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Carissimi lettori di Tra Verità e Menzogna,
alcune settimane fa , esattamente il 1 dicembre ho avuto occasione di leggere sul blog di Beppe Grillo un suo articolo, dal titolo 2011. Il diario della crisi.
Appena letto mi era venuta voglia di riportarlo sul mio blog, anche motivato dal fatto che da lì a pochi giorni, esattamente il 14 dicembre, sembrava che il governo Berlusconi non potesse ottenere la fiducia in Parlamento, prospettandosi di conseguenza un nuovo rimpasto o elezioni anticipate.
Non l'ho fatto perchè mi sembrava troppo facile sposare la tesi di una previsione, a così breve distanza, della possibilità di caduta del Governo, cosa che per una ragione o per l'altra non è, tuttavia, avvenuta.
Oggi, la stessa situazione sembra prospettarsi di nuovo se, come afferma il Sen. Umberto Bossi, entro il 23 del corrente mese il Parlamento non approverà la nuova legge sul federalismo.
Memore del recente passato, a questo punto ho ripreso in mano l'articolo e mi sono convinto di riproporverlo,così possiamo tutti seguire il realizzarsi o meno di queste previsioni,in quale misura e con quale tempistica.
Io ho la mia opinione a riguardo, ma non volendovi influenzare,la tengo per me.
Ecco a seguire quanto riportato sul blog di Beppe Grillo:
- Gennaio: Cade il governo Berlusconi. Consultazioni tra il Quirinale i partiti e le parti sociali. fallisce il primo mandato esplorativo affidato a Berlusconi. Folla di fronte a Montecitorio. Lancio di uova a Palazzo Grazioli. Il debito pubblico supera i 1900 miliardi. La UE chiede all'Italia una manovra aggiuntiva rispetto alla Finanziaria di 30 miliardi.
- Febbraio: Secondo mandato assegnato a Draghi. Cresce la disoccupazione alimentata dalla fine della cassa integrazione per decine di migliaia di lavoratori. La Confindustria dichiara che la crescita nel 2011 potrebbe essere pari a zero. Valutazione confermata dal FMI e dalla UE. Scioperi spontanei nella pubblica amministrazione. Draghi nel suo primo discorso in Parlamento da presidente del Consiglio, dopo aver ottenuto una fiducia bipartisan, annuncia che i sacrifici sono inderogabili e che l'Italia è sull'orlo del baratro economico.
- Marzo: Calo delle entrate e nuovo balzo in avanti del debito pubblico a 1.940 miliardi di euro. Il rapporto debito/PIL supera la barriera del 120%. L'interesse riconosciuto dal Tesoro sui titoli di Stato italiani raggiunge quello spagnolo. Si ipotizza un prestito ponte all'Italia da parte della UE e del FMI di 200 miliardi con condizioni non negoziabili sul fronte della riduzione del debito, delle pensioni e del personale del pubblico impiego.
- Aprile: Disordini sociali in tutta Italia. Berlusconi non rientra da un viaggio ad Antigua. Draghi annuncia in diretta televisiva il blocco quinquennale dei titoli di Stato ai detentori italiani, ai quali verrà comunque corrisposto l'interesse. Viene allungato di due anni il periodo di congelamento degli aumenti nel settore pubblico. E' deliberata l'abolizione delle Province e l'assorbimento del personale nelle Regioni di appartenenza e reintrodotto l'ICI per la prima casa.
- Maggio: Flessione del 6% del gettito fiscale. La crescita zero del PIL per il 2011 potrebbe diventare negativa. Napolitano in diretta televisiva e a reti unificate esorta alla coesione sociale e alla solidarietà nazionale. Tensioni per la mancata vendita di parte dei titoli di Stato.
- Giugno: Si profila l'uscita dell'Italia dall'euro. Draghi avvia misure eccezionali per risanare la finanza pubblica. Prelievo del dieci per mille dai conti correnti, tetto massimo per le pensioni a 2500 euro e innalzamento dell'età pensionistica di due anni.
