo – rientrano a pieno titolo nell’ambito del riordino generale degli incentivi contenuto nello Statuto delle Imprese, che diventerà legge nelle prossime settimane.

Per garantire la liquidità delle imprese si prevede un sistema di certificazione di debiti delle Pubbliche Amministrazioni locali nei confronti delle imprese stesse al fine di consentire lo sconto e successivo pagamento da parte delle banche, in conformità alle procedure di calcolo Eurostat e senza impatto addizionale sull’indebitamento della Pubblica Amministrazione.

e. Semplificazione normativa e amministrativa

Il Governo incentiva la costituzione di "zone a burocrazia zero" in tutto il territorio nazionale in via sperimentale per tutto il 2013, anche attraverso la creazione dell’U.L.G. – Ufficio Locale dei Governi quale autorità unica amministrativa che coinvolgerà i livelli locali di governo in passato esclusi.

Il Governo mira a semplificare la costituzione del bilancio delle S.r.l., la digitalizzazione del deposito dell’atto di trasferimento delle quote delle società e lo snellimento in materia di vigilanza delle società di capitali e degli organi di controllo.

I rapporti con la pubblica amministrazione diventeranno più snelli grazie alla completa sostituzione dei certificati con delle autocertificazioni, mentre le certificazioni rilasciate dalla pubblica amministrazione resteranno valide solo nei rapporti tra privati.

I controlli sulle imprese si ispireranno a criteri di semplicità e proporzionalità, al fine di evitare duplicazioni e sovrapposizioni che possano recare intralcio al normale esercizio delle attività imprenditoriali.

Da ultimo, per quanto riguarda la semplificazione amministrativa verrà completata nei prossimi 6 mesi la strategia di revisione della regolamentazione settoriale, elaborando proposte puntuali di semplificazione dei procedimenti e monitorandone gli effetti. Verrà rafforzata e accelerata l’attuazione del programma di misurazione e riduzione degli oneri amministrativi derivanti da obblighi di tipo informativo previsti da leggi statali (MOA). Inoltre, ove la disciplina sia di fonte regionale e locale, verranno rafforzati ed estesi gli incentivi previsti dalla manovra estiva per i procedimenti amministrativi relativi all’avvio e alla svolgimento dell’attività d’impresa. L’obiettivo è quello di migliorare il posizionamento dell’Italia nella graduatoria internazionale relativa al Doing Business, nei prossimi 3 anni.

f. Modernizzazione della pubblica amministrazione

La pubblica amministrazione è un volano fondamentale della crescita. Stiamo creando le condizioni perché la pubblica amministrazione sia pronta ad accompagnare la ripresa, svolgendo una funzione di servizio allo sviluppo e non di zavorra burocratica. Ecco perché la semplificazione, la trasparenza e la meritocrazia sono fondamentali. Un tassello rilevante è costituito dalla piena attuazione della Riforma Brunetta della pubblica amministrazione, in particolar modo dalle misure che rafforzano il ruolo della Commissione per la Valutazione, la Trasparenza e l’Integrità delle amministrazioni pubbliche (istituita nel dicembre del 2009) e le cui competenze saranno integrate con il disegno di legge in materia di anticorruzione, già approvato dal Senato, e attualmente all’esame della Camera dei Deputati. Esso rappresenta un passaggio importante per la completa implementazione della riforma della pubblica amministrazione in quanto individua una nuova governance per l’attività di prevenzione e contrasto della corruzione, affidando le funzioni alla Commissione e individuando con estrema puntualità le modalità di accrescimento del livello di trasparenza della pubblica amministrazione.

Per rendere più efficiente, trasparente, flessibile e meno costosa la pubblica amministrazione tanto a livello centrale quanto a livello degli enti territoriali (oltre al vigente blocco del turnover del personale) renderemo effettivi con meccanismi cogenti/sanzionatori: a. la mobilità obbligatoria del personale; b. la messa a disposizione (Cassa Integrazione Guadagni) con conseguente riduzione salariale e del personale; c. il superamento delle dotazioni organiche.

Contestualmente all’entrata in vigore della legge costituzionale recante l’abolizione e la razionalizzazione delle province è prevista l’approvazione di una normativa transitoria per il trasferimento del relativo personale nei ruoli delle regioni e dei comuni.

g. Efficientamento e snellimento dell’amministrazione della giustizia

Proseguendo sulla linea delle misure definite in estate, verranno rafforzati il contrasto della litigiosità e la prevenzione del contenzioso (anche attraverso la costituzione presso il Ministero della Giustizia di un gruppo tecnico che individui situazioni a forte incidenza di litigiosità e proponga specifici interventi di contrasto). Entro il 30 aprile 2012 verrà completato il progetto in corso presso il Ministero della Giustizia per la creazione di una banca dati centralizzata per le statistiche civili e per quelle fallimentari. Verranno rafforzati i meccanismi incentivanti per gli uffici virtuosi di cui alla Legge n. 111 del 2011. L’obiettivo è quello della riduzione della durata delle controversie civili di almeno il 20 per cento in 3 anni.

