![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUwsF3aN8RUVXkzrJwxXSESUFarXnk3KQxPTzP3BvlgToOc7FF65MHS8hiGvB4uXi0l1Nd4raWZurSEsurTjVncWWCEiruZIIkhvrtS0d3lNIxNU77Gzd5z45MN9-YT5ZrDId1spsrwaAO/s400/banche_e_democrazia.jpg)
Cari lettori di Tra Verità e Menzogna, a seguire un estratto dell'articolo di Michael Hudson.
Mi aspetto a partire da lunedì 9 gennaio l'emergere di una situazione ancor meno rassicurante sui mercati e per l'economia, prevedo inoltre che a breve il nostro immobiliare venga a subire forti ribassi. Dalla primavera inoltrata-inizio estate 2012 a tutto il 2013, gli immobili anche quelli di tipo residenziale si prevede abbiano a subire un calo anche di oltre il 15-20% , senza escludere un tracollo del 30% ,del loro attuale valore di mercato, soprattutto se alcuni eventi legati alla tenuta dell' euro dovessero presentarsi entro breve termine.
Attenzione anche a ciò che sta succedendo in Ungheria.
Come sempre Tra Verità e Menzogna ...restate "Ad occhi aperti!".
Il vostro
Pinocchio & Giò
_____________________
La democrazia comporta la subordinazione delle dinamiche del sistema finanziario al perseguimento dell’equilibrio e della crescita economica, e la tassazione dei profitti da rendita o il mantenimento dei monopoli dei servizi fondamentali nelle mani pubbliche.
Il non tassare o il privatizzare le rendite dei patrimoni le rende “libere” di venire impegnate nelle banche, per essere capitalizzate ancora più attraverso il prestito. Finanziata dalla speculazione sul debito, l’inflazione “asset-price” aumenta la ricchezza dei redditieri mentre indebita il sistema economico in generale. [L’inflazione “ asset-price” è un fenomeno economico che indica un aumento del valore degli asset, rispetto ai beni e servizi comuni. Asset tipici sono gli strumenti finanziari come titoli, azioni, e i loro derivati, beni patrimoniali e capitali.]
L’economia si contrae, precipitando a valore negativo.
Il settore finanziario ha conquistato un’influenza tale da utilizzare queste contingenze come un’opportunità per convincere i governi che l’economia collasserà se non “si salvano le banche”. In pratica questo significa consolidare il controllo delle banche sulla politica, e questo controllo viene esercitato in modo da polarizzare ulteriormente il sistema economico.
Il modello di riferimento è quanto è successo nell’antica Roma, nel passaggio dalla democrazia all’oligarchia. In realtà, dando priorità ai banchieri e lasciando che la pianificazione economica sia dettata dall’Unione Europea, dalla Banca Centrale Europea e dal Fondo Monetario Internazionale si concreta la minaccia di privare lo Stato-nazione del potere di coniare o stampare moneta e di riscuotere le tasse.
Il conflitto che ne risulta sta contrapponendo gli interessi della finanza contro l’autodeterminazione dello Stato nazionale. L’idea di una Banca centrale indipendente come “marchio distintivo di democrazia” è un eufemismo della rinunzia delle decisioni politiche più importanti - la capacità di creare moneta e credito – in favore del settore finanziario.
Invece di affidare le scelte politiche a referendum popolari, oggi la principale causa dell’aumento del debito nazionale deriva dal salvataggio delle banche organizzato dall’Unione Europea e dalla BCE.
I debiti bancari privati, addossati ai bilanci statali dell’ Irlanda e Grecia, sono stati trasformati in tassazioni imposte ai contribuenti. Lo stesso vale per il bilancio degli Stati Uniti a cui sono stati ascritti 13 trilioni di dollari dal settembre 2008 (compresi i 5,3 trilioni di mutui ipotecari tossici dei giganti statunitensi dei mutui ipotecari Fannie Mae e Freddie Mac ascritti al bilancio governativo, e i 2 trilioni di dollari di swap tossici della Federal Reserve).
Tutto ciò è stato dettato dai procuratori del mondo della finanza, definiti eufemisticamente tecnocrati. Designati dai lobbisti creditori, il loro ruolo effettivo è di calcolare quanta disoccupazione e depressione siano necessarie per spremere un attivo di bilancio per pagare i creditori di debiti, ora registrati sui libri contabili dello Stato.
Ciò che rende questo calcolo autolesionista è il fatto che la contrazione economica – deflazione per debiti - rende il gravame del debito ancora più non risarcibile.
Né le banche, né le autorità pubbliche (o, se è per questo, nemmeno accademici di chiara fama) hanno preso in considerazione l’effettiva capacità economica di pagare i debiti, ossia di pagare senza avere una strozzatura dell’economia.