- Luglio: Le banche italiane sono investite dalla bolla immobiliare. Crollo dei titoli bancari e delle società immobiliari quotati in Borsa. Fallimento di alcune società del settore. Occupazione di immobili sfitti in molte città italiane. Emergono legami insospettabili tra criminalità organizzata, politici e imprenditori nel mercato immobiliare. Draghi vara una legge per scoraggiare la delocalizzazione delle imprese italiane all'estero.
- Agosto: Fuga di capitali dall'Italia e aumento della disoccupazione in particolare al Sud. Rivolte spontanee per beni di prima necessità in Campania e in Sicilia. Dell'Utri condannato anche in Cassazione entra in carcere. Il PDL si scioglie spontaneamente. Inizio dell'iter parlamentare per una nuova legge elettorale. Beppe Grillo presenta in Senato la legge di iniziativa popolare: "Parlamento Pulito".
- Settembre: Il debito pubblico supera quota 2.000 miliardi. Piano per un taglio di un terzo dei dipendenti della PA in cinque anni. Diminuzione dei consumi. L'Italia evita per ora l'uscita dall'Euro. Aumenta la forbice tra il rendimento dei titoli italiani e quelli tedeschi.
- Ottobre: Uno sciopero generale paralizza per due giorni il Paese. Contestazioni ai sindacati. Schifani lascia la carica di presidente del Senato per motivi personali. Il nuovo presidente appartiene al Pd per rafforzare il governo tecnico di unità nazionale. L'ipotesi di elezioni per il 2012 si allontana per paura di un default.
- Novembre: L'Italia è stremata dalla disoccupazione e dall'aumento dell'inflazione. Draghi avvia un maxi programma di recupero dell'evasione fiscale da 50 miliardi all'anno basato sulle proprietà effettive. Sono decurtati del 50% i finanziamenti pubblici ai partiti e del 100% ai giornali.
- Dicembre: Tassa patrimoniale e aumento dell'imposizione fiscale sui depositi e sui conti correnti sono l'ultimo atto del 2011 del Governo. L'Italia termina l'anno con una previsione di crescita dell'uno per cento del PIl nel 2012 e una disoccupazione del 22%. Berlusconi non è mai rientrato da Antigua dove lo hanno raggiunto tra gli altri Bondi, Cicchitto, Fede, Gasparri e Letta per ragioni di incolumità personale.
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Come avete potuto appurare le previsioni che dovrebbero interessare la situazione economica e di lavoro nel nostro Paese sono a dir poco allarmanti.
Non che io sia fiducioso più di tanto, del resto Tra Verità e Menzogna non è mai molto rosea nell'indicare il futuro che ci aspetta, ma se tutto questo dovesse effettivamente accadere, e tutto in un solo anno, o poco più, allora è vero il detto "si salvi chi può!".
Piuttosto Pinocchio tu cosa ne pensi?
PINOCCHIO/
Caro Giò, non mi voglio tirare indietro alla tua domanda, ma riprendendo il titolo del tuo post, oggi ci vorrebbe molto più di una sfera di cristallo per predigere il futuro, in qualche modo già presente.
Un pò di dati, ed un sunto del pensiero del premio Nobel Roubini a riguardo.
Parlando dell'economia dei Paesi Europei, vediamo che l’Islanda si posiziona al 112° posto nel mondo, l’Irlanda al 38°, il Portogallo al 36°, la Spagna è al 9° posto, l’Italia al 7° e il Regno Unito al 6°. Se qualcosa di serio dovesse succedere ad una di queste ultime tre la situazione si potrebbe ripercuotere in modo significativo sull’economia mondiale.
Riprendo il pensiero del premio Nouriel Roubini che a febbraio dello scorso anno affermava che il vero incubo quanto all’effetto domino è la Spagna. Roubini si riferisce ai problemi del debito spagnolo come all’“elefante nella stanza”.
“Si può provare a sostenere economicamente la Spagna. E si può anche provare a provvedere un supporto finanziario ufficiale all’Irlanda, al Portogallo e alla Grecia per tre anni. Lasciarli fuori dal mercato. Magari ristrutturare il loro debito fino a un certo punto”.