h. Accelerazione della realizzazione delle infrastrutture ed edilizia

Oltre alla realizzazione degli investimenti già concordati con le società concessionarie, il Governo solleciterà una maggiore partecipazione degli investitori privati, definendo entro il 31 dicembre 2011 standard contrattuali tipo che facilitino il ricorso al project financing, con una più chiara ed efficiente allocazione dei rischi tra le parti e accrescendo le certezze sulla redditività dell’opera e la prevenzione di comportamenti di tipo monopolistico nella determinazione dei pedaggi. Verrà rafforzata la qualità della programmazione finanziaria pubblica, definendo obiettivi pluriennali di spesa e concentrando le risorse su progetti considerati strategici.

Il Governo è impegnato nella definizione nelle prossime 10 settimane di alcune opere immediatamente cantierabili, su proposta del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che potranno beneficiare, a titolo di contributo al finanziamento, della defiscalizzazione (IRAP, IRES) a vantaggio dei concessionari dell’opera stessa. Inoltre sono previste una serie di semplificazioni e velocizzazioni nelle procedure di approvazione dei progetti da parte del CIPE e la suddivisione degli appalti in lotti funzionali per garantire alle PMI un accesso facilitato.

Si prevede lo sblocco degli investimenti privati grazie alla semplificazione delle procedure relative ai contratti di programma dei maggiori aeroporti italiani. Infine, sono previste norme mirate all’ottimizzazione delle gestioni negli impianti portuali e di semplificazione in materia di trasporto eccezionale su gomma.

Da ultimo, è in corso di predisposizione una garanzia "reale" dello Stato (attraverso propri beni immobili, e non solo di natura finanziaria) per i mutui prima casa di giovani coppie, prive di contratto di lavoro a tempo indeterminato. Questo garantirà un nuovo impulso al mercato immobiliare e alle nuove famiglie.

i. Riforma dell’architettura costituzionale dello Stato

Il Governo italiano è impegnato in un processo di complessiva riforma costituzionale. Essa riguarda tanto l’assetto costituzionale dei poteri, quanto la cornice normativa volta a promuovere le condizioni di sviluppo del mercato e una disciplina più rigorosa delle finanze pubbliche.

Pur nella complessità del processo di revisione costituzionale l’Italia intende giungere all’approvazione della prima lettura di tali disegni di legge costituzionale entro i prossimi 6/12 mesi.

In particolare, quanto alla riforma dello Stato, si tratta dei seguenti provvedimenti:

a. Disegno di legge (già approvato in prima lettura alla Camera) sulla modifica dell’elettorato attivo e passivo per l’elezione al Parlamento nazionale al fine di garantire una maggiore partecipazione giovanile alla vita politica.

b. Due disegni di legge (all’esame del Parlamento) di riforma complessiva dell’organizzazione dei vertici delle istituzioni politiche, con particolare riferimento alla riduzione significativa del numero dei parlamentari, all’abolizione delle province, alla riforma in senso federale dello Stato, alla maggiore efficienza dei meccanismi decisionali e al rafforzamento del ruolo dell’esecutivo e della maggioranza.

Sul secondo versante, relativo alla disciplina del mercato e al rigore della finanza pubblica, si prevede:

a. Un disegno di legge (la cui approvazione è in corso proprio in questi giorni presso la Camera dei deputati) di riforma degli articoli della costituzione relativi alla libertà di iniziativa economica e alla tutela della concorrenza, nonché alla riforma della pubblica amministrazione in funzione della valorizzazione dell’efficienza e del merito.

b. Un disegno di legge sull’introduzione del vincolo di pareggio di bilancio sul modello già seguito in altri ordinamenti europei.

A tal fine si deve ricordare che l’articolo 138 della Costituzione Italiana impone che le leggi costituzionali ad intervallo non minore di tre mesi. Quindi, anche con la massima celerità possibile, le riforme costituzionali richiedono dei tempi minimi imprescindibili.

Le conseguenti leggi attuative saranno successivamente attuate senza indugio, non essendovi vincoli temporali nell’ambito della Costituzione.

C. UNA FINANZA PUBBLICA SOSTENIBILE

Le pensioni

Nella attuale legislatura la normativa previdenziale è stata oggetto di ripetuti interventi che hanno reso a regime il sistema pensionistico italiano tra i più sostenibili in Europa e tra i più capaci di assorbire eventuali choc negativi.

