martedì 10 maggio 2011

Quo vadis ...Grecia?



Carissimi lettori di Tra Verità e Menzogna, riporto di seguito l'articolo di Beppe Grillo di oggi sul suo blog.
Chiederò, a seguire, a Pinocchio, un suo punto di vista a riguardo di questo.
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Un signore, chiamato Pig, sta per fallire. Ha una grande idea. Per sopravvivere vende i suoi debiti. Li chiama titoli di Stato. Molti li comprano, pretendono solo un piccolo interesse e la restituzione del capitale a termine del prestito. Il Pig ha trovato il sistema per vivere sopra i suoi mezzi. Continua a fare debiti e a venderli. Il suo bilancio familiare però peggiora e chi compra i suoi titoli, per cautelarsi, chiede maggiori interessi. Il Pig è costretto ad aumentare gli interessi. Con il tempo la situazione diventa critica. I compratori del debito diminuiscono per paura del rischio. Il debito non è più tripla A menomeno, ma tripla B piùpiù. Arriva il momento in cui il Pig non è più in grado di pagare gli interessi. I vicini del Pig, che gli hanno prestato la maggior parte dei soldi, non hanno alcun interesse a farlo fallire. Se fallisce perderanno ogni credito. Gli propongono perciò un prestito oneroso, lo chiamano bail out. Il Pig è costretto ad accettare per non fallire. Quando i soldi del prestito finiscono il Pig si ritrova a pagare più interessi di prima. Chi gli ha prestato i soldi ha solo guadagnato tempo ed è ora doppiamente a rischio, può perdere sia i titoli di Stato che il prestito del bail out.
Il Pig, tecnicamente un fallito, è quindi in grado di fare la voce grossa come se fosse lui ad aver prestato i soldi agli altri. Minaccia la ristrutturazione del debito. In altri termini, chi ha comprato i suoi titoli a 100 vedrà il loro valore dimezzato a 50 e il Pig si libererà della metà del debito senza che nessuno possa proibirlo. I creditori, sempre più preoccupati, non sanno che pesci pigliare. I titoli di Stato infatti, come quelli azionari di una qualunque società quotata in Borsa, possono perdere il loro valore. I creditori hanno in comune con il Pig la moneta. Un tempo il Pig usava la Dracma, ora l'Euro. Il suo comportamento mette a rischio il buon nome della moneta dei signori virtuosi che non hanno debiti o ne hanno pochi. L'euro non può essere compromesso. I vicini possono sbattere fuori dall'euro il Pig fallito e vedere sfumare per sempre parte dei loro crediti o continuare a finanziarlo con un bail out dopo l'altro. Germania, Francia hanno circa 250 miliardi di dollari di titoli greci e l'euro, a causa del Pig, sta perdendo valore rispetto al dollaro e allo yuan. Il Pig esce dall'euro e i suoi titoli di Stato diventano carta straccia. Vorrei trovare una logica o una morale, ma non ci riesco.

( Fonte: Beppe Grillo http://www.beppegrillo.it/2011/05/bentornata_dracma/index.html?s=n2011-05-10 )
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PINOCCHIO/

Caro Giò, oggi come vedo ti sei defilato dallo scrivere il tuo post ed hai fatto parlare Beppe Grillo.
Come tu sai io col Grillo ( Parlante) nella mia vita non sono mai andato molto d'accordo, ma quella era un'altra storia e nulla ha a che vedere con l'attuale Grillo (Beppe ) pertanto senti un pò cosa ho da dire riguardo al tema di oggi.

Tutti sappiamo che la Germania sta facendo pressione sulla Grecia affinché ristrutturi il debito. Forse non tutti ricordano che le procedure previste nel trattato UE indicano in tre anni il tempo che intercorre tra la decisione e la realizzazione dell’uscita dall’euro.

La domanda che mi pongo è : la Grecia quanto tempo ha a disposizione? E se uno volesse uscire prima cosa accadrebbe? Una domanda che lascio aperta...
La Grecia in settimana ha fatto capire di aver fallito gli obiettivi di deficit, che si attesta al 10,5% del PIL, mentre il piano di rientro prevedeva a quest’ora di trovarsi almeno a 9,4%.

Oggi la Grecia è in una situazione che definirei di " caos totale" perché ha un debito/PIL pari a 143%, , questa è la realtà delle cose .