“Ma se la Spagna rotola giù dalla collina, non ci sono sufficienti risorse monetarie ufficiali nella busta delle risorse europee per salvarla. La Spagna è da un lato troppo grande per fallire, dall’altro troppo grande per essere salvata”.
Il primo problema per quanto riguarda la Spagna è l’entità del debito pubblico: 1 trilione di euro (quello della Grecia ammonta € 300 mila). La Spagna ha anche 1 trilione di euro a titolo di debito estero privato.
E, viste le dimensioni, le risorse – governative o sopra- nazionali – non sono semplicemente sufficienti per girarci attorno.
La Germania e la Francia – rispettivamente al quarto e quinto posto nella classifica delle maggiori economie- sono i paesi maggiormente esposti al debito portoghese e spagnolo.
Se è allettante pensare che il salvataggio dell’eurozona stia a significare che le nazioni creditrici hanno saputo gestire bene le loro economie risparmiando grosse cifre di denaro, che hanno concesso a prestito, Sean Corrigon sottolinea che gli interventi europei sono uno schema di Ponzi.
Sotto l’egida delle regole di questo gioco delle tre carte da miliardi di dollari, i sovrani garantiscono la Banca Centrale Europea, che sovvenziona le banche, che comprano i debiti del governo, che fornisce garanzie per tutti gli altri.
Non doveva essere necessariamente così. Gli stati europei non erano costretti a sacrificare se stessi per la causa delle grandi banche.
Roubini crede che ulteriori tentativi di intervento abbiano solo amplificato i problemi con il debito sovrano. Egli dice “Ora c’è un gruppo di super sovrani – il FMI, la UE, la zona euro- che mettono in salvo quei sovrani”.
Sostanzialmente, i super sovrani sottoscrivono i debiti sovrani – aumentando l’ampiezza e concentrando i problemi.
Roubini definisce l’intervento dei super sovrani come un semplice calciare la lattina sull’asfalto.
Afferma ironicamente: “Non c’è nessuno che viene da Marte o dalla luna per soccorrere il FMI o l’Eurozona”.
Ma nonostante il passaggio di carte a livello nazionale e a livello di entità sopranazionali, la realtà alla fine interviene: “Quindi ad un certo punto si ha bisogno di una ristrutturazione. Ad un certo punto c’è bisogno che i creditori delle banche prendano una batosta – altrimenti tutto questo va a ricadere sul bilancio del Governo. E poi il governo si spacca la schiena– e il governo diventa insolvente”.
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Certo ci vuole coraggio nel prendere decisioni drastiche verso coloro che sono stati in qualche modo i promotori di tutto questo, i grandi banchieri in primis.
Le banche centrali hanno commesso azioni sbagliate. Non hanno aggiustato niente ma semplicemente trasferito i derivati tossici e altre bombe finanziare dalle grandi banche alle nazioni stesse.
Per concludere, tutti sappiamo che per cambiare, in democrazia, ci vogliono nuove regole, e queste il più delle volte non vengono portate avanti perchè contravvengono agli interessi personali, e di lobbies, di coloro che le dovrebbero legiferare ed attuare.
Del resto anche il Presidente Napolitano ha fatto un forte richiamo al Paese nel suo comunicato di fine anno quando ha affermato che un «malessere diffuso» e un «distacco allarmante» tra la politica e la società, tra il Palazzo e la gente: è un segnale da non sottovalutare.
Gli ultimi dati - ha detto il capo dello Stato - ci dicono che le persone in cerca di occupazione sono tornate a superare i due milioni, di cui quasi uno nel Mezzogiorno; e che il tasso di disoccupazione nella fascia di età tra i 15 anni e i 24, ha raggiunto il 24,7% nel paese, il 35,2% nel Mezzogiorno e ancor più tra le giovani donne. Sono dati - ha concluso Napolitano - che debbono diventare l'assillo comune della nazione. Se non apriamo a questi ragazzi nuove possibilità di occupazione e di vita dignitosa, nuove opportunità di affermazione sociale, la partita del futuro è persa non solo per loro, ma per tutti, per l'Italia: ed è in scacco la democrazia».
Sante parole!
Tra Verità e Menzogna...restate " Ad occhi aperti" !
Il vostro amico
Pinocchio & Giò