Grazie al meccanismo di aggancio dell'età pensionabile alla speranza di vita introdotto nel 2010 (art. 12 commi 12-bis e 12-ter, DL 78/2010, come modificato con art. 18 comma 4, DL 98/2011), il Governo italiano prevede che il requisito anagrafico per il pensionamento sarà pari ad almeno 67 anni per uomini e donne nel 2026.

Sono già stati rivisti i requisiti necessari per l’accesso al pensionamento di anzianità. Tali requisiti aumenteranno gradualmente fino ad arrivare a regime a partire dal 2013. Questi requisiti sono in ogni caso agganciati in aumento all’evoluzione della speranza di vita.

La delega fiscale e assistenziale previdenziale

Il provvedimento di iniziativa governativa è già all’esame del Parlamento e sarà approvato, entro il 31 gennaio 2012, quindi con tempi compatibili all’emanazione dei provvedimenti delegati entro il 2012. Comunque, anche al fine di accrescere la fiducia degli investitori, nel rispetto del percorso di risanamento programmato, il Governo ha fornito, con la Legge 148 del 14 settembre 2011, le risorse che saranno reperite con l’esercizio della delega per la riforma dei sistemi fiscale e assistenziale sulla base degli attuali regimi di favore fiscale e delle sovrapposizioni fra agevolazioni e conseguenti inefficienze ad oggi individuate. Tali risorse ammontano ad almeno 4 miliardi di euro nell’anno 2012, 16 miliardi nel 2013 e 20 miliardi di euro annui a decorrere dal 2014. Contestualmente, per dare massima garanzia sul rispetto dei saldi è stata introdotta una clausola di salvaguardia. La clausola prevede che, in caso di ritardo nell’attuazione della delega oltre il 30 settembre 2012, le agevolazioni fiscali vigenti saranno ridotte del 5% per l’anno 2012 e del 20% a decorrere dal 2013. In alternativa, anche parziale, si è stabilita la possibilità di disporre con decreto del Presidente del consiglio, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, la rimodulazione delle aliquote delle imposte indirette, inclusa l’accisa.

In breve, qualora la delega non fosse esercitata entro il 30 settembre 2012 o le nuove disposizioni fiscali e assistenziali non siano in grado di garantire un sufficiente effetto positivo sul deficit (almeno 4 miliardi nel 2012, 16 miliardi nel 2013 e 20 miliardi a partire dal 2014), si avrà una riduzione automatica delle agevolazioni fiscali che garantirà comunque il raggiungimento degli obiettivi di risparmio. Viceversa, se la delega verrà esercitata entro il termine e le nuove disposizioni garantiranno effetti di risparmio almeno pari a quelli previsti, non si procederà dunque al taglio automatico delle agevolazioni.

Le dismissioni

Entro il 30 novembre 2011, il Governo definirà un piano di dismissioni e valorizzazioni del patrimonio pubblico che prevede almeno 5 miliardi di proventi all’anno nel prossimo triennio. Previo accordo con la Conferenza Stato-Regioni, gli enti territoriali dovranno definire con la massima urgenza un programma di privatizzazione delle aziende da essi controllate. I proventi verranno utilizzati per ridurre il debito o realizzare progetti di investimento locali.

La razionalizzazione della spesa pubblica

Il Governo ribadisce l’impegno a definire entro il 31 dicembre 2011 il programma per la riorganizzazione della spesa previsto dalla Legge 14 settembre 2011, n. 148, in particolare per quanto riguarda: l’integrazione operativa delle agenzie fiscali; la razionalizzazione di tutte le strutture periferiche dell’amministrazione dello Stato e degli enti della previdenza pubblica in modo da creare sinergie e ottimizzare l’uso delle risorse; il coordinamento delle attività delle forze dell’ordine; la razionalizzazione dell’organizzazione giudiziaria nel suo complesso in modo da accelerare i tempi della giustizia civile; e la riorganizzazione della rete consolare e diplomatica. Il Governo attuerà i primi interventi dal 1° gennaio 2012 e darà conto dei progressi realizzati con cadenza trimestrale.

Debito pubblico

Entro il 31 dicembre 2011, il governo affiderà l’elaborazione di un piano organico per l’abbattimento del debito attraverso anche le dismissioni ad una commissione ristretta di personalità di prestigio, in collaborazione con gli enti territoriali e con le principali istituzioni economiche e finanziarie nazionali ed internazionali.

Il costo degli apparati istituzionali

Il Governo riconosce la necessità di rafforzare gli interventi volti a ridurre i costi degli apparati istituzionali. In particolare, verrà perseguita entro il 2012, una razionalizzazione e soppressione delle provincie e la riallocazione delle funzioni delle Province alle Regioni o ai Comuni, in modo da assicurare un significativo snellimento dei relativi apparati burocratici e degli organi rappresentativi. Verrà rafforzato il regime di incompatibilità fra le cariche elettive ai diversi livelli di governo.