Se la Grecia attuasse definitivamente un piano di ristrutturazione del debito cosa nella realtà potrebbe accadere?

La risposta ci viene data dallo stesso Juergen Stark che sostiene:

” La ristrutturazione del debito di uno dei Paesi dell’area Euro causerebbe una crisi del sistema bancario che potrebbe essere anche peggiore di quella seguita al fallimento di Lehman Brothers”.

In aggiunta, il Wall Street Journal ha scritto che la Grecia ha chiesto ai partner dell'eurozona di abbassare gli obiettivi di riduzione del deficit mentre fatica ad attenersi al piano di austerity stabilito nel quadro del salvataggio internazionale. Sempre stando alle indiscrezioni del Wsj, Atene avrebbe ammesso che probabilmente non sarà in grado di tornare a finanziarsi sul mercato il prossimo anno e potrebbe avere bisogno di ricorrere di nuovo al fondo di salvataggio della Ue.

Il New York Times ha scritto che EU e FMI starebbero in realtà solo prendendo tempo per consentire alle banche di rafforzare il loro capitale in attesa dell'arrivo della Tempesta.

Voglio concludere riportando la dichiarazione di BINI SMAGHI consigliere della Banca Centrale Europea (http://www.lettera43.it/economia/finanza/)

- L'impatto di un default della Grecia sarebbe un «tracollo economico»: «il sistema bancario sarebbe in ginocchio per le perdite registrate sui titoli di Stato detenuti nel portafoglio e il governo non avrebbe fondi sufficienti per pagare pensioni, salari e spesa corrente». È lo scenario ipotizzato da Lorenzo Bini-Smaghi, consigliere della Banca Centrale Europea, in un'intervista a La Stampa. «La Grecia ha perso tempo a considerare l'ipotesi della ristrutturazione del debito, consigliata male da alcune banche d'affari e da studi legali in cerca di provvigioni» aggiunge Bini-Smaghi. «Si è fatta convincere che è possibile fare una 'ristrutturazione ordinata', prima di accorgersi che è una favola». LENTEZZA NEL RISANARE CONTI PUBBLICI. Quello che «non ha funzionato» nell'ultimo anno, secondo il consigliere Bce, è la lentezza con cui hanno operato i Paesi che dovevano sanare i loro conti pubblici, come la Grecia, l'Irlanda e il Portogallo e poi la discussione di alcuni mesi sulla ristrutturazione dei debiti sovrani. «Un tale meccanismo non esiste in nessun'altra parte del mondo» sottolinea «e mette l'area dell'euro in condizione di fragilità rispetto ad attacchi speculativi». Inoltre, ai mercati non giovano neanche le voci sull'uscita della Grecia dall'euro. «La settimana scorsa qualcuno ha fatto girare la voce che la Grecia sarebbe uscita dall'euro» aggiunge Bini-Smaghi «e immediatamente c'é stata una fuga di capitali dall'Europa e l'euro è scivolato». -

Qualcuno ne ha dato risalto in televisione a tutto questo, come di altri argomenti di particolare interesse per il nostro Paese?

L'informazione oggi dovete andarla a ricercare su internet , sui vari blog, sulla stampa straniera on line , più lo farete e più vi convincerete di essere anche voi dei maghi e anticiperete l'arrivo delle streghe!

Come sempre, Tra Verità e Menzogna...restate "Ad occhi aperti!"

Il vostro
Pinocchio&Giò










venerdì 6 maggio 2011

Solo polvere...



Cari lettori di Tra Verità e Menzogna, i dati economici di questa settimana ci dicono che negli Usa l’economia cresce meno del 2%, troppo poco per riassorbire i tanti disoccupati. Dall'altra parte l’Europa continua a interrogarsi sull’eurodebito e di come sarà il proprio futuro. C'è poi il problema delle banche, di particolare rilievo, che continuano a fare una politica sempre più volta ad ottenere profitti scommettendo sui credit default swap.
E' di ieri il declassamento di Intesa S. Paolo da parte di Moody's, col rating passato da Aa3 ad Aa2. Le banche sono comunque messe tutte più o meno nella stessa situazione, hanno una montagna di crediti in sofferenza, i dati che emergono si aggirano intorno ai 25 miliardi di €. per le sole banche italiane, se a questi andiamo ad aggiungere le posizioni all'incaglio e quelle ancora da emergere ufficilamente ma da tempo in difficoltà, i numeri potrebbero diventare catastrofici.
Forse qualche centinaia di miliardi di euro. Non basterebbero a sanarle anni di manovre finanziarie.
Lo Stato poi non gode di miglior salute, il debito pubblico ha toccato livelli insostenibili, se a tutto questo ci andiamo ad aggiungere che il nostro PIL non riesce neanche a prendere una boccata di ossigeno, sempre sotto soglia minima di guardia, allora la situazione potrebbe apparire esplosiva.