Attraverso i loro mezzi di informazione e i loro centri-studi, hanno convinto le popolazioni che il modo per diventare ricchi più rapidamente fosse quello di prendere in prestito denaro per acquistare immobili, azioni, obbligazioni e titoli di Stato, quando questi aumentavano di prezzo – essendo stati gonfiati dal credito bancario - e di revocare la tassazione progressiva della ricchezza imposta nel secolo scorso.
Per definire la questione in modo diretto, il risultato è sfociato in un sistema economico ciarpame. Lo scopo è quello di invalidare i controlli e i contrappesi pubblici, spostando il potere di pianificazione nelle mani dell’alta finanza, con la convinzione che questo si dimostra più efficiente della regolamentazione pubblica.
La pianificazione e l’imposizione delle tasse da parte dei governi vengono accusate di tracciare “la strada verso la schiavitù”, come se i “liberi mercati” controllati da banchieri, ai quali vengono concessi margini di azione sconsiderata e sprezzante, non fossero impostati su interessi particolari tali da risultare oligarchici e non democratici.
Ai governi si ingiunge di pagare debiti di salvataggio assunti non per difendere i propri paesi in uno stato di guerra come nel passato, ma a beneficio degli strati più ricchi della popolazione che trasferiscono le proprie perdite sui contribuenti.
La mancata considerazione delle richieste degli elettori pone i debiti nazionali risultanti su un terreno instabile politicamente e anche legalmente. I debiti imposti per decreto da governi o da agenzie finanziarie straniere a fronte di una decisa opposizione popolare possono essere solo di dimensioni ridotte, come quelli degli Asburgo e di altri despoti in epoche passate. In mancanza di una convalida popolare, questi debiti possono decadere insieme al regime che li ha contratti.
I nuovi governi dovrebbero agire democraticamente per subordinare il settore bancario e quello finanziario a porsi al servizio dell’economia, e non in modo contrario.
Intanto, dovrebbero imporre il pagamento delle imposte con la reintroduzione della tassazione progressiva dei patrimoni e delle rendite, spostando il carico fiscale sui redditieri ricchi di proprietà. La ri-regolamentazione del settore bancario e lo stabilire un’opzione pubblica per il credito e i servizi bancari potrebbero rinnovare il programma democratico e sociale che sembrava ben avviato un secolo fa.
L’Islanda e l’Argentina sono gli esempi più recenti, ma possiamo guardare indietro alla moratoria sui debiti di guerra interalleati e le riparazioni della Germania nel 1931 (*).
Sussiste un principio fondamentale, tanto matematico, quanto politico: i debiti che non possono essere ripagati, non lo saranno.
(fonte Michael Hudson -estratto da - La schiavitù del debito ha distrutto Roma e ci distruggerà se non ci poniamo fine)
Mi aspetto a partire da lunedì 9 gennaio l'emergere di una situazione ancor meno rassicurante sui mercati e per l'economia, prevedo inoltre che a breve il nostro immobiliare venga a subire forti ribassi. Dalla primavera inoltrata-inizio estate 2012 a tutto il 2013, gli immobili anche quelli di tipo residenziale si prevede abbiano a subire un calo anche di oltre il 15-20% , senza escludere un tracollo del 30% ,del loro attuale valore di mercato, soprattutto se alcuni eventi legati alla tenuta dell' euro dovessero presentarsi entro breve termine.
Attenzione anche a ciò che sta succedendo in Ungheria.
Come sempre Tra Verità e Menzogna ...restate "Ad occhi aperti!".
Il vostro
Pinocchio & Giò
_____________________
La democrazia comporta la subordinazione delle dinamiche del sistema finanziario al perseguimento dell’equilibrio e della crescita economica, e la tassazione dei profitti da rendita o il mantenimento dei monopoli dei servizi fondamentali nelle mani pubbliche.
Il non tassare o il privatizzare le rendite dei patrimoni le rende “libere” di venire impegnate nelle banche, per essere capitalizzate ancora più attraverso il prestito. Finanziata dalla speculazione sul debito, l’inflazione “asset-price” aumenta la ricchezza dei redditieri mentre indebita il sistema economico in generale. [L’inflazione “ asset-price” è un fenomeno economico che indica un aumento del valore degli asset, rispetto ai beni e servizi comuni. Asset tipici sono gli strumenti finanziari come titoli, azioni, e i loro derivati, beni patrimoniali e capitali.]
L’economia si contrae, precipitando a valore negativo.
Il settore finanziario ha conquistato un’influenza tale da utilizzare queste contingenze come un’opportunità per convincere i governi che l’economia collasserà se non “si salvano le banche”. In pratica questo significa consolidare il controllo delle banche sulla politica, e questo controllo viene esercitato in modo da polarizzare ulteriormente il sistema economico.