Il pareggio di bilancio

Il disegno di legge di riforma della Costituzione in materia di pareggio di bilancio è già all’esame della Camera dei Deputati. L’obiettivo è quello di una sua definitiva approvazione entro la metà del 2012.

Con le modifiche introdotte con la Legge n.39/2011 alla "Legge di contabilità e finanza pubblica (L. 196/2009) è stata rivista la normativa relativa alle coperture finanziarie delle leggi a vantaggio del rafforzamento della relativa disciplina fiscale. In particolare, per la copertura degli oneri correnti della legge di stabilità è stata circoscritta la possibilità di utilizzare il miglioramento del risparmio pubblico, escludendo la possibilità di finanziare con tali risorse nuove o maggiori spese correnti.

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Definire le ulteriori misure correttive eventualmente necessarie

Il Governo monitorerà costantemente l’andamento dei conti pubblici. Qualora il deterioramento del ciclo economico dovesse portare a un peggioramento nei saldi il Governo interverrà prontamente. L’utilizzo del Fondo per esigenze indifferibili sarà vincolato all’accertamento, nel giugno del 2012, di andamenti dei conti pubblici coerenti con l’obiettivo per l’indebitamento netto del prossimo anno.

D. CONCLUSIONI

Siamo sicuri che, con l’impegno di tutti, scaturito dalla consapevolezza che ci troviamo a fronteggiare problemi che riguardano l’intera Unione e la tenuta stessa della moneta comune, dunque problemi non circoscrivibili a questa o quella debolezza o forza nazionali, consegneremo ai giovani un’Europa più forte e più coesa.



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Accordo raggiunto dopo più di 8 ore di trattative intense, alla quale hanno partecipato banchieri, capi di stato, governatori di banche centrali e il Fondo monetario internazionale. Accettando delle perdite del 50% il debito della Grecia si ridurrà di €100 miliardi, portando dunque il rapporto debito/Pil dal 160% attuale al 120% nel 2020.

La Grecia dovrebbe ora avere a disposizione un nuovo pacchetto di aiuti entro il 2012. Il valore dovrebbe raggiungere €130 miliardi, secondo quanto dichiarato da una fonte europea, oltre i €109 miliardi precedentemente concordati a luglio.

"Se riusciremo ad implementare velocemente le riforme, (il ritorno al mercato) non sarà nel 2021, ma molto prima", ha detto il Primo ministro della Grecia George Papandreou. In un report sulla sostenibilità del debito ellenico negli inizi di ottobre, il Fondo monetario internazionale aveva dichiarato che il paese non sarebbe stato capace di vendere bond ad investitori privati per almeno 10 anni.

Oltre agli accordi sulla partecipazione del settore privato alla Grecia, è stata raggiunta l’intesa anche sul fondo "salva-stati", l’European Financial Stability Facility (EFSF). Dei €290 miliardi a disposizione (togliendo ai €440 miliardi i fondi già utilizzati per aiutare Irlanda, Portogallo e Grecia), circa €250-€270 miliardi subiranno un leverage di 4-5 volte, portando dunque la potenza di fuoco a €1 trilione.

I leader Ue credono che tale somma sarà sufficiente per contrastare i timori anche su Spagna e Italia, rispettivamente la quarta e la terza più grande economia della regione.

Riguardo l'Italia, dal summit Ue dicono di "apprezzare il piano di crescita avanzato dall’Italia, attraverso riforme strutturale e di consolidamento delle finanze".

Apprezzati anche gli sforzi sulla riduzione del debito: "lodiamo l’impegno di raggiungere la parità di bilancio entro il 2013 e un surplus nel 2014, portando dunque il rapporto debito/Pil al 113% nel 2014, così come l’introduzione di una regola nella costituzione entro metà 2012".

"Notiamo degli sforzi da parte dell’Italia per riformare la legge sul lavoro e in particolar modo sulle regole e procedure di licenziamento, e di rivedere il sistema di benefit ai disoccupati, attualmente fragmentato, entro la fine del 2011, tenendo conto dei limiti di bilancio".

"Prendiamo nota del piano per aumentare l’età pensionabile a 67 anni entro il 2026 e consigliamo di definire entro fine anno il processo per raggiungere quest’obiettivo".

A seguito della notizia positiva sui negoziati, l’euro è tornato ad apprezzarsi contro il dollaro americano, al momento registrando un balzo dello 0,61% a $1,3967. Moneta unica su anche contro gli altri principali rapporti di cambio, tra i quali yen giapponese, franco svizzero e sterlina inglese.


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Come sempre , Tra Verità e Menzogna ...restate ad Occhi aperti!

Il vostro amico

Pinocchio & Giò