Ciò premesso, a tutto queste, le persone non danno alcun peso, i più non sanno neanche di che cosa si stia parlando, purtroppo, non c'è la pur minima cultura finanziaria ed economica tra la gente, una cultura che dovrebbe trovare la sua fonte già dai primi anni di scuola. Al massimo si riporta qualche titolo in grassetto letto sul giornale, ma poi ognuno torna a casa propria, investito dalle proprie faccende famigliari non ha tempo e ancor meno voglia di porsi questi problemi, che sembrano appartenere solo alla politica.

Purtroppo non è così appartengono a tutti, indistintamente.

A questo punto mi piacerebbe fare un passo avanti, rispetto ai precedenti post e a questo di oggi chiedendo a PINOCCHIO come pensa possano essere i nostri anni a venire riguardo queste problematiche: lavoro, economia, ecc... .

PINOCCHIO/

Caro Giò, eccomi nuovamente in scena.

Oggi per dare una risposta ai tanti tuoi dubbi, voglio prendere come spunto lo studio di Buiter che ha elaborato con criteri rigorosi, lo studio di 58 Paesi che oggi realizzano l’85% del GDP mondiale.
Gli elementi presi in esame sono riferiti a : la crescita – investimenti fissi lordi, risparmio lordo, capitale umano e demografia, qualità delle istituzioni, apertura al commercio, reddito procapite di partenza –.

Buiter tra questi individua 9 Paesi grandi generatori di crescita: Bangladesh, Cina, Egitto, Filippine, India, Indonesia, Iraq, Mongolia, Nigeria, Sri Lanka e Vietnam.

Tutti questi paesi avranno di qui al 2040 tassi di crescita media di Pil procapite superiori al 5% annuo. Saranno questi paesi che a loro volta porteranno la crescita mondiale annuale al 4,6% di qui al 2030, e di un 3,8% nel ventennio successivo.

Tutti questi Paesi sono in Asia, a questi si deve aggiungere Russia e Brasile ma con un contributo minore dovuto al fatto che hanno già alzato di parecchio in questi anni il reddito procapite. Tra questi nove Paesi, 4 sono ricchi di materie prime e oggi molto poveri – Nigeria. Indonesia, Mongolia e Iraq – per questo hanno spettacolari possibilità di migliorare.
Ma in realtà tutti e 9 sono poveri, oggi, visto che è la Cina ad avere il reddito procapite più elevato. Tutti hanno una crescita demografica futura favorevole, a differenza della Cina la cui popolazione come nei Paesi occidentali col tempo tenderà sempre più a portarsi verso un paese di persone anziane, si prevde questo accada tra una quindicina d'anni, comunque ancora molto in là, anche se in economia il tempo deve essere letto come se fosse già domani.

Tutto questo per dire che Paesi oggi poveri e giovani, aperti al commercio e agli investimenti mondiali, con una ragionevole stabilità e almeno un approssimativo libero mercato, a forte boom di risparmio e d’investimenti, con un capitale umano in forte miglioramento e buona capacità di generare infrastrutture, potranno col tempo garantire al mondo una crescita più lunga ed incredibilmente maggiore di quella dei Paesi avanzati tra il 1953 e il 1975, "sarà il loro boom industriale "!

Per i nostri giovani e meno giovani il suggerimento che posso dare è di non perdere questa grande opportunità di iniziare a lavorare con questi Paesi, cercando quanto prima di apprendere culture e modi di vità diversi dai nostri. Se saremo capaci di farlo potremo continuare anche noi nel nostro cammmino di crescita, diversamente saremo spazzati via in pochi decenni.

Continueremo a vivere solo di ricordi, respirando solo polevere che gli altri lasceranno dietro.

Come sempre Tra Verità e Menzogna...restate " Ad occhi aperti!"

Il vostro
Pinocchio&Giò