Il modello di riferimento è quanto è successo nell’antica Roma, nel passaggio dalla democrazia all’oligarchia. In realtà, dando priorità ai banchieri e lasciando che la pianificazione economica sia dettata dall’Unione Europea, dalla Banca Centrale Europea e dal Fondo Monetario Internazionale si concreta la minaccia di privare lo Stato-nazione del potere di coniare o stampare moneta e di riscuotere le tasse.
Il conflitto che ne risulta sta contrapponendo gli interessi della finanza contro l’autodeterminazione dello Stato nazionale. L’idea di una Banca centrale indipendente come “marchio distintivo di democrazia” è un eufemismo della rinunzia delle decisioni politiche più importanti - la capacità di creare moneta e credito – in favore del settore finanziario.
Invece di affidare le scelte politiche a referendum popolari, oggi la principale causa dell’aumento del debito nazionale deriva dal salvataggio delle banche organizzato dall’Unione Europea e dalla BCE.
I debiti bancari privati, addossati ai bilanci statali dell’ Irlanda e Grecia, sono stati trasformati in tassazioni imposte ai contribuenti. Lo stesso vale per il bilancio degli Stati Uniti a cui sono stati ascritti 13 trilioni di dollari dal settembre 2008 (compresi i 5,3 trilioni di mutui ipotecari tossici dei giganti statunitensi dei mutui ipotecari Fannie Mae e Freddie Mac ascritti al bilancio governativo, e i 2 trilioni di dollari di swap tossici della Federal Reserve).
Tutto ciò è stato dettato dai procuratori del mondo della finanza, definiti eufemisticamente tecnocrati. Designati dai lobbisti creditori, il loro ruolo effettivo è di calcolare quanta disoccupazione e depressione siano necessarie per spremere un attivo di bilancio per pagare i creditori di debiti, ora registrati sui libri contabili dello Stato.
Ciò che rende questo calcolo autolesionista è il fatto che la contrazione economica – deflazione per debiti - rende il gravame del debito ancora più non risarcibile.
Né le banche, né le autorità pubbliche (o, se è per questo, nemmeno accademici di chiara fama) hanno preso in considerazione l’effettiva capacità economica di pagare i debiti, ossia di pagare senza avere una strozzatura dell’economia.
Attraverso i loro mezzi di informazione e i loro centri-studi, hanno convinto le popolazioni che il modo per diventare ricchi più rapidamente fosse quello di prendere in prestito denaro per acquistare immobili, azioni, obbligazioni e titoli di Stato, quando questi aumentavano di prezzo – essendo stati gonfiati dal credito bancario - e di revocare la tassazione progressiva della ricchezza imposta nel secolo scorso.
Per definire la questione in modo diretto, il risultato è sfociato in un sistema economico ciarpame. Lo scopo è quello di invalidare i controlli e i contrappesi pubblici, spostando il potere di pianificazione nelle mani dell’alta finanza, con la convinzione che questo si dimostra più efficiente della regolamentazione pubblica.
La pianificazione e l’imposizione delle tasse da parte dei governi vengono accusate di tracciare “la strada verso la schiavitù”, come se i “liberi mercati” controllati da banchieri, ai quali vengono concessi margini di azione sconsiderata e sprezzante, non fossero impostati su interessi particolari tali da risultare oligarchici e non democratici.
Ai governi si ingiunge di pagare debiti di salvataggio assunti non per difendere i propri paesi in uno stato di guerra come nel passato, ma a beneficio degli strati più ricchi della popolazione che trasferiscono le proprie perdite sui contribuenti.
La mancata considerazione delle richieste degli elettori pone i debiti nazionali risultanti su un terreno instabile politicamente e anche legalmente. I debiti imposti per decreto da governi o da agenzie finanziarie straniere a fronte di una decisa opposizione popolare possono essere solo di dimensioni ridotte, come quelli degli Asburgo e di altri despoti in epoche passate. In mancanza di una convalida popolare, questi debiti possono decadere insieme al regime che li ha contratti.
I nuovi governi dovrebbero agire democraticamente per subordinare il settore bancario e quello finanziario a porsi al servizio dell’economia, e non in modo contrario.
Intanto, dovrebbero imporre il pagamento delle imposte con la reintroduzione della tassazione progressiva dei patrimoni e delle rendite, spostando il carico fiscale sui redditieri ricchi di proprietà. La ri-regolamentazione del settore bancario e lo stabilire un’opzione pubblica per il credito e i servizi bancari potrebbero rinnovare il programma democratico e sociale che sembrava ben avviato un secolo fa.
L’Islanda e l’Argentina sono gli esempi più recenti, ma possiamo guardare indietro alla moratoria sui debiti di guerra interalleati e le riparazioni della Germania nel 1931 (*).
Sussiste un principio fondamentale, tanto matematico, quanto politico: i debiti che non possono essere ripagati, non lo saranno.
(fonte Michael Hudson -estratto da - La schiavitù del debito ha distrutto Roma e ci distruggerà se non ci poniamo fine)
Nessun commento:
Posta un commento